Russia sì, Ucraina no al G20: India lancia un chiaro messaggio al NWO

Russia sì, Ucraina no al G20: India lancia un chiaro messaggio al NWO

La crescita economica e demografica dell’India, che supereranno le rispettive crescite della Cina tra qualche anno, fanno sì che la terra che ha dato i natali a personaggi illustri come Osho Rajneesh, George Orwell o il Mahatma Gandhi, non intende certo piegarsi alla linea geopolitica dettata dal Nuovo Ordine Mondiale. Ma ha una sua identità e vuole mostrarla con forza.

E così, fanno discutere gli inviti per il G20 di cui l’India è presidente e che raggiungerà il suo clou per i prossimi 9 e 10 settembre. Mentre la carica è iniziata il 1° dicembre 2022 e si concluderà il 30 novembre 2023. In quelle due date settembrine, infatti, a Nuova Delhi si terrà il Vertice dei leader del G20 a livello di capi di Stato e di governo. Ma prima, ci saranno oltre 200 riunioni preparatorie in tutto il Paese, tra incontri ministeriali, gruppi di lavoro e engagment group.

Quanto agli inviti, sta facendo discutere il fatto che per il G20 l’India abbia invitato la Russia ma abbia escluso l’Ucraina. Un chiaro messaggio al Nuovo Ordine Mondiale (NWO) che sta nascendo.

G20 India: Russia invitata, Ucraina esclusa

Come riporta Contropiano, un elenco formale degli invitati pubblicato sul sito del G20 mostra che sono stati invitati 8 Stati non membri:

  1. Bangladesh
  2. Egitto
  3. Mauritius
  4. Paesi Bassi
  5. Nigeria
  6. Oman
  7. Singapore
  8. Emirati Arabi Uniti

È prevista anche la Spagna tra i non membri, come invitato permanente

Spetta al Paese ospitante decidere quali non membri invitare ogni anno. Sempre in Asia, Kiev era stata invitata al summit in Indonesia nel 2022 e al G7 in Giappone a inizio anno.

Eppure, secondo la storytelling mainstream occidentale, la visita di Narendra Modi negli Usa dello scorso fine giugno, era una “svolta” di Delhi rispetto al conflitto in Ucraina. L’India di Modi è una potenza emergente con propri obiettivi, molto nazionalista e con evidenti tratti autoritari che aggravano la tradizionale struttura delle “caste” (le classi sociali con cui è ancora divisa la società indiana, si va dai bramini in posizione dominante ai “paria” che praticamente senza diritti).

Del resto il paese, per quanto ultramoderno (è tra i più preparati in campo informatico, oltre a possedere la bomba atomica), presenta ancora delle forti contraddizioni interne. Non è stata ancora risolta la condizione di “quarto mondo” patita da parte della popolazione, così come arretrate sono ancora le condizioni della donna (numerosi casi di cronaca recenti ci hanno mostrato quanto siano diffuse pratiche come lo stupro e le violenze domestiche).

Ieri 15 agosto, nel celebrare l’anniversario dell’indipendenza, parlando ad una enorme folle dal Forte Rosso di New Delhi, fortilizio Moghul del XVII secolo, Modi ha esaltato in primo luogo se stesso, ricordando che:

grazie agli sforzi di 1,4 miliardi di indiani, abbiamo raggiunto la quinta posizione [nell’economia mondiale, ndr], questo non è successo per caso”, sottolineando che quando è “arrivato al potere nel 2014 eravamo alla decima posizione

Quindi è passato ad indicare gli obiettivi e le promesse:

Quando la povertà diminuisce in un Paese, il potere della classe media aumenta considerevolmente: nei prossimi cinque anni, vi prometto che l’India sarà tra le tre principali economie del mondo

L’India, nella sua visione, “sta diventando la voce del sud globale”, proponendo di fatto la stessa formula usata dai leader progressisti latino-americani.

Infine, ha chiuso il discorso rivendicando il ruolo dell’India nel Nuovo Ordine Mondiale:

La prosperità e la cultura indiana sono diventate un’opportunità per il mondo (…) vedere chiaramente che un nuovo ordine globale ed una nuova equazione geopolitica sta emergendo dopo il Covid

Del resto, qui abbiamo parlato di come Cina, India e Russia siano il nuovo asse contrapposto all’Occidente.

Putin sarà al G20 in India?

Difficile che ciò accada. Il presidente russo non rischierebbe di essere arrestato, come richiesto dalla Corte dell’Aja (come noto, di stretta obbedienza Usa). Certo, vederlo allo stesso tavolo con Biden, Sunak, Meloni, Scholz, e gli altri membri della Nato, sarebbe devastante per l’alleanza militare che sostiene Kiev nella sua guerra per procura.

Ma fino a settembre tutto può succedere. Viviamo in un mondo liquido che cambia velocemente. E abbiamo più volte detto di come l’appoggio occidentale in favore dell’Ucraina cominci a scricchiolare.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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