La Bielorussia nuovamente posta sotto la lente di ingrandimento internazionale: questa volta per un aereo diretto verso la Lituania, dirottato al fine di far scendere un dissidente del governo.
Questo piccolo paese senza sbocchi sul mare – geograficamente e politicamente all’ombra della Russia, alla quale è rimasto ancora fedele (ormai tra i pochi ex sovietici, visto che molti sono finiti nelle fauci della Nato) – sta attirando l’attenzione da oltre un anno a questa parte. Etichettato per essere uno stato sottoposto alla quasi trentennale dittatura di Lukaschenko.
Del quale non si filava nessuno, almeno fino a quando, pubblicamente, non ha svelato che il Fondo monetario internazionale non gli ha proposto di imporre il Lockdown nel suo paese in cambio di denaro (ne ho parlato qui). Gettando pesanti ombre su questo strumento utilizzato da 15 mesi per combattere il Covid-19.
Ecco perché la Bielorussia ha dirottato aereo e quel precedente americano dimenticato (volutamente).
Perché Bielorussia ha dirottato aereo
Come spiega Massimo Mazzucco sulla sua pagina Facebook, domenica scorsa un volo Ryanair partito dalla Grecia destinazione Lituania, è stato dirottato dai militari bielorussi quando si trovava sui cieli del proprio paese. Ed è stato fatto atterrare forzatamente a Minsk.
Dall’aereo è stato fatto scendere Roman Protasevich, un blogger avversario del governo e ricercato dalla Bielorussia, che è stato di fatto arrestato. L’aereo è poi ripartito regolarmente per la Lituania.
Questa azione di forza ha provocato la reazione scandalizzata di europei e americani. Con molti paesi, compresa l’Italia per bocca dell’autorevolissimo Ministro degli esteri Luigi di Maio, che hanno espresso “ferma condanna“.
Ma non solo note ufficiale. Come riporta Il fatto quotidiano, l’Unione europea ha deciso di bloccare il pacchetto d’investimenti da 3 miliardi di euro destinato alla Bielorussia. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, entrando al Consiglio Ue che, tra le altre cose, dovrà decidere quali provvedimenti prendere nei confronti del governo di Minsk. Usando queste parole: “serve una risposta molto forte contro questo dirottamento completamente inaccettabile“.
Peccato che la von der Leyen è la stessa che, quando scoppiò la pandemia covid-19 in Italia, disse in sostanza “arrangiatevi“. Mentre la Russia ci è stata molto vicina, malgrado quello che stiamo combinando tra dazi vari ed eventuali.
Certo, è una violazione del diritto internazionale. Ma il problema è che un po’ di anni fa, gli Usa hanno fatto una cosa simile e proprio in Italia.
Bielorussia come Sigonella
Come ricorda sempre Mazzucco, nel 1985, un gruppo di terroristi arabi aveva preso in ostaggio la nave italiana Achille Lauro, che si trovava in acque egiziane, e aveva ucciso un passeggero americano, Leon Klinghoffer. Dopo una lunga e complicata trattativa, i terroristi ottennero un lasciapassare dall’Egitto, che si impegnò a trasportarli in Tunisia (dove c’era allora la sede dell’Olp).
Ma durante il viaggio tra l’Egitto e la Tunisia, l’aereo egiziano venne dirottato da quattro caccia americani e fu obbligato ad atterrare nella base italiana di Sigonella. Quella che seguì fu la famosa “crisi di Sigonella”, che vide coinvolti Craxi, Reagan, eccetera eccetera.
In quel caso, nessuna cancelleria – nè europea nè certamente americana – si “scandalizzò” per la palese violazione del diritto internazionale, operata dagli americani nel momento in cui hanno dirottato l’aereo egiziano.
L’obiezione potrebbe essere che in quel caso si trattava di terroristi assassini, mentre Protasevich è solo un dissidente politico. Tuttavia, oltre al fatto che il diritto internazionale è quello che è, e non prevede delle varianti a seconda della gravità dei casi, nella fattispecie c’è pure l’aggravante che il dirottamento americano avvenne nei cieli di un’altra nazione sovrana. Mentre i bielorussi lo hanno effettuato nei cieli di casa propria.
Siamo dunque al solito discorso dei due pesi, due misure. Gli Usa fanno quello che vogliono in giro per il mondo, mentre quando lo fanno parte avverse si grida allo scandalo. E noi, purtroppo, ci accodiamo sempre. Come dal dopoguerra ad oggi.
Oltretutto, la crisi di Sigonella viene anche spesso citata come unico caso di disobbedienza italiana agli americani. Purtroppo però neanche questo è proprio vero. Come dimostro qui.