Bill Gates annuncia nuova Pandemia: quanto guadagna su cure

Bill Gates annuncia nuova Pandemia: quanto guadagna su cure

Introduzione

Bill Gates ci ha avvisati: presto ci sarà una nuova pandemia. E, generalmente, lui ci prende sempre.

Il buon Gates lo conosciamo praticamente tutti. Co-fondatore del colosso informatico Microsoft, marchio sotto il quale è stato lanciato il sistema operativo Windows. Il quale ha rivoluzionato e reso accessibile alle masse il modo di usare il personal computer.

Ma oltre che per questo merito o demerito, a seconda di come la si pensi, Bill Gates è noto anche per essere da quasi un trentennio uno degli uomini più ricchi del mondo. Anzi, per diversi anni ha vantato proprio il primato. Per poi essere scalzato di recente da altri personaggi collegati al mondo dell’informatica come Jeff Bezos (patron di Amazon), Elon Musk (patron di Tesla) e Mark Zuckerberg (patron di Facebook). Uscendo pure dal podio.

Bill Gates ha investito parte dei suoi capitali nella Filantropia. Vale a dire nel sociale, finanziando progetti per i meno fortunati del mondo. Soprattutto nelle cure mediche. Ponendosi in prima fila anche nella lotta al Covid-19. Risultando, dopo gli Usa, il principale finanziatore dell’OMS tramite la fondazione eretta insieme alla sua ormai ex moglie: Bill & Melinda Gates Foundation.

Orbene, ora ci dice che la pandemia legata a quest’ultimo sta andando a terminare. Ma poi, dopo la buona notizia, ce ne ha data una cattiva: sta per iniziarne un’altra.

Vediamo quale sarebbe la nuova pandemia annunciata da Bill Gates e quanto ha guadagnato in questi anni dal suo impegno filantropico.

Bill Gates e la nuova Pandemia in arrivo

Come riporta CNBC, Bill Gates ha affermato venerdì scorso che i rischi di malattie gravi da Covid-19 si sono “drammaticamente ridotti“, ma un’altra pandemia è quasi certa.

Parlando con Hadley Gamble della CNBC alla Conferenza annuale sulla sicurezza tedesca di Monaco, Gates, co-presidente della Bill & Melinda Gates Foundation, ha affermato che una potenziale nuova pandemia deriverebbe probabilmente da un patogeno diverso da quello della famiglia del coronavirus.

Ma ha aggiunto che i progressi nella tecnologia medica dovrebbero aiutare il mondo a fare un lavoro migliore per combatterlo, se gli investimenti vengono fatti ora.

Queste le sue parole:

Avremo un’altra pandemia. La prossima volta sarà un agente patogeno diverso

A due anni dall’inizio della pandemia di coronavirus, Gates ha affermato che gli effetti peggiori sono svaniti poiché enormi fasce della popolazione globale hanno acquisito un certo livello di immunità. La sua gravità è diminuita anche con l’ultima variante di omicron.

Tuttavia, Gates ha affermato che in molti luoghi ciò era dovuto al virus stesso, che crea un livello di immunità e ha “fatto un lavoro migliore nel raggiungere la popolazione mondiale rispetto a quello che abbiamo fatto con i vaccini“. Poi ha proseguito:

La possibilità di una malattia grave, che è principalmente associata all’essere anziani e all’obesità o al diabete, tali rischi sono ora drasticamente ridotti a causa dell’esposizione all’infezione

Gates ha affermato che era già “troppo tardi” per raggiungere l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità di vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro la metà del 2022. Attualmente il 61,9% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19.

Nuova Pandemia e vaccini mRNA secondo Bill Gates

Ha aggiunto che il mondo dovrebbe muoversi più velocemente in futuro per sviluppare e distribuire vaccini, invitando i governi a investire ora.

“La prossima volta che dovremmo provare a farlo, invece di due anni, dovremmo renderlo più simile a sei mesi“, ha detto Gates, aggiungendo che le piattaforme standardizzate, inclusa la tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA), lo renderebbero possibile.

Il costo per essere pronti per la prossima pandemia non è così grande. Non è come il cambiamento climatico. Se siamo razionali, sì, la prossima volta lo prenderemo presto

Gates, attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation, ha collaborato con il Wellcome Trust del Regno Unito per donare 300 milioni di dollari alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), che ha contribuito a formare il programma Covax per fornire vaccini ai paesi a basso e medio reddito.

Il CEPI mira a raccogliere 3,5 miliardi di dollari nel tentativo di ridurre il tempo necessario per sviluppare un nuovo vaccino a soli 100 giorni.

Quanto guadagna Bill Gates dalla Filantropia

La Filantropia è un ottimo modo per i Paperoni di “ripulire” parte dei loro capitali in progetti sociali.

LaRepubblica ha ben descritto il giro d’affari di Bill Gates rispetto alle cure. Le azioni di CureVac, specializzata nella tecnologia RNA che sta alla base dei maggiori programmi di ricerca sul vaccino contro Covid-19, si è lanciata per la prima volta sul mercato finanziario a metà agosto 2020. E hanno innalzato il loro valore del 249,4% in 24 ore, del 400% in due giorni di borsa a gennaio 2021.

Orbene, uno dei principali investitori di CureVac, è proprio la onnipresente Fondazione Bill e Melinda Gates. Nell’estate 2020, Bill Gates ha irrobustito la partecipazione finanziaria nella ormai prestigiosa azienda tedesca con altri 40 milioni di dollari.

