Escobar, il Narcos spietato che sfidò l’imperialismo americano

Negli ultimi anni, la produzione cinematografica si è particolarmente dedicata ad un personaggio controverso: Pablo Emilio Escobar Gaviria. Meglio noto semplicemente come Pablo Escobar.

Colombiano, Narcos miliardario, spietato con chi gli intralciava gli affari, affettuoso padre di famiglia, generoso coi poveri della città in cui viveva: Medellìn.

Un Robinood anti-imperialista per alcuni dunque, uno spietato criminale per altri. Contro il quale si scagliò, oltre che polizia ed esercito colombiani, anche la potenza di fuoco americana, dato che inondava di coca la vorace Miami. Ma anche gli altri cartelli concorrenti, che finirono per scomodare anche forze paramilitari anti-Farc per snodarlo.

Quest’ultimo era un gruppo terrorista comunista colombiano, che agiva con sequestri e omicidi.

Ecco la biografia di Pablo Escobar e i migliori film sulla sua storia.

Pablo Escobar origini

Come riporta Wikipedia, Pablo Emilio Escobar Gaviria nacque a Rionegro, il 1º dicembre 1949. In una famiglia medio-borghese, terzo di sette figli dell’agricoltore Abel de Jesús Escobar Echeverri e Hermilda Gaviria, un’insegnante di scuola elementare.

Viveva a Medellín, città colombiana seconda solo alla capitale Bogotà, dove da adolescente iniziò a dedicarsi a piccoli furti e truffe.

Lo sapevi riporta che si dedicava al furto di lapidi. Una volta rubate, sabbiava le scritte per poterle rivendere. Poi passò al contrabbando di elettrodomestici, sigarette ed il furto di automobili. Fino al rapimento di un dirigente di Medellin.

A 13 anni entrò a far parte di un movimento di cultura giovanile noto come Nadaismo (una sorta di dadaismo in versione colombiana) che incoraggiava i giovani a sfidare l’ordine stabilito ed a disobbedire ai genitori.

Inoltre, i giovani consumavano anche droghe, tra le quali la marijuana, che Escobar consumò anche da adulto, preferendola alla più pesante cocaina.

La svolta criminale di Escobar arrivò nel 1974, quando fu arrestato per furto d’auto e portato nel carcere di Ladera (Colombia). Si conferma dunque la regola che adolescenti predisposti alla vita criminale, la intraprendano definitivamente quando finiscono in carcere per piccoli reati.

E’ proprio durante questa detenzione che incontra un importante contrabbandiere del luogo, Alberto Prieto. E quando fu scarcerato, iniziò a lavorare per lui. Diventando, già l’anno seguente, un leader del business della cocaina.

La sua fama crebbe dopo che un narcotrafficante di Medellín, noto come Fabio Restrepo, fu assassinato nel 1975 dopo aver acquistato 14 chilogrammi di droga. L’omicidio fu probabilmente voluto proprio da Escobar, e conferma di ciò fu il fatto che i suoi uomini finirono per lavorare per lui.

Escobar ricchezza

Da allora, la sua attività fu in ascesa, tanto da meritarsi l’appellativo di Re della cocaina. Il suo patrimonio è stato stimato in oltre 80 miliardi di dollari nei primi anni ’80, con una media di guadagno che si aggirava intorno ai 90 milioni al giorno, ovvero più di 30 miliardi l’anno.

Si è anche stimato che guadagnasse circa 42.000 $ al minuto.

Forbes per 7 anni consecutivi a partire dal 1987 fino alla morte, lo ha piazzato tra i 10 più ricchi uomini del mondo, con la settima posizione come massima raggiunta (nel 1989). Del resto, controllava l’80% della cocaina a livello mondiale e il 20% delle armi illecitamente circolanti.

La sua organizzazione possedeva flotte di aerei, navi, veicoli costosi. Così come ricche proprietà e vasti appezzamenti di terreno.

Il suo impero, paradossalmente, era foraggiato proprio dagli americani che gli davano la caccia. Infatti, quattro americani su cinque cocainomani consumavano la sua merce. Solo negli Usa, contrabbandava circa 15 tonnellate di cocaina al giorno.

I contanti di Escobar erano così tanti che ogni tanto li bruciava o li deponeva in magazzini sotterranei, pareti delle abitazioni, in fattorie e cantine. Spesso marcivano per la muffa o venivano rosicati dai topi.

Escobar beneficenza

Escobar è passato alla storia anche per essere un grande benefattore dei poveri. Vuoi perché sensibile ai loro bisogni, vuoi per accattivarsi il loro appoggio e per contrapporli alle autorità colombiane, vuoi perché doveva in qualche modo sbarazzarsi di tutto quel contante.

A prescindere da come la si pensi, Escobar per evitare l’estradizione si offrì di pagare l’intero debito estero colombiano. Pari a 10 miliardi di dollari. Inoltre, costruì un grande quartiere popolare che diede case ai senza tetto, realizzò campi di calcio e un grande zoo.

Escobar omicidi

Pablo Escobar è stato responsabile della morte di oltre 4.000 persone. Tra queste: un candidato presidente, circa 200 giudici, migliaia di poliziotti e svariati giornalisti.

