Sbarchi triplicati: quando Meloni prometteva blocco navale e affondamento Ong

Sbarchi triplicati: quando Meloni prometteva blocco navale e affondamento Ong

Gli sbarchi in Italia sfiorano le 100mila unità, malgrado le tante promesse roboanti di Giorgia Meloni quando era all’opposizione.

Il Governo Meloni si appresta a compiere un anno e per i bilanci c’è tempo. Certo, sono tante le promesse mancate e tra queste, una rapida soluzione per gli sbarchi. Uno dei cavalli di battaglia di Giorgia negli ultimi 10 anni passati a puntare il dito in Tv al Governo di turno.

I numeri sono impietosi, giacché gli sbarchi sono perfino triplicati rispetto al 2021, mentre sono raddoppiati rispetto al 2022. Secondo gli ultimi dati diramati dal Viminale, i migranti sbarcati in Italia nel 2023 sfiorano le 100mila unità (99.771), come detto, il triplo di quelli sbarcati nello stesso periodo nel 2021 e il doppio di quelli del 2022.

Sono tante le promesse fatte dalla Meloni per risolvere il problema. Li vediamo di seguito.

Promesse del governo Meloni per risolvere gli sbarchi

Il fatto quotidiano ricorda le tante cose dette da Giorgia in merito agli sbarchi, che nel 2023 ancora mietono vittime. L’ultimo tweet dell’attuale Premier con l’hashtag #blocconavalesubito risale al 7 settembre 2020, quando in uno degli innumerevoli attacchi all’ex ministra dell’Interno Luciana Lamorgese (sovente vittima anche degli attacchi di Matteo Salvini), Giorgia Meloni sentenziò:

Diamo il buongiorno al Governo che si è (forse) svegliato e comincia a capire la proposta di @FratellidItalia sul #BloccoNavale in accordo con le autorità libiche e tunisine per impedire la partenza dei barconi e fermare le morti in mare. Piano piano ci arriveranno pure il PD e il M5S

Del blocco navale tanto atteso non si vede neppure la poppa. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva annunciato trionfante un anno fa:

Il blocco navale lo stiamo facendo con l’accordo la Tunisia e la Libia. Domenica la premier Meloni andrà in Tunisia per la firma del memorandum insieme a von der Leyen, un grande successo dell’Italia

A marzo del 2023 Giorgia Meloni da Cutro, comune in provincia di Reggio Calabria, lanciava la fatwa contro gli scafisti da stanare “lungo tutto il globo terraqueo”. Ma di parole pesanti ne ha pronunciate tante: dalla “tratta degli schiavi del terzo millennio” (i cui “complici” sono Minniti e Gentiloni, come l’attuale premier ha accusato nel 2017) al niet “all’immigrazione clandestina e musulmana” (a cui nel 2015 si aggiunse l’ambizioso proposito di combattere l’Isis) fino al “razzismo istituzionale di Stato” che spende per i migranti “37 euro e mezzo” al giorno (e “900 euro al mese”, anzi “1200”), mentre tanti “anziani mangiano alla Caritas”, “i pensionati sociali” campano con 480 euro al mese e ci sono italiani lasciati “crepare sotto i ponti”.

Il blocco navale ha un solo precedente: quello del Governo Prodi di centro-sinistra, per arginare l’esodo albanese (ne parlammo qui) ed è una pratica osteggiata dal diritto di guerra. Quell’Albania che oggi ci prende in giro e ci paragona a loro in quel periodo. E fa bene. Del resto, ce lo abbiamo scritto nel nostro stesso Inno:

noi siamo da secoli calpesti e derisi

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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