Poveri Uffizi, mortificati da chiusure festive e influencer

Poveri Uffizi, mortificati da chiusure festive e influencer

La Galleria degli Uffizi di Firenze è uno dei siti culturali più visitati del nostro paese. Talvolta anche figurato al primo posto per numero di visite annuali, superando anche il Colosseo di Roma. Nel 2019, ultima stima pre-covid, aveva sfiorato i 4 milioni e mezzo di visitatori.

Del resto, il successo è presto spiegato dall’inestimabile valore artistico della galleria, dove è presente una cospicua collezione esistente di Raffaello e Botticelli, nonché, tra gli altri, opere di Giotto, Tiziano, Pontormo, Bronzino, Andrea del Sarto, Caravaggio, Dürer, Rubens, Leonardo da Vinci, ecc. Alle quali vanno poi aggiunte tutte le opere concentrate a Palazzo Pitti.

Inoltre, come mostrato in un recente servizio televisivo, gli Uffizi vantano un deposito ricco di ritratti ed autoritratti, che attendono una degna collocazione.

Il patrimonio degli Uffizi lo si deve principalmente a tutti i possedimenti della famiglia dei Medici, al quale si sono aggiunte nel corso dei secoli opere religiose derivate dalle soppressioni di monasteri e conventi tra il XVIII e il XIX secolo.

Peccato che oggi la Galleria degli Uffizi sia mortificata da volgari influencer e chiusure nei giorni festivi.

Uffizi chiusi il Primo novembre

Gravissimo chiudere il museo nel ponte di Ognissanti” così ha tuonato, riporta ANSA, il neoministro ai beni culturali Gennaro Sangiuliano, riguardo la chiusura della Galleria degli Uffizi il Primo novembre. Aggiungendo, con tanto di lettera al direttore Eike Schmidt: “E’ un danno per gli introiti e per l’immagine di tutto il sistema museale italiano“.

Il neo sottosegretario Vittorio Sgarbi aggiunge il suo carico: “Chiudere è ridicolo, i musei devono rimanere aperti tutti i giorni fino alle 21“.

Il direttore tedesco Schmidt giustifica la scelta con la carenza di personale, chiedendo dunque rinforzi. Il quale denuncia che si tratti di “un problema endemico che riguarda tutto il sistema museale italiano“. Un dramma “ormai irrisolvibile“, sostiene, per il quale serve “un intervento netto e deciso dalla parte centrale“, un segno che inverta “una rotta consolidata da anni“.

Il quale poi aggiunge che il personale “accetta di lavorare di più a fronte della possibilità di guadagnare di più“. Inoltre, individua in una norma l’aggravarsi del problema: “limita il guadagno in più al 15% del trattamento tabellare annuo lordo di ciascun dipendente“.

Schmidt ha anche parlato della proposta di affidare ad una ditta esterna il servizio di vigilanza, la quale è già stata respinta dal precedente Ministro Franceschini. A dargli ragione anche il Sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha promesso di incontrarlo a breve.

I soliti problemi dei siti monumentali italiani

Si è spesso detto che il patrimonio culturale è il petrolio d’Italia. Peccato che non venga adeguatamente raccolto e sfruttato. Tante le crepe e le carenze nel sistema, malgrado diversi cambi di rotta di questi anni che sono riusciti a mettere molte toppe ad un impianto con molte perdite.

Bene anche la scelta di aprire a direttori stranieri, il che è anche uno schiaffo morale alla gestione italiana. Sebbene poi spesso finisca per essere un provvedimento di facciata, come visto proprio con gli Uffizi.

Di recente è stato indetto un bando di assunzione nei beni culturali, che dovrebbe portare a 400 assunzioni entro dicembre ed altre 1053 nel 2023. Ma potrebbero essere ancora insufficienti.

Si potrebbero anche utilizzare, durante i periodi festivi, laureandi in Conservazione dei beni culturali. Così da fargli aggiungere un’importante esperienza lavorativa al proprio curriculum vitae, facendo magari valere quelle ore come credito formativo.

Una maggiore razionalizzazione delle risorse potrebbe aiutare, visto che in alcuni uffici il personale si gira letteralmente i pollici e in altri si fanno i salti mortali. Ma poi occorrerebbe scontrarsi con i sindacati, che almeno nel pubblico funzionano ancora.

Uffizi, tra influencer di Onlyfans e Katy Perry

Peccato poi che oltre a questi problemi organizzativi si aggiunga il cattivo gusto delle starlette del web. Poco prima del ponte di Ognissanti, due influencer della piattaforma Onlyfans (della quale abbiamo parlato qui), Eva Menta e Alexis Mucci, che insieme contano 10 milioni di follower su Instagram, si sono fatte fotografare come riporta Il Messaggero davanti alle opere del museo di Firenze con magliette che lasciavano intravedere il seno e pantaloni molto attillati. Per poi pubblicare sui propri rispettivi profili.

Qualche anno fa ci aveva pensato la cantante americana Katy Perry a far scatenare le polemiche, per aver postato foto volgari davanti alla Primavera di Botticelli, la torre di Pisa e al David di Donatello (qui la galleria fotografica).

Contrastanti invece i commenti sulle foto scattate dalla Ferragni agli Uffizi nel giugno 2020, tra chi ci ha visto una volgare pubblicità che umilia le opere e chi invece un ottimo modo per stimolare i più giovani a visitarli. Anticipata qualche giorno prima dalla TikToker Martina Socrate.

Schmidt ha in effetti ammesso che l’effetto è stato positivo, con una crescita stabile dei giovani registrata tra fine giugno e la terza settimana di agosto, per la fascia d’età 19-25. Ben venga che personaggi famosi – oggi ormai non più definiti Vip ma Influencer – postino foto in musei e luoghi culturali in generale, anche per stimolare i giovani a fare altrettanto. Purché non lo si faccia con volgarità e per meri scopi pubblicitari. Perché la storia merita rispetto e ci è stata tramandata e noi ne siamo solo i custodi momentanei.

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