Ma CureVac non è la sola gallina dalle uova d’oro di Bill e Melinda. Stando alle ultime informazioni della Securities and Exchange Commission (SEC) americana, la Fondazione Gates ha un portafoglio di investimenti di oltre 250 milioni di dollari in una dozzina di aziende impegnate nella ricerca contro Covid19. Tra vaccini, medicinali, diagnostici o altre produzioni medicali. La Fondazione ha inoltre annunciato di voler utilizzare una parte cospicua del suo Fondo di Investimento Strategico (Strategic Investment Fund) di 2,5 miliardi di dollari per far avanzare il programma di impegno contro SARS-CoV-2.

Come spiega accuratamente l’Institute for Policy Studies, il 2020 è un anno del Ringraziamento per i miliardari americani. Da marzo 2020 a gennaio 2021, costoro sono riusciti a incamerare profitti dell’ordine di un miliardo di miliardi. Un incremento della ricchezza da capogiro (+ 34%), per questi pandemic profiteers (approfittatori della pandemia) che nessuno sembra in grado di controllare.

I Gates, da sempre legati a doppio filo con l’industria farmaceutica delle megaimprese, cominciarono a espandere i loro investimenti nel settore delle biotecnologie ancora prima che la comunità scientifica – convocata a Seattle per un incontro sugli scenari futuri nel 2015 – lanciasse l’allarme su un nuovo patogeno destinato a sconvolgere il pianeta.

Da quel momento in poi, Gates aveva capito ancora di più l’importanza strategica di puntare le sue ricchezze sulle innovazioni genetiche per i vaccini, attraverso una rete di piccole e medie imprese direttamente affiliate ai programmi della Fondazione. Del resto Ebola aveva insegnato che anche i virus più circoscritti e remoti geograficamente potevano tracciare percorsi di contagio mai visti prima.

SARS-CoV-2 è arrivato alla fine e il mondo si è fatto trovare del tutto impreparato. L’unico pronto ad affrontare il nuovo contesto pandemico è stato il monopolista filantropo di Seattle. E’ lui che oggi domina la scena, e la scienza, nelle scelte strategiche per la identificazione dei rimedi al male che aveva annunciato.

Bill Gates detta la linea Mondiale delle cure

La Fondazione Gates ha riorientato le priorità operative per dedicarsi quasi esclusivamente a Covid19. Grazie all’impegno finanziario di 300 milioni di dollari messi sul piatto in poche settimane, all’insorgere del primo focolaio della pandemia, si è conquistata la leadership morale nella lotta contro il nuovo coronavirus, sia per la ricerca e sviluppo di nuovi vaccini e terapie, sia per la formulazione di risposte epidemiologiche nei paesi a basso reddito (avvalendosi dei programmi di sorveglianza sanitaria come quello sulla polio, che finanzia in diversi paesi).

Grazie al composito network di aziende farmaceutiche la Fondazione Gates si è posta al centro del dibattito scientifico mondiale sui progetti di ricerca da sostenere. Bill Gates ha investito miliardi di dollari in sette dei più promettenti progetti di ricerca su SARS-CoV-2, e si è lanciato nel finanziamento della costruzione di impianti di produzione di questi candidati, ben cosciente che da solo può mobilitare denaro dell’ordine di grandezza di più governi.

Grazie alla schiera di iniziative pubblico-private in ambito sanitario che ha fatto germinare negli ultimi due decenni, Bill Gates ha saputo rafforzare nel tempo il ruolo di kingmaker delle relazioni geopolitiche che servono per imbandire la tavola della ricerca internazionale contro la prima pandemia che ha paralizzato il pianeta, elevando ulteriormente (se possibile) non solo la sua egemonia, ma anche quella dell’industria farmaceutica. Un esempio eloquente riguarda l’Università di Oxford.

Visto il robusto finanziamento pubblico ricevuto per il suo progetto di ricerca (finanziato tutto dai governi), Oxford aveva opzionato l’idea di una piattaforma di accesso al suo vaccino aperta, così da rendere liberamente disponibile la conoscenza scientifica per eventuali produttori nel mondo.

Secondo quanto documentato da Bloomberg e Kaiser Health News, l’università sarebbe stata messa alle strette da Gates, preoccupato evidentemente da un precedente di questa natura, e indotta ad abbandonare la strategia di apertura a vantaggio di una licenza esclusiva per la produzione in scala del vaccino controllata da Astra Zeneca, facilitata dalla alleanza fra la azienda e la Fondazione Gates, che ha fornito infine l’impianto dell’iniziativa Access to Covid-19 Tools (ACT) Accelerator lanciata ad aprile dalla comunità internazionale come unica rotta di collaborazione multilaterale per velocizzare sviluppo, produzione e accesso dei nuovi rimedi anti-Covid.

L’ impalcatura operativa di ACT Accelerator – organizzata su quattro pilastri: vaccini, diagnostici, medicinali e sistemi sanitari – poggia sulle infrastrutture pubblico-private volute e finanziate da Gates: la Global Alliance for Vaccine Immunization (GAVI) e la Coalition for Epidemic Preparedness Innovation (CEPI) in prima linea, con UNITAID e Fondo Globale contro AIDS, tubercolosi e malaria che fanno da supporto.

Conclusioni

Il denaro può ovviamente tutto. Creare malattie e individuarne le cure. Influenzare i governi nelle strategie sanitarie da adottare.

Per individuare l’origine di tutto ciò occorre risalire a quasi un secolo fa, quando Rockefeller smantellò le cure naturali e diede il via allo strapotere delle multinazionali del farmaco (ne ho parlato qui). Lavorando su diversi settori della società, così da controllare in ogni modo l’opinione pubblica: istituzioni politiche, università, media, ecc.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.