Street Fighter II, chi è il più forte? Sorpresa al primo posto

Street Fighter II, chi è il più forte? Sorpresa al primo posto

Scopriamo qual è il combattente più forte in Street Fighter II, nella versione The world warrior. Ecco storia, punti di forza e di debolezza.

Chi è il lottatore più forte di Street Fighter II? Parliamo di un gioco largamente considerato il fighting game (in italiano detto anche Picchiaduro) per eccellenza (si contende il podio del migliore di sempre con Mortal Kombat, più cupo, e Tekken, più serioso). E’ il sequel della prima versione uscita nel 1987, ma ne rappresenta la straordinaria evoluzione. E, nelle sue varie versioni, forse la più amata di tutta la saga, ancora oggi in produzione.

Pubblicata da Capcom, negli anni ’90 andava forte nelle sale giochi. Luoghi di perdizione per giovani e giovanissimi, sebbene in graduale declino rispetto al proprio ruolo data l’uscita di Home entertainment sempre più sofisticati. Che resero di fatto vetusto (oggi si direbbe da boomer) recarvisi ancora.

Ma chi era il più forte in Street fighter II? Di seguito, vediamo la classifica definitiva, almeno secondo chi scrive. Specificando che parliamo della versione Street Fighter II’: The world warrior, quella che mi sta più a cuore (l’apostrofo non è un errore, ma faceva parte del titolo originale, essendo in Giappone un simbolo di apice).

Prima della classifica, che partirà dall’ultima posizione, vediamo in breve la trama di Street Fighter II’: The world warrior.

La trama di Street Fighter II’: The world warrior

Il temibile generale M. Bison, a capo dell’oscura organizzazione Shadaloo, indice un torneo di arti marziali a livello mondiale: il World Warrior Tournament II, o Street Fighter Tournament II, a nove anni di distanza dalla prima edizione, con lo scopo principale di individuare e sconfiggere il lottatore più forte per poi possederne il corpo grazie allo Psycho Power.

Per raggiungere il suo scopo, e diventare così un “essere perfetto“, invita al torneo i lottatori più forti, oltre ai suoi scagnozzi. Ciascuno parteciperà per un proprio scopo, nobile o meno.

I combattenti provengono da diversi paesi, infatti ogni sfondo vanta un tratto culturale tipico del posto di provenienza.

Chi è il più forte in Street fighter II

Vediamo caratteristiche di ogni combattente, dunque punti deboli e punti forti, andando dall’ultima alla prima posizione. Di ciascuno mostriamo la scena finale una volta completato il gioco.

Zangief

Wrestler russo, ma ispirato allo stile americano dell’allora WWE, avrebbe dovuto chiamarsi Vodka, palesemente per le sue origini. Poi si preferì declinare, nonostante il muro fosse ormai caduto. Anche il suo aspetto fisico è ispirato a wrestler reali, come Salman Hashimikov e Steve “Dr. Death” Williams.

Lo posizioniamo in fondo alla classifica per la sua lentezza e per i suoi movimenti meccanici e impacciati. Troppo pesante anche per evitare efficacemente gli attacchi a distanza, resta un ottimo incassatore ed è devastante negli attacchi a brevissimo raggio, grazie alla sua mossa più importante: lo Spinning Piledriver, che trasforma un malcapitato in un cavatappi gettandolo al suolo dopo una torsione vorticosa; in grado di sottrarre tanta energia all’avversario. Ma anche qui paga dazio: è una mossa troppo difficile da replicare, sia con i comandi di un cabinato in sala giochi, sia e ancora peggio, con quelli di uno joystick a casa.

L’unico motivo per cui prenderlo è la scenetta finale, quando lo si vede ballare con l’allora presidente russo Michail Gorbaciov dopo essersi congratulato con lui.

Balrog

Il nome di questo personaggio ha creato uno scompiglio: il nome originale in Giappone è Mike Bison, inutile dire ispirato al grande Mike Tyson, essendo anche egli un pugile. Ma in America si evitò per evitare una probabile causa per i diritti del famoso campione. E così divenne Balrog, ma ciò portò al cambio di nomi anche di Vega, che inizialmente si chiamava Balrog. Vega, però era il nome iniziale di Mr Bison, che così assume quel nome che inizialmente toccava a Balrog. resta comunque la palese somiglianza estetica con Tyson.

A parte questo, Balrog presenta caratteristiche molto simili a quelle di Zangief. I pugni sono molto potenti e dunque a stretto raggio può essere devastante. Su tutti, si contano la mossa Buffalo Headbutt, una carica dal basso da utilizzare in contrattacco, e una presa che blocca l’avversario e lo colpisce ripetutamente infliggendogli danni ingenti.

Ma ha anche grossi limiti, come il fatto che usi solo le mani, proprio come un pugile. Quindi se si riesce a tenerlo un po’ a distanza e si sceglie un personaggio capace di lanciare colpi a distanza, è facile sconfiggerlo.

Blanka

La storia di Blanka è forse la più commovente, simile a quella di Tarzan. Il suo vero nome è quello di Charlie e viene smarrito nella jungla e qui cresce come fosse un animale. Infatti, terminato il gioco, si ricongiunge con la madre. Non è noto però come abbia sviluppato il potere delle scosse elettriche, che nello sfortunato film sono attribuite a esperimenti messi in atto dallo scienziato Dhalshim (che poi avrà una crisi di coscienza, lasciandolo libero).

