Il Padrino compie 50 anni: aneddoti e retroscena poco conosciuti

Introduzione

Il Padrino compie 50 anni. Infatti, usciva nelle sale americane il 24 marzo 1972, per la regia di Francis Ford Coppola, destinato a diventare uno dei più amati, celebrati e imitati della storia del cinema. Ispirato all’omonimo romanzo di Mario Puzo, la sceneggiatura sarà scritta a 4 mani dal regista e da quest’ultimo.

La storia è quella della famiglia mafiosa italo-americana dei Corleone, capeggiata da Vito Corleone (originariamente Vito Andolini, ma il cognome Corleone gli verrà dato giunto bambino in America, dove viene confuso con la sua città d’origine. Come si spiegherà nel sequel). Interpretato dal mitico Marlon Brando. E’ ambientata nella New York anni ’40.

Nel super cast troviamo anche: Al Pacino, che ha il ruolo di Michael Corleone, che ne prenderà le redini; James Caan, nel ruolo del primo genito Sonny, ucciso trucidato in un agguato; Robert Duvall, nel ruolo dell’avvocato consigliere di famiglia Thomas Hagen; Diane Keaton, fidanzata e poi moglie di Mike. Ed ancora, Talia Shire, nei panni di Connie, unica figlia femmina di Don Vito, e lo sfortunato John Cazale, morto a soli 42 anni per un cancro ai polmoni, nei anni del debole Fredo.

Al già poderoso cast si aggiungerà nel sequel la presenza di Robert De Niro, nei panni del Vito Corleone giovane. Allo straordinario cast di attori, vanno aggiunti la inconfondibile colonna sonora di Nino Rota e i costumi (su tutti la mise di don Vito, con tanto di fiore all’occhiello) di Anna Hill Johnstone.

Seguiranno altri due film, con il sequel uscito 2 anni dopo che ricalcherà le origini di Don Vito, in una sublime continua alternanza tra passato e presente. Mentre la pellicola che chiude la trilogia, arrivata molti anni più tardi (nel 1990) chiuderà in mal modo la saga, apparendo un film debole nella trama e nella recitazione.

Il Padrino è un cult senza tempo, con le sue numerosi frasi rimaste nel lessico ancora oggi, ispiratore di tanti altri film e serie tv (su tutte, la più riuscita è I soprano).

Come ogni grande film, però ci sono aneddoti che pochi conoscono. Li vediamo di seguito.

Il Padrino aneddoti

RadioDeejay ha raccolto diversi aneddoti interessanti.

Francis Ford Coppola rischiò il licenziamento

Francis Ford Coppola non fu l primo regista a cui gli Studios avevano pensato per Il Padrino. Elia Kazan, Arthur Penn, Richard Brooks e Costa-Gavras hanno tutti rifiutato.

Alla fine è arrivato Coppola, ma, subito dopo l’inizio delle riprese, i produttori non erano convinti. Lui stava facendo un film troppo parlato, loro invece volevano qualcosa con più azione. La svolta ci fu quando Michael uccide Sollozzo e McCluskey. Scatenando di fatto la guerra, sebbene il film non diventa mai realmente violento, mantenendo più i connotati di una commedia.

Il logo poteva non essere quello

Una accesa diatriba si verificò anche per il mitico logo, della mano che tiene le fila della scritta. A mo’ di marionette. E’ la stessa del libro, Coppola voleva che diventasse anche quella del film, mentre la Paramount no. Per fortuna, vinse il primo.

Poteva essere ambientato nel Kansas

Anche la New York anni ’40 rischiava di non esserci come palcoscenico del film. La Paramount voleva la più economica Kansas City e pure contemporanea (anni ’70). Anche qui Coppola ha dovuto convincere i produttori a mantenere la fedeltà al libro.

A rischio pure Marlon Brando e Al Pacino

il padrino trama

A conferma di quanto una casa di produzione finisca sempre per apportare modifiche peggiorative alle sceneggiature iniziali, la Paramount non era convinta neanche di Marlon Brando e Al Pacino. Brando aveva ormai la fama di attore difficile e quindi gli Studios dissero a Francis Ford Coppola che lo avrebbero ingaggiato soltanto a tre condizioni:

  1. Brando doveva fare un provino
  2. avrebbe dovuto recitare gratis
  3. avrebbe dovuto depositare una cifra per potenziali perdite causate dal suo comportamento inaffidabile

Tuttavia, bastò la prova trucco per convincerli e lasciare stare le altre due condizioni. Decisivo fu il cotone in bocca per creare la mitica mascella pronunciata del padrino. Per quel ruolo era stato pensato anche un altro grande attore: Jack Nicholson.

Anche Al Pacino ha rischiato: i produttori volevano Redford o Ryan O’Neal per il ruolo di Michael Corleone. Anche Martin Sheen e James Caan (che ha poi ottenuto la parte di Sonny) fecero il provino per Michael. Ma Coppola aveva in mente solo un nome per quel ruolo: Al Pacino.

