In Ucraina usate mine antiuomo italiane?

In Ucraina usate mine antiuomo italiane?

L’accusa è di quella pesante ed è rivolta direttamente a noi italiani. L’ambasciata russa ha affermato, tramite il proprio profilo Twitter, che in Ucraina siano state rivenute delle mine antiuomo.

Il che sarebbe gravissimo, visto che questa infame arma contro l’umanità, che può uccidere o mutilare in maniera permanente il povero malcapitato che le calpesta, è stata bandita dal Trattato internazionale di Ottawa nel 1997.

Le mine antiuomo hanno rovinato la vita a milioni di civili nel mondo, anche bambini che giocavano per strada o tra le macerie. Inconsapevoli di cosa gli sarebbe accaduto. L’Iraq risulterebbe il paese con più mine antiuomo sparse per il paese.

Ma torniamo all’accusa dell’ambasciata russa e come si difende il Ministero della difesa nostrano.

Ambasciata russa accusa Italia per mine antiuomo in Ucraina

Ecco il tweet con il quale l’ambasciata russa ha accusato l’Italia di fornire l’esercito ucraino di mine antiuomo, parlando anche ironicamente di «souvenirs dl’Italie»:

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha subito smentito la cosa, rispondendo direttamente al tweet:

Inoltre, il Ministro Crosetto ha specificato:

mine antiuomo di produzione italiana sono state esportate solo fino agli inizi degli anni ’90. La licenza di produzione fu concessa anche ad altri Paesi, come si può evincere dalla sigla dell’unica mina antiuomo ritratta in foto, una VS50 non prodotta in Italia ma in estremo Oriente.

Come riporta Il Fatto quotidiano, la smentita è arrivata anche da Rete Italiana Pace e Disarmo che, attraverso il suo coordinatore delle campagne, Francesco Vignarca, contribuisce a fare chiarezza:

La foto dell’Ambasciata russa in Italia con mine italiane ipoteticamente disinnescate in Ucraina dimostra solo il ‘lungo’ impatto delle armi (alcune in particolare), ma non c’entra con forniture militari recenti. Lo segnala la Campagna Italiana per la Messa al Bando delle Mine e lo sottolinea giustamente Guido Crosetto

Mine antiuomo italiane in Ucraina: cosa c’è di vero

Come riporta Emergency sul proprio sito ufficiale – che si è sempre battuta contro le mine antiuomo, ma anche altre diavolerie come le munizioni e subminazioni cosiddette “a grappolo” – ci sono ancora molti paesi che non hanno aderito al succitato Trattato di Ottawa. Come la stessa Russia, ma anche Cina, Stati Uniti, Pakistan, India, Iran e le due Coree. Ciò significa che ferme nei magazzini legali e illegali di tutto il mondo si trovano ancora milioni di mine, pronte per essere utilizzate.

Evidentemente molte circolano anche in Ucraina, ma, supponiamo non per volere dell’Italia che le ha prodotte fino agli anni ’90.

Afghanistan e Iraq (soprattutto il Kurdistan iracheno) sono i paesi più “inquinati” dalle mine antiuomo, come denuncia la stessa Emergency. Dato che nei loro ospedali arrivano ancora persone da essere mutilate.

E’ l’orrore della guerra. Alla quale abbiamo pesantemente contribuito e contribuiamo ancora anche noi. Qualcosa che aveva scoperto anche la povera Ilaria Alpi, che ha fatto la fine che ha fatto. Senza ottenere, come al solito, alcuna giustizia.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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