Morte ambasciatore cinese in Israele: perché i sospetti ricadono su Usa

In tempi di Coronavirus, occorre contare sia le morti effetti provocate dal Covid-19, sia quelle che potrebbero essere indirettamente collegate ad esse.

Non solo i suicidi di chi, causa quarantena, è stato costretto a chiudere la propria attività. E nella Fase 2, si vede costretto a ridurre la propria offerta, quindi le proprie vendite o i propri servizi offerti (per rispettare le disposizioni). Con pesanti conseguenze sui profitti finali.

Ma anche le morti sospette, classificate come misteriose, perché più di una coincidenza le intreccia ai tanti dubbi legati al Coronavirus Covid-19.

Come la morte di Liu Bing, di cui ho parlato qui. Ed ora dell’ambasciatore cinese in Israele Du Wei, ucciso, secondo le fonti ufficiali, da un infarto. Dato che è stato trovato morto nel suo letto dal personale della residenza in cui abitava, in un sobborgo di Tel Aviv. Senza segni di violenza sul corpo.

Tuttavia, è difficile non pensare ad un altro caso tipico di “è stato morto”, considerando quanto sta accadendo tra Cina e Israele, che di certo non piace agli [sta_anchor id=”du”]Usa[/sta_anchor].

Ambasciatore cinese ucciso in Israele chi era

du wei

Come riporta Libero, Du Wei era un diplomatico di 58 anni, sposato e padre di un figlio. Era arrivato in Israele all’inizio dell’anno dopo un mandato in Ucraina. Altro fronte peraltro spinoso da diversi anni.

Approdato a metà febbraio, aveva ricevuto le credenziali solo a fine marzo perché al suo arrivo era rimasto quindici giorni in quarantena per il coronavirus. Viveva nel quartiere di Herzliya. La sua famiglia non era al momento con lui in Israele.

Nei giorni scorsi aveva scritto un articolo per il Jerusalem Post, paragonando la resilienza della Cina nell’affrontare la pandemia a quella del popolo israeliano. E venerdì, attraverso l’ambasciata, aveva protestato per le parole pronunciate al segretario di Stato americano, Mike Pompeo, durante la sua breve visita in Israele due giorni prima.

Infatti, Pompeo aveva accusato Pechino di utilizzare i suoi investimenti in Israele come minacce e aveva anche ribadito che la Cina sta nascondendo informazioni sull’epidemia.

La reazione dell’ambasciata non si era fatta attendere:

“Pompeo da tempo considera prodotti e investimenti cinesi come rischi per la sicurezza senza produrre prove a sostegno delle sue acccuse. Confidiamo che i nostri amici ebrei non solo siano in grado di sconfiggere il coronavirus ma anche il virus politico e scegliere la linea di azione che serve meglio i loro interessi”.

Gli intrecci Cina-Israele dietro morte di Du Wei?

cina israele

Wei aveva anche affrontato la questione degli investimenti cinesi nelle infrastrutture israeliane, esprimendo la speranza di un’ulteriore cooperazione.

L’ambasciatore aveva definito le relazioni tra due Paesi come ‘win-win’, in un rapporto di vantaggio reciproco e liquidato come ridicole le affermazioni che la Cina vuole comprare Israele. Anche considerando che l’investimento della Cina nel Paese “rappresenta solo lo 0,4% per cento degli investimenti della Cina nel mondo“.

Sappiamo però quanto gli interessi americani su Israele siano molto forti, poiché è un mezzo statunitense per ficcare il naso sulle questioni mediorientali. Pertanto, gli Usa potrebbero ritenere inaccettabili le intromissioni cinesi nella “terra promessa” ebraica.

Parole ambasciatore cinese ucciso in Israele su Coronavirus

du wei chi è

Ma c’è anche un terzo aspetto che collega Du Wei alla ormai inasprita guerra (per ora solo diplomatica e commerciale, e forse batteriologica) tra Usa e Cina. Ovvero la questione Coronavirus.

L’ambasciatore cinese trovato morto in Israele, riguardo alle reiterate accuse alla Cina di aver nascosto l’epidemia, aveva ricordato che l’esperienza storica dimostra che le pandemie vengono spesso accompagnate

“da teorie cospirazioniste e tentativi di cercare capri espiatori. E gli amici ebrei lo sanno bene”. “Nel corso della storia, alcuni persone sono stati a più riprese accusati di aver diffuso piaghe”.

Un atto “spregevole” che “dovrebbe essere condannato. La malattia è nemica dell’intera umanità e il mondo dovrebbe combatterla insieme

Dalla Seconda guerra mondiale fino agli anni ‘80, i rapporti Usa-Cina sono stati sempre speculari in chiave anti-sovietica. La Russia era vista come nemica da entrambi. Dalla prima per ragioni di prestigio economico e di influenza mondiale. Dalla seconda per motivi di primato ideologico.

Dagli anni ‘90, con la dissoluzione dell’Urss, i rapporti cino-americani sono rimasti buoni, ma l’ascesa economica della Cina ha sempre di più preoccupato gli Americani.

Fino all’ascesa di Trump alla Casa Bianca nel 2016, che ha deciso di impostare una guerra frontale col paese asiatico. Diplomatica, a colpi di dichiarazioni pesanti. Economica, a colpi di dazi. E forse batteriologica.

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