Putin annette Mare d’Azov alla Russia: perché è fondamentale

Putin annette Mare d’Azov alla Russia: perché è fondamentale

Ieri 13 giugno, la Russia ha aggiunto un altro tassello alla riconquista dei territori contesi con l’Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato la nuova legge, dopo il positivo doppio passaggio parlamentare, che rimpiazza il precedente accordo col paese ucraino relativo allo strategico Mare d’Azov. Ddefinendo il bacino “mare interno” della Russia.

L’annessione del Mare d’Azov da parte della Russia era un passo atteso dopo l’annessione delle regioni ucraine di Zaporizhia, Kherson e Donetsk, dopo i referendum tenuti nel settembre 2022.

Vediamo perché il Mare d’Azov è molto importante ed è una conquista fondamentale per i russi.

Mare d’Azov storia e dove si trova

Analisi Difesa ha dedicato alla questione un approfondimento molto interessante.

Il mare d’Azov è esteso per quasi 39mila Kmq, più o meno è grande quanto la Svizzera. Si tratta di un bacino solo apparentemente chiuso: è un’interfaccia mobile fra l’immensa valle del Don – che attraversa per quasi 2.000 chilometri la Russia occidentale – e il mar Nero, via d’accesso al Mediterraneo e ai mari caldi.

In linea di massima, la storia ci dice che il Mare d’Azov fa parte da secoli della sfera d’influenza russa. Fin dagli antichi fondamentale «via del grano», l’hanno controllata prima i greci, poi i romani, quindi i bizantini e i genovesi, senza dimenticare i veneziani e gli ottomani. Tuttavia, è da tre secoli che è controllata dalla Russia.

Dopo la sesta guerra contro la Turchia (1768-1774), la cui vittoria dell’impero russo fu importante anche per il mondo cristiano contro il diffondersi dell’islamismo, dalla fine del 19° secolo è dal Mar d’Azov che transita parte della produzione carbonifera e siderurgica del Donbass. In questo specchio d’acqua si trovano anche abbondanza di pesce e riserve di idrocarburi.

La riconquista del Mare d’Azov è stata una dei primi obiettivi dell’attuale guerra contro l’Ucraina, riconquistato grazie a tre battaglie principali, tutte vinte: Mariupol, Berdiansk e Melitopol.

Cosa cambia con annessione del Mare d’Azov da parte della Russia?

Dal paragrafo precedente abbiamo già carpito quanto questo bacino idrico sia fondamentale e strategico. Come riportato da Analisi Difesa:

L’area è oggi fitta di canali e di vie navigabili. Dal Mar Nero, le navi che risalgono a nord utilizzano il tragitto Mare d’Azov, Rostov sul Don, canale Don-Volga, Astrakhan e infine Mar Caspio

Il sistema delle vie navigabili interne russe è oggi capillare, con una rete di 101.700 km, 35.000 dei quali con un tirante d’aria e un tirante d’acqua garantiti. Altri 16.000 km innervano le vie artificiali. Da qui transita l’1,15% del volume delle merci trasportate in Russia. Non troppo, perché, dopo il crollo dell’URSS, c’è stato un calo di traffico. Nel 1989, 580 milioni di tonnellate di merci risalivano attraverso la rete dei canal

Oltre ad essere importante via di accesso per le merci, il complesso Mar Nero-Mar d’Azov è inoltre ricco di giacimenti di idrocarburi offshore, in gran parte ancora inesplorati.

L’80% delle riserve ucraine accertate di gas, pari a 1,1 trilioni di metri cubi, con stime che arrivano a 6,4 trilioni, e il 90% della sua produzione di gas sono concentrate nel bacino del Dnepr-Donetsk e un buon 6% nel sud, dove la produzione avviene sia onshore che offshore, nei fondali poco profondi del Mar d’Azov e del Mar Nero

Poco prima dell’annessione della Crimea, Kiev aveva fondato la società Chernomorneftegaz, incaricata di sfruttare i pozzi di gas e di petrolio della penisola e dei mari circostanti. Dopo il ‘blitz’ degli spetsnaz del Komandovanie sil spetsial’nalnykh operatsii (KSSO) russo, il 29 novembre 2014, la società, basata in Crimea è stata nazionalizzata e ghermita da Mosca, che si è anche accaparrata tutte le sue installazioni.

Infine, a guerra finita, quando la Cina rilancerà il corridoio eurasiatico diretto in Europa, e Mosca potrebbe far valere sul tavolo le immense possibilità di trasporto offerte dal suo territorio. E il Mare d’Azov sarà la porta girevole del tutto.

Altro che paese in difficoltà, sull’orlo del collasso e altro. La Russia sta costruendo il proprio futuro alternativo all’Occidente da tempo. Al collasso ci siamo finiti noi e l’Europa intera, anche la fu locomotiva tedesca. Ma anche gli Usa, da questa amministrazione Biden, ne sta uscendo indebolita geopoliticamente e impoverita.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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