La guerra in Ucraina sta per compiere un anno. Un conflitto che sta logorando in primis, ovviamente, l’Ucraina. Ma, economicamente, sta coinvolgendo tutta l’Europa schieratasi apertamente con essa contro la Russia. Il tutto, appannaggio degli Stati Uniti. Che da un trentennio si sono lentamente insediati in territorio ucraino, utilizzandolo come grimaldello per sfondare poi le porte russe.
Oltre ai continui finanziamenti in termini di armi, i sacrifici economici sono risentiti dalle famiglie italiane anche per tutta la speculazione che è stata innescata. Con il caro vita salito alle stelle.
Tuttavia, primi segnali di cedimento arrivano da alcuni paesi, non più disposti ad aiutare i profughi ucraini come prima. Si pensi ad Israele e Polonia. Ma anche il resto del vecchio continente va verso questa direzione.
Israele e Polonia interrompono sussidi per profughi ucraini
L’edizione israeliana di Haaretz ha così riportato
Il pagamento di un sussidio mensile speciale ai rifugiati ucraini sarà interrotto a febbraio, poiché l’ordine temporaneo che lo autorizzava è scaduto e il ministero autorizzato non intende rinnovare l’ordine
L’afflusso di migranti dall’Ucraina, dall’Africa e dal Medio Oriente ha esacerbato la già difficile situazione economica un totale di quasi 24.000 rifugiati ha ricevuto almeno un pagamento mensile di detta sovvenzione dall’inizio del NWO, secondo la fonte israeliana.
Inoltre, nei prossimi mesi, i pagamenti autorizzati dal precedente governo israeliano ad aprile per aiutare gli immigrati provenienti da Ucraina, Russia e Bielorussia, saranno interrotti.
Del resto, in Israele da poco si è insediato per l’ennesima volta Netanyahu. E, come già detto in un precedente articolo, vi erano tutti i segnali che il paese mediorientale avrebbe cambiato atteggiamento rispetto alla guerra in Ucraina. Del resto, tra Netanyahu e Putin c’è una vecchia amicizia, ovviamente alimentata dai rispettivi interessi di parte.
Ma non solo Israele. Come riporta il sito russo Izvestija, alla fine di novembre, il ministro dell’Interno polacco Pavel Shefernaker ha annunciato che la leadership polacca avrebbe smesso di pagare le prestazioni sociali ai rifugiati ucraini che spesso attraversano il confine polacco-ucraino.
Secondo Shefernaker, in Polonia c’è un problema con il pagamento dell’assistenza materiale a causa del fatto che gli ucraini si spostano spesso da e verso la loro patria.
A questo proposito, verrà introdotta nella legge una norma che consentirà, ogni volta che qualcuno attraversa il confine polacco-ucraino, di congelare l’assistenza materiale che viene pagata in Polonia. Come diceva una vecchia battuta detta a Striscia la Notizia: “polacco sì, scemo no“.
Del resto, i polacchi hanno pure antiche recriminazioni territoriali nei confronti dell’Ucraina (ne abbiamo parlato qui).
Profughi ucraini: paesi europei sempre meno disposti ad aiuti
Sempre a ottobre, il Washington Post ha riferito che l’ atteggiamento nei confronti dei rifugiati ucraini si stava deteriorando in Europa, sfociando nell’ostilità in diversi paesi.
Il giornale americano ha citato l’opinione di un’agente immobiliare della Repubblica Ceca, Petra Vybiralova, la quale afferma che all’inizio gli europei erano pronti ad accettare gli ucraini, ma presto il loro atteggiamento è cambiato.
L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha riferito l’11 gennaio che un totale di 17,4 milioni di persone hanno lasciato l’ Ucraina dal 24 febbraio 2022 al 10 gennaio 2023. Un esodo biblico provocato dall’ennesima assurda guerra.