Dalla squadra di calcio al tesoro di famiglia: il ritorno dei Savoia

Dalla squadra di calcio al tesoro di famiglia: il ritorno dei Savoia

L’Italia e il complicato rapporto con i suoi reali, cacciati letteralmente dal paese appena nata la Repubblica, rei di averlo consegnato con troppa facilità al Fascismo. E di averci beatamente convissuto per 21 anni, anche promulgando aberranti leggi come quelle razziali. Parliamo della famiglia Savoia, della quale ogni tanto si torna a parlare.

Come in questi giorni, nei quali, tra voglia di acquistare squadre di calcio e di tornare in possesso dei tesori di famiglia, la discussa Cara reale italica ha rispolverato il proprio vecchio motto: Avanti Savoia!

Emanuele Filiberto vuole acquistare il Savoia

Partiamo dal Principe Emanuele Filiberto, rispolverato una trentina di anni fa da Fabio Fazio ai tempi di Quelli che il calcio. Quando il presentatore ligure si occupava simpaticamente di pallone e non si proponeva come improbabile e parziale David Lettherman italiano.

Tra comparsate televisive, velleità di candidarsi e possibili Reality show, il rampollo di Casa Savoia ha spesso fatto parlare di sé. Ora lo fa dove tutto è cominciato, dal calcio. Visto che vorrebbe rilevare la squadra di Torre Annunziata, città marina alquanto complicata di 40.065 abitanti in provincia di Napoli.

Il calcio Savoia 1908 attualmente milita nel campionato di Eccellenza e nella sua plurisecolare storia ha vissuto tanti momenti di difficoltà, durante i quali non sono mancate grandi speranze di rilancio poi disattese.

Orbene, come riporta Libero, Filiberto avrebbe per il Savoia dei sogni in grande:

In 3-4 anni punteremo al la serie C e poi al ritorno in B. Voglio farlo per la città e per i tifosi. E soprattutto mi rivolgo ai giovani: grazie allo sport possiamo dare un calcio alla malavita

Il desiderio di Emanuele Filiberto ha subito scatenato delle veementi proteste, come quelle del movimento neoborbonico, il quale ha subito ricordato i tanti primati che il Sud aveva prima dell’Unità d’Italia (che noi abbiamo raccolto qui). Rievocando quindi la questione meridionale e del saccheggio del sud ad opera della casata piemontese destinata al fallimento.

Ad accodarsi all’indignazione rispetto ad Emanuele Filiberto presidente del Savoia troviamo anche l’ANPI, che ricorda come Torre Annunziata fu una delle 2 uniche città della provincia di Napoli a votare a maggioranza per la Repubblica. Mentre il Sud – e soprattutto proprio la Campania – votò in massa per la Monarchia.

Per poi aggiungere ironicamente nel proprio post su Facebook:

Torre Annunziata ha un vitale bisogno di legalità e per questo ha bisogno di cittadini e cittadine, non di principi, principesse, sovrani, regine e soprattutto mai più sudditi

A proposito di referendum Repubblica-Monarchia, qui abbiamo parlato delle prove sui brogli che vi furono per far vincere la Repubblica.

Certo, resta comunque paradossale che ci si indigni del fatto che una squadra che porta il nome Savoia venga rilevata da chi fa parte di quella famiglia. Non sarebbe il caso di cambiare nome? Cosa che forse andava fatta fin dal 1948.

I Savoia rivogliono il proprio tesoro custodito nella Banca d’Italia

Veniamo alla seconda notizia di casa Savoia. La casata piemontese si è rivolta al Tribunale civile di Roma per recriminare i gioielli della corona, un tesoro da 300 milioni di euro custodito in un prezioso cofanetto in pelle (non umana, di fantozziana memoria, almeno crediamo) di tre piani, protetto da 11 sigilli che contiene un tesoro.

Il prezioso scrigno è depositato presso la Banca d’Italia, consegnato nel ’46 da Umberto II. I Savoia si appellano alla disposizione tra quelle transitorie e finali della Costituzione, secondo cui, tra l’altro

i beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli

Inoltre, citano i diari di Luigi Einaudi, all’epoca governatore della Banca d’Italia e futuro Presidente della Repubblica italiana, sui quali viene riportato, tra le altre cose

Egli desidera (il Re) che esse siano depositate presso la Banca d’Italia per essere consegnate poi a chi di diritto

Diritto che dopo oltre 70 anni i Savoia vorrebbero rivendicare. All’interno del cofanetto sarebbero custoditi un diamante rosa, i collier di perle indossati dalla regina Margherita e la tiara della regina Elena, il vero pezzo forte.

Se non riusciranno a diventare proprietari di una squadra che porta il loro nome, riusciranno almeno a tornare in possesso dei loro preziosi?

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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