Virus preistorici tornano in vita dai ghiacciai: quali rischi

Virus preistorici tornano in vita dai ghiacciai: quali rischi

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 7 Marzo 2023

I ghiacciai, complice l’innalzamento delle temperature che li sta sciogliendo da un lato ma anche la mano dei ricercatori che li isolano appositamente dall’altro, stanno portando ad un altro fenomeno inquietante. Che sta acquistando rilevanza soprattutto dopo quanto abbiamo vissuto negli ultimi 2 anni e mezzo. Infatti, Virus di decine di migliaia di anni stanno tornando alla luce dal permafost della Siberia.

Ora gli scienziati si chiedono quali rischi questi virus che stanno letteralmente resuscitando dai ghiacciai comportano per l’uomo.

Virus dell’era dei Neanderthal resuscitati dai ghiacciai

Come riporta Focus, si tratta di un virus che era rimasto intrappolato nel permafrost nell’Era dei Neanderthal, tornato in vita dopo essere stato scongelato in un laboratorio. Risale a ben 48.500 anni fa ed è il più antico mai resuscitato finora.

E’ stato isolato insieme ad altri 12 nuovi virus di diverse tipologie, prelevati da 7 campioni di suolo perennemente ghiacciato della Siberia.

Il virus si trovava sotto i 16 metri sotto il fondale di un lago della Jacuzia, nella parte orientale della Siberia. Trattasi di un virus gigante del genere Pandoravirus, entità giganti con un genoma incredibilmente esteso e in minima parte conosciuto. Mille volte più grandi di un virus dell’influenza (sfiorano il millesimo di millimetro).

Ad oggi, il virus più giovane resuscitato ha 27.000 anni. L’ultimo invece difficilmente sarà battuto in longevità, visto che gli scienziati danno al suolo ghiacciato una età che non arriva oltre i 50mila anni.

Virus scongelati dai ghiacciai: quali rischi?

Stando a quanto asseriscono i ricercatori francesi, autori di questi “scongelamenti“, solo 9 di questi virus sono capaci di infettare e replicarsi una volta liberati dal loro freddo contenitore. Senza però essere in grado di attaccare esseri animali e vegetali.

Tuttavia, è pur vero che i patogeni pericolosi per piante e animali potrebbero tornare attivi con la fusione del suolo perennemente ghiacciato dovuta alla crisi climatica. Mettendo così a rischio quanti vivono nella zona artica. Sempre più persone attratte dalle nuove possibilità offerte dallo scioglimento dei ghiacciai, soprattutto per ragioni estrattive data l’alta presenza di minerali preziosi. Ma anche al sovrappopolamento della Terra che rende le persone nomadi in cerca di un “posto sulla Terra“.

Ora ci si chiede perché questi virus vengono svegliati dal loro letargo dall’uomo (o dallo scioglimento dei ghiacciai) se poi uno di essi può comunque innescare una nuova Pandemia. La mano è sempre quella francese, la stessa che si interessò ai laboratori di Wuhan. Poi sappiamo tutti come è andata a finire. Insomma, forse la risposta la sappiamo già.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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