Ucraina: altri casi simili a rischio guerra in Europa e nel Mondo

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 28 Febbraio 2022

Introduzione

La Guerra in Ucraina è in pieno svolgimento. Sebbene non manchino nei notiziari video ed immagini fakes per ingigantire il “mostro russo. Ma tant’è. Di sicuro c’è che Putin ha riconosciuto l’indipendenza dall’Ucraina di due repubbliche – la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk – per l’annessione alla Russia. Ma dietro c’è soprattutto la volontà di non far cadere la confinante Ucraina nelle mani della NATO.

Qualcosa di intollerabile per il Presidente russo, che segnerebbe un ulteriore accerchiamento americano alla Federazione, dopo l’annessione di altre ex repubbliche socialiste sovietiche dalla dimensione più ridotta e dalla storia non certo così strettamente collegata come quella tra Russia e Ucraina.

In Europa però ci sono altri territori che chiedono l’indipendenza. Che fanno rumore solo all’inizio, quando si muovo i carri armati e sparano i mitra, ma dei quali poi ci si dimentica. Con il popolo costretto a vivere in una zona sospesa tra due Stati e quindi senza tanti diritti riconosciuti.

Vediamo tutte le altre storie di popoli “sospesi” nel mondo, partendo dal più noto: il Kosovo.

Altri casi simili all’Ucraina in Europa

Li racconta sul proprio blog su Il fatto quotidiano Giampiero Gramaglia, Direttore corsi Scuola giornalismo di Urbino.

Kosovo

Il caso del Kosovo è quello più noto degli ultimi anni, seppur neanche risolto del tutto. Nel 2008 proclamò la sua indipendenza dalla Serbia, sia pure ad oggi non ancora riconosciuta neppure da tutti i Paesi dell’Ue. Mentre sono 98 gli Stati Onu, poco più della metà del totale.

Contestata dalla Serbia, di cui faceva parte, la dichiarazione d’indipendenza del Kosovo non ha violato, secondo una sentenza della Corte di Giustizia dell’Aia, il diritto internazionale. Ma il parere della Corte non s’estende agli effetti della dichiarazione, cioè all’acquisizione, o meno, della qualità di Stato a tutti gli effetti.

Cipro del Nord

La prima repubblica autoproclamata dell’Europa post Seconda Guerra Mondiale è Cipro del Nord, ufficialmente Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta soltanto dalla Turchia, che si estende nelle zone di Cipro occupate e controllate dall’esercito turco dopo l’invasione dell’isola nel 1974.

La sua esistenza, proclamata nel 1983, non ha impedito a Cipro di negoziare e perfezionare nel 2004 l’adesione all’Ue. Falliti i negoziati per la riunificazione dell’isola, Cipro resta spaccata, anche se il clima di convivenza fra le due comunità è molto migliorato.

Transnistria

Dentro la Moldavia, c’è la Transnistria, Stato de facto indipendente, ma considerato de iure parte della Moldavia: è governato da un’amministrazione autonoma con sede nella capitale Tiraspol.

La regione dichiarò unilateralmente l’indipendenza nel 1990, prima dello scioglimento dell’Urss e dell’indipendenza della Moldavia. Dal marzo al luglio 1992 l’area è stata teatro di una guerra terminata con un cessaate-il-fuoco garantito da una commissione congiunta tripartita tra Russia, Moldavia e Transnistria, con la creazione di una zona demilitarizzata posta a cavallo del Dnestr.

Nel 2014, la Transnistria ha chiesto l’adesione alla Russia, dopo la secessione della Crimea dall’Ucraina e la sua integrazione nella Federazione Russa. Tra Moldavia e Transnistria c’è un regolare confine e, in Transnistria, si parla russo e si paga in rubli. Il che non impedisce allo Sheriff, la squadra di calcio di Tiraspol, di disputare e vincere il campionato moldavo e di arrivare in Champions. Creando pure non pochi problemi all’Inter

Georgia

La guerra di Georgia del 2008, ha provocato i casi dell’Abkazia e dell’Ossezia del Sud, territori rivendicati dalla Georgia nel cui confini erano inseriti all’epoca dell’Urss, ma proclamatisi indipendenti, con l’appoggio della Russia, di cui sono considerati ‘Stati fantoccio’.

Cina: i casi di Hong Kong, Taiwan e Macao

Insomma, di mezzo c’è quasi sempre la Russia. Così cattiva che quasi sempre si chiede di esservi annessa. Forse perché è un paese che funziona, sotto il quale è meglio starci anziché no. Seppur con le sue pecche e i suoi limiti.

Nel Mondo sono tanti i casi. Del resto, la storia è fatta di continue guerre di indipendenza o annessione. Con confini variabili. Guardando ad un altra potenza mondiale, la Cina, essa ha adottato un furbo sistema chiamato Una Cina due sistemi, letteralmente Un paese due sistemi. In cinese: 国两制 (Yīguóliǎngzhì).

In pratica, i territori di Hong Kong, Taiwan e Macao sono indipendenti ma solo sulla carta. Perché di fatto sono controllati dal paese cinese.

Hong Kong

Come riporta Wikipedia, attualmente la città di Hong Kong gode dello status di regione amministrativa speciale, mantiene un suo sistema economico capitalista e sul suo territorio il diritto praticato è quello della cosiddetta Hong Kong Basic Law.

Dopo l’indipendenza del Commonwealth, avvenuta nel 1997, Gran Bretagna e Cina raggiunsero un accordo col quale la seconda si impegnava per i 50 anni successivi a non imporre il proprio sistema all’isola. Di fatto pienamente capitalista ed occidentale (la borsa di Hong Kong è una delle più dinamiche del mondo). Tuttavia, la Cina sta già dando dei segnali di non voler attendere fino al 2047. Con molte situazioni di tensioni recenti.

Macao

La stessa soluzione venne riproposta per il rientro di Macao sotto la sovranità cinese nel 1999. Anche Macao è divenuta una regione amministrativa speciale, godendo di una larga autonomia amministrativa e della libertà di iniziativa economica in cambio della rinuncia ad una propria politica estera e di difesa.

Per ora la situazione sembra tranquilla, almeno rispetto alle tre. Ma mai dire mai. Le nuove generazioni potrebbero non voler più accettare questa condizione anche qui.

Taiwan

Per quanto riguarda Taiwan, l’isola è dal 1949 divenuta rifugio del governo della Repubblica di Cina, dopo la sconfitta delle forze guidate dal generale Chiang Kai Shek nella guerra civile cinese che fu vinta dal Partito comunista cinese.

Il governo di Taiwan rivendica la propria autonomia e indipendenza dalla Repubblica Popolare Cinese, godendo del riconoscimento diplomatico da parte di 15 paesi ed esercitando di fatto una sovranità autonoma dal punto di vista politico internazionale, economico e militare sul territorio e sulle acque circostanti l’isola di Formosa.

Il governo di Pechino ha sempre rifiutato qualunque riconoscimento ufficiale di tali rivendicazioni di indipendenza politica, e si riferisce ufficialmente all’isola di Formosa come se essa fosse una provincia sottoposta alla propria sovranità.

Negli ultimi tempi, però, la tensione sta aumentando. Proprio in queste ore, come riporta ANSA, Taiwan ha denunciato l’incursione di nove caccia militari cinesi nella sua zona di indentificazione aerea, in quella che è l’iniziativa più grande delle ultime due settimane da parte dell’Esercito di liberazione popolare. Temendo quanto sta accadendo proprio in Ucraina, aumentando il livello di allerta.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.