Superbonus 110% edilizia rientra nel Grande reset? Le prove

Introduzione

Il Superbonus 110% edilizia cambia ancora. Uno dei soliti pasticci italiani, per la serie fatta la legge, trovato l’inganno. Con l’ultima novità, si cerca di sbloccare il processo di cessione del credito 2022 del superbonus 110 e dei bonus edilizi.

Il decreto sostegni ter aveva infatti introdotto un limite di una sola volta per la cessione del credito 2022 del superbonus 110 e dei bonus casa provocando un blocco importante del settore.

La disposizione prevede che sarà possibile cedere il credito per tre volte e solo in favore di banche, imprese di assicurazione e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario o imprese di assicurazione autorizzate ad operare nel nostro Paese.

Ma c’è qualcosa che non torna. Il Superbonus al 110 per cento ha irrimediabilmente attratto e ingolosito proprietari, condomini a fare lavori che mai avrebbero cominciato senza. Ha “drogato” il comparto edilizio, ha fatto accettare a tutti prezzi di materiali e imprese “fuori mercato”, perché tanto c’è “il 110 per cento”. Molti hanno cominciato i lavori a credito, indebitandosi.

Poi di colpo, il nostro Presidente del consiglio Mario Draghi ha accusato di frode un po’ a casaccio. Così ha giustificato la “revoca” delle agevolazioni fiscali. Lasciando tutti, proprietari, imprese edili, geometri ed architetti, con le braghe calate, i lavori a metà, gli operai da pagare, i debiti che si addizionano.

Il tutto lascia presagire che questa confusione sia voluta e rientri in uno dei punti del Grande reset, di cui ho parlato qui. Ecco alcune prove che non fanno pensare tanto all’esagerazione.

Superbonus 110% edilizia rientra nel Grande reset?

Come riporta il sempre arguto Maurizio Blondet, l’unica cosa che “non” dice il presidente, è se questa trappola sia stata deliberatamente caricata e fornita di esca succulenta per i topi, col preciso scopo di devastare l’edilizia. Il comparto che il governo aveva preventivamente drogato e che ha dato l’illusione di un certo miglioramento economico nel collasso generale prodotto dal lockdown.

Il Gran Reset prevede tra i suoi punti proprio l’esproprio generale della proprietà delle case d’abitazione, secondo quanto lamentò un articolo cruciale dell’Economist dei Rotschild. Una delle famiglie che governa il Mondo.

Ecco il tweet con l’articolo del prestigioso giornale:

Ecco cosa si scrive nell’articolo:

Le economie possono subire sia crash improvvisi sia malattie croniche. I mercati immobiliari nel mondo ricco hanno causato entrambi i tipi di problemi.

Mille miliardi di dollari di mutui ipotecari hanno fatto saltare in aria il sistema finanziario nel 2007-2008. [Menzogna: il collasso dei mutui subprime fu colpa loro]

Ma altrettanto perniciosa è la disfunzione strisciante che l’edilizia abitativa ha creato nel corso di decenni: città vibranti senza spazio per crescere; anziani proprietari abitanti in case semivuote desiderosi di proteggere la propria veduta dalla finestra; e una generazione di giovani che non possono permettersi facilmente di affittare o comprare e ritengono che il capitalismo li abbia delusi.

Come spiega il nostro rapporto speciale questa settimana, la colpa è delle politiche abitative distorte che risalgono alla seconda guerra mondiale e che sono intrecciate con un’infatuazione per la proprietà della casa. Hanno causato uno dei fallimenti economici più gravi e duraturi del mondo ricco. È urgentemente necessaria una nuova architettura.

Alla radice di quel fallimento c’è la mancanza di abitazioni, specialmente presso le città fiorenti in cui i posti di lavoro sono abbondanti. Dovunque, da Sydney [Australia] a Sydenham [Regno Unito] , regolamenti poco chiari proteggono un’élite di proprietari di case esistenti e impediscono agli sviluppatori di costruire i grattacieli e gli appartamenti che l’economia moderna richiede. Gli affitti elevati e i prezzi delle case che ne derivano rendono difficile per i lavoratori spostarsi dove si trovano i posti di lavoro più produttivi e hanno rallentato la crescita.

I costi complessivi degli alloggi in America assorbono l’11% del pil, rispetto all’8% degli anni ’70. Se solo tre grandi città – New York, San Francisco e San Jose – allentassero le regole di pianificazione, il pil americano potrebbe essere più alto del 4%: un enorme plus

In sintesi: meglio ridurre la massa dei piccoli proprietari della casa d’abitazione a tale livello d’indebitamento, che essi accetteranno la cancellazione dei debiti in cambio dalla consegna della loro proprietà al Fondo Monetario.E di un reddito di sopravvivenza.

L’Italia ha la cultura della casa di proprietà, più che in altri paesi. E questo progetto devastante colpirebbe più che altrove.

Superbonus 100% edilizia e Grande reset

Quelli di Davos, città dove si tiene il World Economic Forum che punta al Grande reset entro il 2030 non cela neanche il proprio progetto. Basta leggere l’articolo che pubblicarono su Forbes nel 2016. Il titolo e l’incipit sono tutto un programma:

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Ci sono riferimenti anche all’auto. Considerando l’aumento dell’utilizzo dello strumento del leasing per possedere un’auto, ossia di averla in noleggio anziché di proprietà, complici i costi sempre più esosi per acquistarla e gestirla (assicurazione e manutenzione, oltre al caro benzina) il progetto di esproprio dell’automobile è già realtà.

Klaus Schwab e mezzobusto di Lenin

Un’ultima prova è di natura simbolica. Klaus Schwab, capo del WEF, ha nel suo studio il mezzobusto di Lenin, non certo amico della proprietà privata:

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