Strage funivia: tutti i precedenti più gravi

Sono 14 le vittime dell’incidente della funivia che è avvenuto domenica 23 maggio lungo la linea della funivia Stresa-Alpino Mottarone, detta funivia del Mottarone. Peraltro rimessa in funzione solo di recente.

Come ormai noto, è caduta una cabina su cui c’erano quindici turisti. Purtroppo, tra le vittime c’è anche uno dei due bambini – Mattia Zorloni, classe 2015 – che era rimasto ferito ed era stato trasportato all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Il numero delle vittime in tenerà età salgono quindi a due, dato che Mattia va ad aggiungersi a Tom Biran, di soli 2 anni.

Purtroppo, non è la prima volta che un incidente riguarda una funivia in Italia.

Ecco tutti i precedenti più gravi e le cause dell’incidente della funivia del Mottarone.

Strage funivia del Mottarone: le cause

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Come riporta La Stampa, la fune dell’impianto ha ceduto quasi in vetta (praticamente a 100 metri prima dell’ultimo pilone) in uno dei punti più alti.

La cabina dopo l’impatto è rotolata sbalzando fuori alcuni corpi che al momento dei primi soccorsi non erano stati visti.

Chiusa nel 2014 per garantirne una revisione generale, il 13 agosto 2016 è stata inaugurata la riapertura della funivia: i lavori sono costati 4 milioni di euro e sono stati eseguiti dalla ditta Leitner di Vipiteno.

La manutenzione straordinaria ha previsto una serie di interventi. Tra cui la sostituzione dei motori, dei quadri elettrici, dell’apparato elettronico, dei trasformatori.

Dopo il lockdown la funivia era stata riaperta il 24 aprile e questa era una delle prime domeniche – vista anche la giornata di sole – con tanti turisti che dal lago salivano in vetta per godersi il panorama.

Ora è stata sequestrata per avviare le dovute indagini. L’accusa è di omicidio colposo.

Dove si trova funivia della strage

Dal Piazzale Lido – in frazione Carciano di Stresa, in riva al lago di fronte all’Isola Bella – la funivia con un tragitto della durata di 20 minuti, raggiunge quota 1491 metri.

La funivia è divisa in due tronconi, il secondo parte dagli 803 metri dell’Alpino, dove c’è un famoso giardino botanico, e raggiunge un pianoro immediatamente sotto la vetta del Mottarone.

Ironia della sorte, proprio a pochi passi dalla vetta che è avvenuta la tragedia.

Funivie in Italia pericolose

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Sempre su La Stampa, c’è un interessante articolo che riprende le dichiarazioni di Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio Nazionale Infrastrutture e Trasporti:

Il gravissimo incidente dalla funivia Stresa-Mottarone ripropone con forza il tema della sicurezza nel settore dei trasporti e della viabilità. Dopo i recenti crolli dei ponti stradali di Genova, Aulla (Massa Carrara) e La Spezia e i deragliamenti di un treno locale a Pioltello (Milano) e del treno Alta Velocità a Tavazzano (Milano) appare evidente che sono insufficienti le manutenzioni delle reti (stradali e ferroviarie) e inadeguati i sistemi di vigilanza ministeriali dell’Ansfisa

Ballotta individua nella politica la causa della pericolosità delle funivie. In particolare, nel solito problema della manutenzione:

L’organo di vigilanza che recentemente ha unificato il settore stradale e quello ferroviario lasciando nel limbo le funivie. Infatti due anni fa il Ministero dei Trasporti aveva approvato un decreto, contenente i modelli dei regolamenti di esercizio per le varie tipologie di impianti a fune (seggiovie e funivie, sciovie e funicolari), in servizio pubblico per il trasporto di persone. Si tratta di controlli per l’esercizio e la manutenzione degli impianti a fune adibiti al trasporto pubblico di persone che evidentemente non sono stati effettuati e che ancora una volta lasciano una grande ombra sulla gestione del Ministero dei Trasporti da poco diventato della Mobilità Sostenibile. Ministero che continua a proporre nuove opere senza curare la manutenzione di quelle già esistenti e vigilare sulla loro sicurezza

Del resto, come amo sempre ricordare in questi casi, il grande Leo Longanesi già 70 anni fa diceva: gli italiani alla manutenzione preferiscono l’inaugurazione.

Strage funivia: i precedenti

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Virgilio riporta gli incidenti più gravi avvenuti in Italia riguardo le funivie.

Disastro del Cermis

Il più grave incidente in funivia del XX secolo risale al 9 marzo del 1976: il disastro del Cermis, sulle Dolomiti. Nei pressi di Cavalese (Trento), una cabina della funivia cade sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri: 42 il bilancio dei morti.

Indicente al Champoluc

Il 13 febbraio 1983 a Champoluc, in Valle d’Aosta, precipitano tre cabine dell’ovovia che porta al Crest, provocando la morte di 11 persone.

Seconda tragedia al Cermis

A ventidue anni di distanza, il Cermis è teatro di una nuova tragedia. Il 3 febbraio 1998 un aereo della marina americana decollato dalle base di Aviano durante un volo trancia un cavo della funivia, facendo precipitare nel vuoto una cabina: 20 morti.

La strage sfiorata al Sestriere

Nessuna vittima, ma 14 persone ferite, nell’incidente avvenuto il 22 marzo del 2008 nella funivia di Pragelato al Sestriere, in Piemonte.

Due casi nel 2016

L’8 settembre del 2016 si blocca per un guasto la funivia panoramica del Monte Bianco che collega l’Aiguille du Midi alla Punta Helbronner. Le oltre cento persone rimaste bloccate vengono salvate dai soccorsi.

Sempre nel 2016, il 24 dicembre, si blocca la telecabina Plan Maison-Cime bianche laghi a Cervinia. Tutti i 153 sciatori coinvolti vengono salvati dopo una maxi-operazione di soccorso durata oltre 7 ore.

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