Bye bye Fazio, il Pd perde il suo miglior megafono

Fabio Fazio lascia la Rai, questa volta è ufficiale. E con lui la fedelissima Luciana Littizzetto, compagna di quel lungo viaggio chiamato “Che tempo che fa?su Raitre.

I due approdano su Nove, rete della Warner Bros Discovery, con grande entusiasmo di Alessandro Araimo, GM Italy & Iberia. Il quale afferma di essere sempre ben disposto ad accogliere talenti e che Fazio avrà piena libertà di sperimentare anche cose nuove.

Fabio Fazio è un presentatore decano della Rai, che con Che tempo che fa aveva trapiantato in Italia lo storico format del David Letterman Show show americano.

In questi anni però, ha palesato una certa predisposizione verso la sinistra radical chic, diventando quasi un’isola felice del Partito democratico. Durante la Pandemia, poi, non ha mancato di sponsorizzare continuamente vaccini e lockdown, ospitando ogni domenica sera il professor Burioni.

La Littizzetto, poi, con la sua voce irritante e le sue battute volgari, non ha mancato di rientrare nel filone ipocrita del “se non ora quando“.

Durante i governi del Pd, la sua presenza nel palinsesto non è mai stata messa in discussione. Anzi, l’aveva addirittura raddoppiata: aggiungendo al tradizionale appuntamento della domenica sera, quello del lunedì.

Al di là del personaggio, la rimozione di un programma e di uno storico conduttore non è mai una bella notizia. E rievoca quanto accaduto vent’anni fa con l’editto bulgaro, che arrivò addirittura a rimuovere Enzo Biagi (qui ho parlato dell’autentica maledizione che ha lasciato). Ma la Rai è di chi vince le elezioni fin da quando esiste. Sebbene Raitre sia rimasta sempre indiscutibilmente alla sinistra fin dalla sua creazione. Tanto da meritarsi il nomignolo di “Tele Kabul“.

Al suo posto si parla di Pino Insegno, molto vicino alla Meloni.

La carriera di Fabio Fazio

Il Messaggero ricostruisce la sua carriera. Cinquantott’anni, esordisce su Odeon Tv a condurre un programma di sport, Forza Italia, ed è lì che lo nota Marino Bartoletti. Fu così che nel 1993 nasce Quelli che il calcio: prima su Rai3, poi su Rai2. Un programma cult, piacevole, che ha fatto la storia della televisione moderna, anche grazie alla presenza di tanti personaggi comprimari. Fazio in quegli anni sgodanò di nuovo i Savoia, invitando spesso Emanuele Filiberto, ma rilanciò anche personaggi storici che poi diventeranno una presenza fissa ancora oggi. Vedi Orietta Berti.

Bella anche la trasmissione Anima mia, condotta con Claudio Baglioni, che celebrava mode, personaggi e costumi degli anni ’70 e ’80. Un po’ quanto oggi tenta di fare il meno simpatico Carlo Conti.

Fabio Fabio ha condotto anche due Sanremo, nel 1999 e 2000. Innova la kermesse ligure introducendo co-conduttori non strettamente legati al mondo della tv: il Nobel Renato Dulbecco e Luciano Pavarotti. Porta come ospite l’ultimo presidente dell’Urss Michail Gorbaciov, stabilendo un boom di ascolti.

Poi dal 2003 il lancio di Che tempo che fa, programma di approfondimenti politico e culturale passato per tutti e tre i canali.

Per la Rai senza dubbio una perdita in termini di qualità. Ma le dinamiche interne alla Rai non fanno sconti a nessuno.

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