L’ex presidente del consiglio Giuliano Amato rivela la tesi reale su Ustica: fu la Francia nel tentativo di colpire Gheddafi.
Un autentico missile che ha abbattuto un muro di gomma fatto di bugie e coperture costruite per anni, al fine di non rovinare le relazioni internazionali tra due paesi: Italia e Francia. A scagliarlo, seppur fuori tempo massimo, è Giuliano Amato in un’intervista a La Repubblica.
L’ex presidente del consiglio, tra i pochi socialisti usciti indenni da Mani pulite e ancora oggi insignito di ruoli istituzionali, ha finalmente ammesso la verità: il Dc9 Itavia fu abbattuto dai francesi che avrebbero voluto uccidere il leader libico Muhammar Gheddafi. Tuttavia, quest’ultimo fu avvertito da Bettino Craxi con una telefonata. Almeno stando a quanto asserisce Amato.
Di sicuro si sa che la telefonata ci fu nel 1986 quando a tentare di ucciderlo fu l’allora presidente americano Ronald Reagan, ma a casa sua.
Amato e la verità su Uscita: fu la Francia per colpire Gheddafi
Come riporta ANSA, sono queste le parole di Giuliano Amato:
Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi
Dopo quarant’anni le vittime innocenti di Ustica non hanno avuto giustizia. Perché continuare a nascondere la verità? È arrivato il momento di gettare luce su un terribile segreto di Stato. Potrebbe farlo Macron. E potrebbe farlo la Nato. Chi sa ora parli: avrebbe grandi meriti verso le famiglie delle vittime e verso la Storia (…) la versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario
Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig finì per colpire il Dc9. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese (…) Da principio i militari si erano chiusi in un silenzio blindato, ostacolando le indagini. E quando da sottosegretario ebbi un ruolo in questa vicenda, nel 1986, cominciai a ricevere le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba. Capivo che c’era una verità che andava schermata. E la nostra aeronautica era schierata in difesa della menzogna
Francia colpevole per la strage di Ustica: la verità di Amato fuori tempo massimo
Giuliano Amato conclude poi così il suo racconto:
Avrei saputo più tardi, ma senza averne prova che era stato Craxi ad avvertire Gheddafi. Non aveva interesse che venisse fuori: sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio
Non era del tutto irragionevole che i generali, per tenere al sicuro il segreto, si guardassero bene dal condividerlo con i politici non aveva convenienza a sapere fino in fondo. In ogni modo la verità risultava scomoda. Ed era meglio lasciarla sepolta (…) Un apparato costituito da esponenti militari ha negato ripetutamente la verità. Tutte queste persone hanno coperto il delitto per una ragion di Stato. Non giustifico e tuttavia comprendo le spinte che portarono all’occultamento della verità, ma 40 anni dopo è difficile da capire
Infine la stoccata a Macron:
Mi chiedo perché Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia. O dimostrando che questa tesi è infondata oppure porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo
Meglio tardi che mai, si dirà. Gheddafi sarà poi rimosso nel 2011. Sempre per mano dei francesi ma coadiuvati da inglesi e americani. Craxi non c’era più, Amato continuava a tacere e la primavera araba (sebbene qui c’entrasse in parte) bussò anche alla sua porta.