Benedetto XVI, dal nazismo alla pedofilia: le ombre su Ratzinger

Benedetto XVI, dal nazismo alla pedofilia: le ombre su Ratzinger

Neppure il motto “morto un Papa se ne fa un altro” è più valido. Infatti, oggi è morto Papa Benedetto XVI, ma un altro Papa già c’è. Avendo egli dato le dimissioni sostituito come noto da Papa Francesco.

Al secolo Joseph Aloisius Ratzinger, Papa Benedetto XVI aveva 95 anni ed era malato da tempo. Sebbene le sue condizioni di salute si fossero particolarmente aggravate da una settimana.

Papa Benedetto XVI può essere considerato un riformatore conservatore, visto che, da fine teologo, ha comunque dato un importante contributo all’innovazione della Chiesa, pur mantenendo sempre solidi radici tradizionaliste. Tanto da essere ricordato più come conservatore e strenuo difensore della Chiesa romana del passato che come un suo innovatore.

Non mancano però discutibili ombre sul suo passato, che vediamo di seguito.

Papa Ratzinger biografia

Come riporta Wikipedia, Papa Benedetto XVI, nato Joseph Aloisius Ratzinger, è stato il 265º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, nonché 7º sovrano dello Stato della Città del Vaticano (insieme a tutti gli altri titoli conferiti ad un romano pontefice), dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013.

E’ stato il settimo tedesco a rivestire il ruolo di Papa, pur rinunciando al titolo di patriarca d’Occidente per la prima volta rispetto ai suoi predecessori. Affermato professore di teologia, partecipò al Concilio Vaticano II e successivamente prese parte attiva alle riviste Concilium e Communio, della quale fu peraltro tra i fondatori.

Nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga e creato cardinale da papa Paolo VI nel 1977, durante il pontificato di Giovanni Paolo II fu tra i suoi più stretti collaboratori, essendo stato chiamato a reggere la Congregazione per la dottrina della fede dal 1981 al 2005. Decano del collegio cardinalizio dal 2002, con il conclave del 2005 succedette a papa Giovanni Paolo II dal mese di aprile.

Nel concistoro ordinario dell’11 febbraio 2013 diede le dimissioni, risultando così l’ottavo pontefice a farlo. Gli successe Papa Francesco, eletto il 13 marzo 2013.

Dopo le dimissioni, il suo titolo è diventato sommo pontefice emerito o papa emerito, mentre il suo trattamento è rimasto quello di Sua Santità.

Papa Benedetto XVI e il Nazismo

Dire che Papa Ratzinger sia stato un nazista sarebbe improprio. Come riporta Nxwss, essendo nato il 16 Aprile 1927 in Baviera da una modesta famiglia di agricoltori, si è ritrovato a vivere l’infanzia e l’adolescenza in pieno regime nazista. Regime che non risparmierà neppure la sua famiglia, visto che suo cugino, affetto dalla sindrome di down, venne soppresso nell’ambito del programma Aktion T4. Con il quale il Nazismo sopprimeva i malati di mente, gli handicappati e quanti non fossero produttivi per la società.

All’età di 12 anni inizia a frequentare gli ambienti cristiani seguendo il seminario minore a Traunstein. L’istituto sarà poi trasformato come base militare nel 1942, essendo in pieno corso la tragica Seconda guerra mondiale.

Nel 1941, dunque a 14 anni, viene obbligatoriamente iscritto alla Gioventù hitleriana, organizzazione giovanile creata dal regime per creare nuovi soldati e adepti. Due anni dopo entra nei Luftwaffenhelfer: si tratta di un corpo di soldati-bambini di supporto all’aereonautica militare. Minori che non saranno risparmiati fino alla fine della guerra, quando ormai di soldati adulti ne saranno rimasti pochi.

Continuerà a servire a periodi alterni nell’esercito tedesco, riuscendo poi a disertare nell’aprile 1945, quando ormai il regime nazista volgeva ormai al termine e a tornare così a casa. A guerra finita, si iscrive al seminario a Monaco, e contemporaneamente studia filosofia e teologia all’Università.

Difficile dunque accusarlo di simpatie naziste. All’epoca era solo un adolescente e sebbene la storia ci abbia restituito casi di eroismo anche in tenera età, tutto va contestualizzato e occorre sempre chiedersi cosa avremmo fatto davvero noi.

Papa Benedetto XVI e la pedofilia

Veniamo alla seconda accusa più ricorrente nei confronti di Papa Ratzinger: quella relativa al fatto di non aver fatto molto contro la pedofilia. Un articolo del New York Times del 2010, alquanto circostanziato, parla delle precise responsabilità di Ratzinger, sebbene alla fine si comprende che forse siano stati più i suoi collaboratori a tacere ed insabbiare.

Occorre poi dire che sia stato il primo pontefice a scusarsi esplicitamente con le vittime di abusi da parte di membri della Chiesa. Anche se le sue dimissioni, ufficialmente per motivi di salute, per alcuni siano state dettate più dal contesto dinanzi al quale Ratzinger avrebbe “alzato le mani“. Indignandosi e forse preoccupato di una bomba pronta ad esplodere. Di fatto sarà il successore Bergoglio a far “saltare molte teste“.

Bendetto XVI contro l’omosessualità

Infine, in molti non dimenticano il contrasto di Ratzinger nei confronti dell’omosessualità. All’indomani del suo insediamento, il Vaticano approvò un documento con il quale si proibiva l’accesso ai seminari per tutti coloro che «praticano l’omosessualità», hanno «tendenze omosessuali profondamente radicate» o che sostengono «la cosiddetta cultura gay».

Nel 2006 ha inoltre criticato le unioni civili, influenzando non poco la loro approvazione parlamentare, della quale all’epoca si parlava molto col Governo Prodi II. Unioni civili che arriveranno solo dieci anni dopo.

Il pontefice però non ha risparmiato nemmeno la pornografia, la masturbazione e la contraccezione, essendo contrarie alla dottrina cattolica e al fine ultimo della pratica sessuale, ovvero la procreazione.

Criticate in modo particolare le sue posizioni contro i contraccettivi, anche quando usati per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili come l’AIDS. Ratzinger promuoveva invece strumenti come la continenza, la fedeltà nel matrimonio, l’educazione. Misure certo non facili da applicare in paesi come quelli africani dove le nascite incontrollate generano problemi di povertà assoluta ma anche appunto maggiore esposizione alle malattie virali.

Insomma, questo 2022 si è chiuso con due morti eccellenti: quella di Pelé per il calcio e quella di Ratzinger per la religione.

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