Escobar morte

Dal 1991, Escobar fu sempre più stretto intorno ad una morsa, anche perché gli americani, con Reagan prima e Bush padre poi, investirono molte risorse per aiutare le autorità colombiane per la sua cattura.

Inoltre, i cartelli contrari iniziarono a collaborare, anche con alcuni poliziotti stessi, oltre a chiamare in causa dei guerriglieri impegnati nella lotta contro la Farc. Tutti uniti contro l’obiettivo comune. Il più potente era il cartello di Cali, che pure esportava droga negli Usa, ma soprattutto a New York, ancora più “affamata” di Miami.

Escobar si consegnò spontaneamente alle autorità colombiane, ma per evitare di finire estradato in America. Così, si fece costruire un carcere di lusso, chiamato non a caso La Catedral.

Ecco un video che lo mostra:

Tuttavia, fu poi costretto a darsi alla fuga poiché si era deciso per la sua cattura e incarcerazione in un luogo più idoneo per scontare la pena. Il vice ministro in carica, presente durante la fallita cattura, fu anche costretto a dimettersi perché accusato di favoreggiamento. Anche per evitare che venisse accusato il presidente.

Escobar dovette anche fronteggiare un nemico in più: un gruppo chiamato Los Pepes, che riuniva i da lui e dai suoi complici perseguitati, il quale cominciò una sanguinosa campagna. Uccidendo di fatto oltre trecento persone, distruggendone anche le proprietà. Il tutto con l’avallo del governo colombiano, interessato solo a catturare Escobar. Il quale cercò anche di denunciarne la complicità.

El patron si ritrovò sempre più isolato, con El Limòn come unico seguace rimastogli fedele. Si separò anche dalla famiglia, che cercò di far arrivare in Germania. Ma fu respinta e riportata in Colombia. Così, rimase in contatto con la moglie solo tramite radiofrequenze. Le quali però gli furono fatali per la cattura.

Infatti, gli sforzi per catturarlo portarono i suoi frutti il 2 dicembre 1993, quando una squadra colombiana di sorveglianza elettronica, il Bloque de búsqueda, utilizzando la tecnologia della triangolazione radio fornita dagli Stati Uniti, lo localizzò e circondò in un quartiere borghese di Medellín.

El patron – così come veniva chiamato dai suoi seguaci – prima ebbe un conflitto a fuoco e poi tentò la fuga, insieme alla sua guardia del corpo, Alvaro de Jesús Agudelo (detto “El Limón”).

Il Re della droga subì colpi di arma da fuoco alla gamba e al busto e un colpo di arma da fuoco mortale alla testa. Poteva essere catturato vivo ed agonizzante, ma evidentemente serviva più da morto perché eventuali rivelazioni potevano essere compromettenti per il Presidente colombiano e gli americani.

In realtà, i parenti sono sempre stati convinti che si sia suicidato per evitare la cattura e che la narrazione ufficiale non dica la realtà.

Dopo la sua morte, il cartello di Medellín si frammentò fino a sparire e quello di Cali prese il sopravvento. Ma solo per qualche anno, dato che poi anche i suoi leader, oltre a dividersi, furono uccisi o arrestati.

Il cartello di Cali si mostrò ancora peggiore di quello di Medellin, giacché era riuscito a mettere sotto controllo tutta la città (cimici, spie, controllo sui cavi telefonici, ecc.). Oltre ad essere in combutta con le élite colombiane. Gli omicidi venivano commessi in modo celato e poco appariscente, al contrario di quanto faceva Escobar.

Il che fece anche in modo che lo Usa li appoggiasse indirettamente, almeno fino a quando anche loro iniziarono ad essere “più appariscenti” e meno discreti. Diventando un problema.

Medellin dove si trova

Medellin, come capitato ad altre città che hanno dato i natali o sono state basi operative di grandi criminali o dittatori, è diventata anche una meta turistica. Infatti, sono organizzati anche degli appositi tour suoi luoghi più significativi della vita di Escobar.

Dove si trova Medellin? Come riporta Wikipedia, è il capoluogo della omonima area metropolitana e del dipartimento di Antioquia. Nonché Capitale di quest’ultimo, situata nella parte occidentale della Colombia, nel Valle d’Aburrá, tra la Cordigliera Occidentale e la Cordigliera Orientale.

Come si arriva a Medellin

Se siete curiosi di visitare Medellin (in generale la Colombia è comunque molto bella), la città è collegata tramite aereo da Bogotá, Cartagena, San Andrés. Con voli diretti Avianca, Latam o Viva Colombia, con collegamenti giornalieri.

In aereo da altre destinazioni nazionali minori, con Avianca o Satena.

O anche in bus da Pereira e Armenia: ci son diverse compagnie che viaggiano 3-4 volte ogni giorno, impiegano 6-7 ore.

Per info più approfondite, vi rimando al sito InColombia.