Robert De Niro pensato per Sonny

Robert De Niro poteva far parte del cast iconico di Il Padrino già nel primo film. L’attore ha fatto il provino per il ruolo di Sonny, ma il regista Francis Ford Coppola lo scartò, pensando che la sua personalità fosse troppo violenta per il personaggio. L’attore però fece una buona impressione: Coppola lo richiamò infatti per Il Padrino – Parte II.

Curiosi di vedere De Niro nei panni del sanguigno Sonny Corleone? Ecco il video:

Il gatto di don Vito era randagio

La scelta del gatto non era programmata. Francis Ford Coppola continuava a vedere sul set un gatto randagio che si intrufolava durante le riprese. Il giorno della scena nello studio di Vito il regista ha preso il gatto e ha chiesto a Marlon Brando di improvvisare con lui. I due si sono trovati talmente bene che alla fine il gatto si è seduto sulle sue gambe per tutto il giorno.

Testa di cavallo vera

Nella mitica quanto tremenda scena della testa di cavallo nel letto del regista che non voleva dare la parte a Johnny Fontane (interpretato da Al Martino), fu usata una testa vera. Quella costruita non sembrava abbastanza vera. Il regista se ne procurò così una in una fabbrica di cibo per cani.

Frank Sinatra odiò il film

Al grande Frank Sinatra Il Padrino non è andato mai giù, già quando uscì il libro. Pare addirittura che, quando gli fu presentato Mario Puzo nel 1970, il cantante minacciò di spezzare le gambe allo scrittore. Per Sinatra il personaggio di Johnny Fontane era troppo simile a lui.

Prima che le riprese del film cominciassero contattò Francis Ford Coppola cercando di convincerlo a ricomprare i diritti da Paramount e a fargli interpretare Vito Corleone. Il regista si rifiutò e questo fu lo screzio finale per Franks Sinatra, che ha dichiarato il suo odio per ll Padrino da allora.

Del resto, anche su Sinatra giravano voci di un “aiutino” da parte della mafia italo-americana per il lancio definitivo in carriera. E, probabilmente, Puzo si ispirò proprio a quello.

Il Padrino retroscena

Altri retroscena ce li regala The Indipendent.

La scena del matrimonio di Connie

Il film si apre con il matrimonio di Connie, così realistico, naturale e spontaneo. Un’occasione di famiglia tentacolare e carnevalesca, girato in uno stile a ruota libera, simile a un documentario. “Era programmato per tre giorni e poi è durato due settimane”, dice Shire di quella sequenza, girata molto vicino all’inizio della produzione. “Aveva molti ricordi dei matrimoni che andavo con me stessa da piccola“.

Quelle gioiose scene di matrimonio sono state catturate in un’atmosfera di estrema tensione.

Ero abbastanza sotto tiro. Giravano voci sulla mia sostituzione… Non ero mai del tutto sicuro che non sarei stato licenziato

ricorda Coppola.

Ricordo il periodo in cui ho girato Il Padrino con qualche ricordo di angoscia perché ero molto angosciato. Mi sono reso conto che la mia posizione non era del tutto sicura

Connie nel libro è più sciatta, sposata per interessi

Coppola ha lanciato Shire contro lo stereotipo del libro. Nel romanzo, Connie è una figura sciatta. I giovani cantanti vogliono sposarla non per il suo aspetto, ma per il potere di suo padre. Il regista pensava che sua sorella fosse troppo bella per il ruolo, ma glielo diede comunque.

All’epoca, non pensavo fosse un buon casting, ma poi ho pensato, beh, sarei stato comunque licenziato, quindi lascia che mia sorella abbia un’opportunità

ricorda il regista con il suo atteggiamento fatalista.

Sarà stato il caso, ma l’attrice americana interpreterà una donna simile nel primo Rocky, di 4 anni dopo. La mitica Adriana.

Coppola indebitato

Quando iniziarono le riprese, Francis Ford Coppola era profondamente indebitato. Lui e sua moglie Eleanor vivevano in un appartamento angusto con due bambini piccoli e un altro in arrivo. Sofia (che è cresciuta fino a diventare lei stessa una rinomata regista) è nata durante la produzione. A poche settimane di vita, è stata invitata dalla stampa ad apparire nella scena del battesimo del film… e due decenni dopo ha avuto un ruolo da protagonista nel ruolo di Mary Corleone, la figlia di Michael, in Il Padrino Parte III (o ““Coda: The Death of Michael Corleone”, come preferiva chiamarla Coppola).

Attrici disturbate dal ruolo delle donne debole e marginale

il padrino aneddoti

Guardando il film nel 2022, non puoi fare a meno di notare il modo in cui i personaggi femminili sono relegati in disparte o trattati molto male. Keaton è molto forte come la fidanzata di Michael Corleone, Kay Adams, nelle prime scene, ma poi scompare quasi per due ore prima di riemergere solo nei capitoli finali.

