Con la scusa della lotta ai Narcos, gli Usa stanno preparando un massiccio attacco al Venezuela, paese ricco di materie prime.
L’assegnazione del Premio Nobel per la pace alla dissidente venezuelana Maria Machado è servito per preparare l’opinione pubblica mondiale a quanto sta per accadere in Venezuela: un massiccio attacco militare americano giustificato dalla guerra ai narcos.
Del resto, si sa. Gli Usa hanno sempre cercato di influenzare le scelte politiche dei vicini latinoamericani. Provocando destabilizzazione, rovesciamento dei governi in carica e aiutando l’instaurazione di dittature o esecutivi democratici a loro asserviti. Si pensi ad Allende in Cile o a Peron in Argentina, solo per citare due casi eclatanti. Ci provarono anche a Cuba con Castro, senza riuscirci.
Regista di molti Golpe americani è stato Kissinger, morto a 100 anni di recente. Il quale ha influenzato non poco pure la politica americana: si pensi al caso Moro, fatto fuori perché lavorava a un governo che includesse democristiani e comunisti. Kissinger poco prima di lasciare la vita terrena, ha pure visto la Meloni.
A rischiare però sarebbe anche la Colombia, dal 2022 governata da Gustavo Petro, di fatto il primo presidente di sinistra del paese. Paese da sempre vicino agli americani, dove si respira un clima esasperato dai problemi della disuguaglianza crescente, dell’inflazione e della violenza. Ma anche di una corruzione dilagante nelle istituzioni. Clima che ha partorito personaggi come Pablo Escobar.
Ma torniamo al Venezuela e ai venti di guerra provenienti dagli Usa.
Guerra tra Usa e Venezuela
Come riporta Il Giornale, secondo il Center for Strategic and International Studies (CSIS), c’è il forte rischio di assistere ad un’escalation militare imprevedibile. Mark Cancian, colonnello della Marina Usa in pensione, ritiene che “molto probabilmente ci sarà un attacco missilistico contro il Venezuela“. Quantificabile in oltre 700 missili, oltre a circa 180 Tomahawk per gli attacchi terrestri.
Non a caso, in queste ore è stata posizionata la portaerei Gerald Ford accompagnata dal suo intero gruppo d’attacco. L’amministrazione Trump ha spiegato di aver richiamato la Gerald Ford per
smantellare le organizzazioni criminali transnazionali e contrastare il narcoterrorismo in difesa della Patria
Un altro segnale che ormai una guerra sia imminente è l’attracco del cacciatorpediniere lanciamissili USS Gravely nella capitale di Trinidad e Tobago, a sole 25 miglia dalla costa del Venezuela.
Perché il Venezuela interessa agli Usa?
Il Venezuela è ricco di materie prime. Ecco un elenco approssimativo:
- Petrolio: con riserve stimate in oltre 300 miliardi di barili, la più grande al mondo;
- Gas naturale: oltre 5.500 miliardi di metri cubi, ottava al mondo;
- Oro, diamanti e coltan: soprattutto nell’area conosciuta come “Arco Minero del Orinoco”;
- Bauxite: molto importante per produrre alluminio;
- Ferro: i giacimenti di ferro sono notevoli, soprattutto a Cerro Bolívar;
- Granito: lo esporta in circa 20 Paesi, roccia molto utile soprattutto per realizzare materiali destinati all’edilizia.
Il Venezuela è anche molto interessante dal punto di vista turistico. Qui abbiamo parlato di Isla Margarita.
 Vito Andolini
Vito Andolini