Termovalorizzatore di Acerra, proteste contro quarta linea: già inquina troppo

Termovalorizzatore di Acerra, proteste contro quarta linea: già inquina troppo

La regione Campania ha dato il via libera per la realizzazione di una quarta linea del Termovalorizzatore di Acerra, ma ecco i danni.

I comitati territoriali di Acerra sono da mesi sul piede di guerra contro la realizzazione di una quarta linea del Termovalorizzatore di Acerra, che però loro chiamano Inceneritore. Infatti, il consiglio regionale della Campania ha deciso di destinare 27 milioni di euro per la costruzione di una nuova linea, che sarebbe appunto la quarta.

Sostengono, come riporta Napoli Today, che anziché investire 80 milioni (questa la previsione di spesa complessiva) per sopperire alla manutenzione, sarebbe sicuramente più efficiente accordarsi con altri impianti simili che sono già in dismissione. Inoltre, le manutenzioni per cui sarebbe necessaria la quarta linea, a detta della regione, sono previste tra il 2027 e il 2029.

Il Termovalorizzatore di Acerra è stato inaugurato nel 2009: divenne il simbolo della risoluzione dell’emergenza rifiuti che all’epoca divorava la Campania, quando si iniziò a parlare di Terra dei fuochi. Che ancora oggi brucia e fa danni mortali, malgrado sia sparita dall’agenda dei talk show e dalle mire pubblicitarie dei Vip.

All’inaugurazione erano presenti anche gli allora Presidente del consiglio Silvio Berlusconi e capo della protezione civile Guido Bertolaso, che la sbandierarono come un loro successo personale. Ma il termovalorizzatore di Acerra già così com’è sfora i valori di sicurezza.

Termovalorizzatore di Acerra sfora i valori limite delle polveri sottili

Il termovalorizzatore di Acerra è gestito da Fisia Italimpianti SpA, parte di Webuild – il nuovo Gruppo che nasce nel 2020 da Salini Impregilo – leader mondiale nella progettazione sostenibile e nella realizzazione di impianti per il trattamento delle acque e per la dissalazione.

Sul sito ufficiale viene riportato che l’impianto a biomassa di Acerra sia tra i più grandi in Europa e faccia del Sistema Integrato della regione Campania per la rimozione dei rifiuti solidi urbani. E’ in grado di rimuovere 600.000 tonnellate/anno di rifiuti solidi urbani selezionati. Inoltre, genera 600 milioni di kW/ora ogni anno di energia elettrica. Tale quantitativo soddisfa ben 200.000 famiglie.

A fine giugno, sul blog che cura su Il fatto quotidiano, Il Professor Antonio Marfella, Presidente medici per l’ambiente Napoli, riportava che la centralina Arpac di Acerra segnava il raggiungimento del 35esimo giorno di sforamenti delle tossiche polveri sottili. Da aggiungere al limite massimo consentito di PM10 sforato anche Volla. A ciò si aggiunge poi il passaggio di tir ufficiali che determinano un autentico massacro in polveri sottili nel nolano ormai da decenni dato che ne passano 4mila al giorno, in una zona a pessima circolazione d’aria quale la conca del nolano.

Inoltre, denuncia Marfella

la Regione Campania ha scelto di potenziare le attività di logistica e di trasporto merci e materiali per tutto il Sud Italia, anziché provvedere a realizzare un valido trasporto su ferro dal Porto di Napoli al nolano come nei progetti originali

A peggiorare la situazione il fatto che la Regione Campania ha inaugurato ulteriori svincoli stradali che, ufficialmente, porteranno i passaggi tir da 4mila a 8mila giorno. Nel nolano, insomma, si registrano più polveri sottili della Pianura Padana.

Insomma, si parla tanto di green. Ma anziché investire sul riciclo dei rifiuti e su una produzione più ecosostenibile, si preferisce puntare su impianti estremamente nocivi per i residenti.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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