Italia lascia Afghanistan: un fallimento lungo vent’anni

Correva l’anno 2001, verso la fine. Dopo che gli Usa subivano (o si auto-infliggevano per poter andare alla guerra in Medioriente) gli attentati dell’11 settembre, si decise di andare a muovere guerra all’Afghanistan prima e l’Iraq poi. Per andare a stanare i terroristi ed esportare la democrazia.

In quella follia ci finimmo pure noi. E non poteva essere diversamente, dato che al Governo c’era Berlusconi, da sempre col pallino dell’American dream. Il quale rinsaldò un forte legame d’amicizia col peggior presidente americano di tutti i tempi: George W. Bush.

Il resto è storia. Oltre ad aver moltiplicato i terrorismi islamici, quei paesi, insieme successivamente a Libia e Siria, sono da anni nell’anarchia più totale. Molti di noi lo dicevamo anzitempo, che fossero guerre sbagliate e pretestuose. E i fatti, ahinoi, ci hanno dato ragione.

Ora, da quell’Afghanistan ci ritiriamo, con la coda tra le gambe. Quanti italiani sono morti lì?

Italiani morti in Afghanistan

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Come riporta Insider Over, sono in totale 53 i soldati italiani caduti in Afghanistan. Alcuni sono stati uccisi da attentati nella provincia di Herat, altri invece a Kabul.

Gli italiani erano chiamati a dar manforte alle nuove autorità afghane, nell’ambito della missione Nato denominata Isaf.

I talebani, popolo arduo, fiero resiliente, capace già di cacciare i sovietici alla fine degli anni ’80, non si sono mai arresi. Dal 2004 in poi hanno iniziato a perpetuare continui attacchi contro la coalizione internazionale e le fragili forze locali.

Il 3 ottobre 2004 il nostro primo caduto: si chiamava Giovanni Bruno ed è rimasto vittima di un incidente nelle tortuose strade afghane ad Herat. Zona assegnataci dalla Nato.

Il 5 maggio 2006 un attentato ha ucciso altri due soldati. Il 17 settembre 2009 l’episodio di sangue più grave per noi italiani: a Kabul, a seguito dell’esplosione di un ordigno, a morire tra i nostri militari sono stati in sei. Nel 2015 la missione ha cambiato nome, passando da Isaf a Resolute Support. Ma la sostanza è rimasta la stessa.

Donald Trump nel 2016 ha annunciato il graduale ritiro degli Usa dall’Afghanistan, con Joe Biden che ora ha fissato proprio per l’11 settembre la fine definitiva della missione americana in Afghanistan.

Afghanistan oggi

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Oggi l’Afghanistan è un paese nel caos totale. Urbanisticamente è ancora da ricostruire, politicamente ci sono state più volte le elezioni, ma oltre la capitale Kabul il governo non riesce ad avere presa.

Le rivolte vanno condotte a partire dalle popolazioni locali, le quali semmai vanno poi sostenute militarmente e finanziariamente. Ma non vanno imposte dall’alto.

L’Afghanistan aveva comunque una propria società, una propria economia. Perfino l’oppio, del quale è ricchissimo, era controllato. La stessa morte di Bin Laden resta un mistero, non a caso sono morti molti di coloro che parteciparono all’operazione per ammazzarlo.

L’Afghanistan non ha giacimenti petroliferi. Ma è il Paese chiave della lotta in corso da anni per il controllo delle risorse energetiche dell’Area del Caspio. La terra dei Talebani è perciò un corridoio preziosissimo e probabilmente gli Usa non sono riusciti a conquistarlo.

Dopo i sovietici, hanno fallito pure loro e noi li abbiamo seguiti in questa follia.

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Una risposta a “Italia lascia Afghanistan: un fallimento lungo vent’anni”

  1. ITALIOTI GRANDE POPOLO DI GUERRIERI DA BAR. CI BUTTANO (I FARABUTTI POLITICI) I TUTTE LE ZUFFE E NE USCIAMO SENPRE CON LE PEZZE AL CULO. MA DICONO ARROMA AMMO PECCHE ANNA A RROMPESE LICCOIONI A SPARA CONTRO CVGHI MANCO SSE CONONSCE NU FACCIAMO ER TIRO AR PICCIONE CONTRO I FARABUTTI CHE STANNO NER APESE BELLO MAFIOSO CORROTTO DISTRUTTO NOSTRO DDE NOI . ACCESARE ADDAJE UN CORPO.

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