Simonetta Stefanelli, nei panni della giovane e bella siciliana di cui Michael si innamora, Apollonia, è filmata in primi piani luminosi come se fosse una principessa delle fiabe, e poi viene fatta saltare in aria quando si mette al volante dell’auto di Michael. Lucy Mancini (Jennie Linero) sembra essere nel film principalmente per soddisfare la lussuria di Sonny. Anche la matriarca di famiglia, Mama Corleone (interpretata dalla cantante jazz Morgana King), è una presenza molto sommessa.

Keaton ha ammesso liberamente di aver cancellato dalla mente Il Padrino per 30 anni. “Ho sempre pensato di essere la persona più estranea e strana del film e, ‘Perché ci sono stato scelto?’ E non avevo voce“, ha detto, durante una riunione del cast al Tribeca Film Festival nel 2017. Ma poi lo guardò di nuovo quell’anno e fu sorpresa dalla sua brillantezza. “Ogni singola scelta che [Coppola] ha fatto è stata proprio una scelta geniale“, ha detto alla BBC The Graham Norton Show. “Devo dirtelo, il film è geniale ed è tutto quel dannato Francis Ford.”

L’unico momento in cui un personaggio femminile è davvero in primo piano è quando Connie si scatena in una follia di distruzione di una donna, rompendo tutte le porcellane e gli oggetti di vetro nel suo appartamento dopo essere stata picchiata ancora una volta dal marito violento, Carlo (Gianni Russo). La scena mette in moto la catena di eventi che porta all’uccisione di Sonny (James Caan) fuori dal casello di Jones Beach Causeway a Long Island. Talia Shire ha ricordi vividi del giorno in cui ha distrutto le stoviglie.

Era spaventoso“, ricorda. Poi aggiunge:

La telecamera era nel mezzo. Era come se dovessi andare da un posto all’altro. Ero incredibilmente consapevole che se avessi sbagliato tutto, avrebbero dovuto resettare tutto di nuovo… e, ragazzo, non volevo sbagliare (…) I piatti erano pesanti e difficili da rompere. Aveva perso la scarpa ma doveva continuare a correre, anche se aveva paura di tagliarsi. Ma è stata una scena spaventosa. Quel personaggio è incinta. Quella violenza è orribile da vedere

Shire riconosce che Connie era un personaggio “oppresso“, in un mondo profondamente patriarcale in cui “non può avere un’opinione al di fuori della cucina“. Tuttavia, elogia suo fratello per il modo in cui ha permesso al personaggio di evolversi nei prossimi due film del Padrino, avendo relazioni spericolate e alla fine diventando lei stessa un’assassina. “Devo dire che, la sua ultima evoluzione, nel terzo film [Il Padrino], è incredibilmente potente e un po’ distorta, se non un po’ tossica

Come Brando, Shire aveva studiato con la leggendaria insegnante di recitazione Stella Adler. Era quindi in una buona posizione per valutare la performance di Brando

Sapevo da lei [Stella Adler] quale fosse la sua disciplina. L’ho potuto vedere al lavoro, nel modo in cui ha disegnato il personaggio. Era una meraviglia, essere vicino a questo grande artista e guardarlo fare il suo lavoro… Stella Adler credeva che dovessi avere una spina dorsale; dovevi avere delle azioni. E i tuoi costumi erano un’estensione del tuo personaggio. Devi capire il testo. Si vedeva in Brando quel senso dell’arte. Alla fine [quando Corleone sta giocando con suo nipote], dove è un mostro, con l’arancia infilata [in bocca], quella è l’incarnazione del personaggio – e quella è Stella Adler

Per la prima volta si usava il suffisso “Part II”

Realizzando un secondo film, Coppola stava inavvertitamente inaugurando una nuova era del cinema in franchising. “Siamo stati i primi a usare un numero con Il Padrino – Parte II… non c’era mai stato un film americano chiamato ‘Parte II'”, ha recentemente riconosciuto il regista.

Aneddoti su Il Padrino: ultimo grande successo per Brando, consacrazione per Al Pacino

Questo tra gli aneddoti su Il Padrino lo inserisco io. Da grande estimatore di entrambi gli attori. Questa pellicola segnò una valenza opposta per i due attori protagonisti.

Per Marlon Brando rappresenta infatti l’ultimo grande successo, sebbene provenisse da un lungo periodo di insuccessi commerciali. Dovuti a film carenti ma anche da una vita privata turbolenta e da un carattere molto ribelle dal punto di vista professionale (di qui il succitato scetticismo della Paramount Pictures).

A Il Padrino farà seguito il buon successo, nello stesso anno, di Ultimo tango a Parigi (soprattutto per lo scandalo che destò). Mentre per un altro successo di rilievo occorrerà attendere altri 7 anni, con Apocalypse Now (anche su questo film ho scritto molti aneddoti che troverete qui). Da allora seguirà anche un declino fisico dell’attore, sempre più obeso e relegato a ruoli in film di scarso livello.

Per Al Pacino, invece, si trattò di una consacrazione. Fino ad allora aveva recitato in 2 film, neanche memorabili. Ma poi fecero seguito tanti successi e ruoli da protagonista.

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