Figlio di Pablo Escobar chi è

Pablo Escobar viene anche dipinto come affettuoso padre di famiglia, aveva 2 figli e nonostante le tante amanti, non lasciò mai la moglie che chiamava affettuosamente “Tata“. Il cui nome all’anagrafe è Victoria Eugenia Henao.

Il suo primogenito, Juan Pablo, ha dovuto lasciare la Colombia nel 1994 insieme alla madre e alla sorella per evitare ritorsioni. Si recarono prima in Mozambico e poi stabilmente in Argentina. Ha anche cambiato nome in Sebastián Marroquín.

Oggi è scrittore e architetto, e dopo una decina di anni dall’esilio è tornato in Colombia per chiedere pubblicamente scusa per gli efferati delitti del padre.

Ha scritto anche 2 libri: Pablo Escobar: il padrone del male (2014) e Pablo Escobar: gli ultimi segreti dei Narcos raccontati da suo figlio (2016).

Nel 2017 ha presenta al Festival di Cannes il documentario “Escobar Uncovered“.

Film su Escobar

Ecco alcuni film che ho visto e che suggerisco sulla vita di Pablo Escobar:

  1. Narcos: serie TV del 2015 prodotta da Netflix, narra l’impegno profuso dagli americani per la cattura di Escobar, attraverso le vicende di 2 agenti della DEA. Sebbene racconti approfonditamente tutta l’ascesa di Escobar, anche con aneddoti legati alla vita privata, fino alla sua caduta. Il re della cocaina è interpretato dal bravo Wagner Moura.
  2. Escobar: film del 2014 dove El Patron è interpretato da Benicio del Toro. Qui invece si adotta l’escamotage di proporre due protagonisti inventati per parlare poi della sua vita.
  3. Escobar – Il fascino del male: film del 2018, dove ad interpretarlo è un altro ottimo attore: Javier Bardem. Il film è ispirato al bestseller della giornalista e presentatrice Virginia Vallejo: Amando Pablo, odiando Escobar. Che fu anche amante dal 1983 al 1987. Nel film è interpretata da Penelope Cruz (qui la mia recensione).

Pablo Escobar e Maradona

Maradona murale jorit

El Patron aveva tra le sue passioni il calcio. Al punto da far arrivare, nel dicembre 1991, il portiere e capitano della nazionale colombiana René Higuita (famoso per il suo essere pittoresco, si ricorderà il colpo dello scorpione” durante Usa ’94) e addirittura Diego Armando Maradona nel campo di calcio de La Catedral per disputare una partita.

Come riporta Calcio Republic, in effetti Diego in Colombia era già famoso quando da ragazzino militava nell’Argentinos Juniors. Tanto che lo cercarono addirittura i famosi fratelli Orejuela, proprio quelli del cartello di Cali.

La loro offerta venne superata dal Barcellona, altrimenti Maradona avrebbe giocato nell’America, prima squadra del capoluogo colombiano.

Intervistato successivamente, Maradona disse di non sapere chi fosse Escobar e di aver accettato quell’offerta senza farsi troppe domande. Di lui disse:

Si dimostrò un uomo molto rispettoso, anche freddo, ma amichevole con me. Mi disse che ammirava il mio calcio, che si identificava con me, perché entrambi eravamo riusciti a trionfare sulla povertà

Dopo la partita, gli ospiti vennero ringraziati con una festa, con Maradona che ammise che vi parteciparono le più belle donne che lui avesse mai visto. E, probabilmente, anche la migliore coca che avesse mai assaggiato…

Interpellato sulla morte di Escobar, Maradona disse:

In tema di narcotraffico, io sono il meno indicato per giudicare, però il padrone pagava i contadini per raccogliere la pasta di coca, ne pagava altri perché lavorassero nei laboratori e pagava anche i piloti per portarla negli Stati Uniti.

Alla fine dei conti, fabbricava un prodotto clandestinamente e lo vendeva a gente che lo chiedeva, nessuno veniva obbligato, no? Non lo rubava a nessuno. D’altra parte, i politici vengono eletti e rubano il denaro al popolo, alzando le tasse a una madre che compra il latte per i suoi figli.

Quindi, chi è il peggiore eticamente? Per quanto riguarda i morti, era in guerra contro lo Stato per un motivo nazionalista, perché i cittadini colombiani non venissero estradati negli Stati Uniti. E in guerra la gente muore. Anche Bush per il petrolio uccise centinaia di migliaia di persone. Lui non è cattivo?

In fondo, Maradona ed Escobar avevano tanto in comune. A parte essere uniti dalla striscia bianca della cocaina (uno la consumava, l’altro la vendeva). Ma erano a loro modo anche due anti-eroi, simbolo di riscatto dell’America Latina contro l’imperialismo americano e lo stato centrale del proprio paese che poco fa per aiutare i più bisognosi.

Loro lo hanno fatto in modo diverso, anti-convenzionale. Maradona regalando un sogno, col mondiale del 1986 sottratto proprio a quella odiata Inghilterra.

Escobar realizzando varie opere, trovando denaro esportando cocaina negli Usa. Presumibilmente soprattutto ai ricchi che hanno bisogno di un “aiutino” per sostenere la vita capitalistica e consumistica tipica americana.

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