Oro ‘bene rifugio’ anche nell’economia digitale: i numeri sorprendenti

Oro ‘bene rifugio’ anche nell’economia digitale: i numeri sorprendenti

Da anni ormai stiamo familiarizzando con termini come Finanza decentralizzata (DeFi), Finanza tecnologica (FinTech), criptovalute, e-commerce, smart contract, criptovalute, ecc. Eppure, l’oro resta sempre il “bene rifugio” per antonomasia.

Si parla di “bene rifugio” per indicare il fatto che, quando il mercato azionarioè in tempesta“, quindi caratterizzato da una spiccata instabilità e volatilità, ecco che stati, banche, investitori istituzionali o retails, e risparmiatori decidono di puntare su questo bene tangibile e sicuro come da millenni a questa parte. Già, perché già per gli antichi l’oro era simbolo di lusso e potere.

Anzi, proprio perché l’economia sta diventando sempre più instabile e incerta, l’oro sta vedendo aumentare il suo valore e la sua importanza. Alla faccia di chi aveva designato il Bitcoin nuovo bene rifugio.

Quanto vale l’Oro?

Basta guardare al grafico sottostante elaborato dal portale BullionVault in tempo reale sull’andamento dell’Oro, per rendersi conto facilmente di quanto detto fino ad ora.

valore oro https://oro.bullionvault.it/Prezzo-Oro.do

Anche non essendo proprio esperti di economia, si può vedere facilmente come negli ultimi vent’anni il prezzo dell’oro sia aumentato in concomitanza con le grandi crisi economiche. Dopo lo scandalo dei sub-prime del 2008, che hanno sconvolto l’economia mondiale, fino al 2013.

Poi c’è stata una leggera flessione, grazie alla timida e fragile ripresa economica globale vissuta tra il 2014 e il 2020. Anno quest’ultimo a partire dal quale sappiamo benissimo cosa è successo, con l’oro che è ripreso a salire, mantenendo un valore prossimo ai 2mila dollari a oncia, talvolta superandolo seppur brevemente, sostenuto anche dalla crisi geopolitica in corso della quale non si vede la fine.

Ad onor del vero, l’oro ha retto abbastanza bene anche nei sei anni di calo, quando il Bitcoin ha iniziato a far parlare di sé.

I massicci investimenti sull’Oro

Come riporta Il fatto quotidiano, nell’ultimo anno le banche centrali hanno ricominciato ad accumulare riserve in oro e lo fanno acquistando il metallo giallo sul mercato mondiale, vuoi Over-the-Counter (OTC) – ossia comprandolo direttamente da una bullion bank o da una raffineria d’oro riconosciuta a livello internazionale (si pensi alla MKS PAMP) – oppure da altre banche centrali o organizzazioni internazionali, come il Fondo monetario internazionale (FMI). Alcune hanno persino aumentato le riserve auree estraendo o raffinando la produzione nazionale di oro.

Questa “corsa all’oro” è sicuramente positiva per produttori, raffinatori ed investitori. Può inoltre avere effetti positivi sulla trasparenza e la responsabilità delle banche centrali, rispetto ad una economia poggiata soprattutto sul digitale.

Sul lato negativo, però, può creare squilibri e tensioni nel sistema monetario internazionale. Così come può aumentare ulteriormente la volatilità e l’incertezza dei mercati valutari, trasformandosi anche in causa oltre che conseguenza, nonché il rischio di conflitti e sanzioni.

Non è un caso che paesi in ascesa come Cina e India siano tra i principali importatori di oro. Ad essi si aggiunge la Russia, che sta cercando di mitigare le sanzioni ricorrendo appunto a questo da sempre appetitoso metallo.

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