Russia prima economia europea e quinta mondiale: dove è il crollo?

Russia prima economia europea e quinta mondiale: dove è il crollo?

Secondo i dati del World Economics GDP Database. Vediamo quali sono i parametri utilizzati e come sta messa l’Italia.

Quanti speravano che l’economia della Russia, tra sanzioni e taglio di relazioni commerciali di e con l’Europa, sarebbe presto crollata, continuano a incassare delusioni. I russi sono un popolo che sa adattarsi alle crisi, resiliente, per usare un termine oggi di moda. Ma a parte ciò, sa anche essere capace di trovare nuove soluzioni.

Di fatti, come accaduto quando è crollata l’Unione sovietica, anche adesso non solo a retto a tutti i colpi tentati dall’Europa, ma ha saputo anche reinventarsi. E di ciò va dato ancora una volta atto (anche se ovviamente a decidere è una intera nomenklatura) a Vladimir Putin, alla guida del paese da quasi un quarto di secolo. Tra nuovi accordi commerciali con paesi asiatici, africani e mediorientali; una maggiore concentrazione sulla produzione locale, dovuta anche all’uscita di scena di molte multinazionali (ne abbiamo parlato qui); e il lancio di una criptovaluta di Stato.

I dati diffusi il 5 agosto da parte del World Economics GDP Database confermano tutto questo: la Russia è la prima economia europea e la quinta mondiale. Ecco di seguito la tabella e qualche informazione in più sul World Economics GDP Database.

La situazione dell’economia in Russia

Come si evince dalla tabella sottostante, la Cina ha superato gli Usa, che slitta così al secondo posto. Chiude il podio l’India. Al quarto posto il Giappone, mentre quinta è appunto la Russia. Sempre peggio l’asse franco-tedesco che un tempo guidava saldamente l’Europa: la Germania è sesta, mentre i transalpini sono solo decimi.

E l’Italia? Si posiziona solo 13ma a livello mondiale, mentre quinta a livello europeo.

Qui potete vedere la graduatoria completa.

Cos’è il World Economics GDP Database

Come spiegato sul sito ufficiale, il database del PIL di World Economics fornisce una visione radicalmente diversa dell’attività economica in oltre 155 paesi, di notevole rilevanza e utilità per investitori di ogni tipo e per i governi che desiderano ridurre i costi di indebitamento.

La metodologia si distingue da quella tradizionale per tre ragioni:

  1. ha sviluppato un metodo per elevare i dati economici per anni base non aggiornati, sulla base dell’esperienza passata;
  2. la maggior parte dei dati economici non include i dati relativi alle attività del settore ombra o informale, che vanno dalle attività legali non tassate e non monitorate fino ai mercati neri, alle transazioni in contanti “non registrate” e alle attività criminali, comprese le droghe proibite. Ora esistono stime per la maggior parte dei paesi inclusi nella nuova serie di dati;
  3. molti confronti del PIL tra paesi vengono effettuati utilizzando i tassi di cambio di mercato, che non riescono a catturare il vero potere d’acquisto delle singole valute. I nuovi dati di World Economics si basano sui recenti dati del sondaggio della Banca mondiale che consentono il calcolo delle parità di potere d’acquisto, che sebbene necessariamente imperfette, essendo basate su sondaggi, si può affermare con una certa certezza che riflettano livelli di attività economica più reali rispetto agli stessi dati basati su sempre fluttuazioni dei tassi di mercato.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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