Lo mettiamo davanti a Zangief e Balrog, poiché è più agile e ha diverse mosse. Su tutte, la più nota è la Electric Thunder, pure una delle più semplici da imparare (basta pigiare ripetutamente uno dei tasto pugno): inizia a produrre una scarica elettrica di oltre 150.000 volt, causando elettroshock all’avversario. Inoltre, è molto mobile, mentre la sua postura accovacciata gli permette di evitare sempre gli attacchi alti a distanza, mentre può rotolare per attaccare o evitare qualunque tipo di proiettile.

Non mancano poi tante prese e usa bene anche i calci tramite slancio, tuttavia soffre molto contro avversarsi dotati di attacchi a medio e lungo raggio. Insomma, anche qui, se non ti avvicini troppo, puoi avere gioco facile.

Guile

Guile è il classico prototipo dell’American dream: biondo, tuta mimetica in pieno stile American soldier, un misto tra Hulk Hogan e Top gun (come dimostra anche lo sfondo con un jet e altri militari che tifano per lui). Come conferma il tatuaggio della bandiera americana in bella vista.

E’ sicuramente un buon personaggio, con difesa forte, mentre la mossa principale è la Sonic Boom per colpire a distanza, o i Flash Kick se l’avversario prova a saltare i proiettili. Personaggio equilibrato, capace di sfoderare attacchi mediamente potenti, ma è anche un po’ lento e prevedibile.

Insomma, avrebbero potuto fare di più. Probabilmente perché a svilupparlo sono stati i giapponesi, perché gli americani lo avrebbero reso un anti-M Bison per eccellenza. Come del resto vediamo nel film, dove è incarnato da Jean-Claude Van Damme.

E. Honda

In un videogame di combattimento ideato da giapponesi, non poteva mancare un lottatore di Sumo. Edmond Honda è uno dei personaggi più riconoscibili del videogame e forse tra i più simpatici. Soprattutto da chi ama la cultura del Sol levante, come l’atto di spargere il sale prima di ogni combattimento (un rituale di purificazione del sumo chiamato Shubatsu, in realtà espletato anche a Napoli in funzione anti-malocchio) o lo sfondo delle terme Edo del Kapukon Yu, un centro termale fittizio di Tokyo.

Venendo alle caratteristiche principali, troviamo interessanti proiezioni offensive con testate e colpi di sedere volanti. Ma la mossa più nota è la Hyakuretsu Harite: premendo a ripetizione il tasto pugno, Honda inizia a colpire l’avversario con la velocità di tante braccia, una mossa letale a medio raggio. Bene anche la sua stretta in un angolo, dalla quale è difficile liberarsi. La postura bassa e la rapidità a dispetto della mole, lo rendono anche difficile da attaccare a breve raggio.

Tra i limiti principali troviamo l’incapacità di difendersi agli attacchi a lungo raggio, che siano lanci di proiettili o attacchi. Un personaggio semplice da usare e ostico da battere, almeno che non si riesca subito a capire il modo.

Ryu

Siamo dinanzi forse al personaggio simbolo del gioco, il super eroe di questo fighting game. Anch’egli nasce per onorare il Giappone, come Honda, sebbene tramite un’altra arte tipica di questa cultura: le arti marziali. Di fatti, ha il tipico chimono e la benda in fronte rievocativi.

Tante le mosse in grado di compiere, anche piuttosto efficaci: la mitica Hadoken, la palla di fuoco lanciata a distanza (in realtà è energia ki); ma anche il Tatsumaki Senpukyaku (il calcio rotante volgarmente percepito come “attakensplugen” dalle campionature vocali) e lo Shoryuken (il pugno infuocato). Tuttavia, ha anche dei limiti, che lo pongono a metà classifica, come la lentezza e la prevedibilità.

Ad onor del vero, per sconfiggerlo servono comunque avversari dalle mosse raffinate e piuttosto veloci, quindi dipende anche chi lo affronta. Insomma, gli ideatori potevano fare qualcosa di più per renderlo a tutti gli effetti l’Eroe del gioco. Due dei quattro Boss del gioco, gli sono piuttosto superiori e ciò resta un problema per la storytelling.

Ken

Amico fraterno di Ryu, apparentemente sembra uguale al precedente nello stile del combattimento. Tuttavia, ci sono delle differenze: i suoi colpi sono in media meno potenti di quelli di Ryu, ma la portata e la spettacolarità del suo Shoryuken sono senza eguali. Inoltre, il suo calcio rotante è più veloce e meno potente, e ciò lo rende molto utile al fine di interrompere l’azione avversaria. Lo stile di combattimento è votato all’attacco e alla concatenazione delle mosse.

Dunque, è una spanna sopra Ryu perché, seppur meno potente sembra più utile e funzionale. Accattivante poi il personaggio: dal chimono rosso e dai capelli biondi, probabilmente ispirato a Joe Lewis. Inoltre, ha un carattere più fragile e meno integerrimo rispetto a Ryu, tanto da cadere nelle lusinghe dell’oscurità alla fine del Torneo.

Dhalsim

Uno dei personaggi dalla storytelling più affascinante. Maestro di yoga, capace di maneggiare il fuoco, per una natura distruttiva che però entra in contrasto con il suo animo pacifista. Una sorta di Gandhi (anche per le origini indiane) in versione combattente.

Proprio questa contraddizione interiore da “vorrei ma non posso” o “potrei ma non voglio” lo rende incompleto. Tanti i punti di forza, come la capacità di allunga regambe e braccia, fino a colpire l’avversario ovunque si trovi. Così come la capacità di teletrasporto, non facilissima da eseguire a dire la verità. Tra le mosse principali troviamo lo Yoga Fire e lo Yoga Flame, 2 soffi infuocati utilizzati per colpire da lontano o a distanza ravvicinata in grado di incenerire il nemico.

Tra i punti deboli troviamo la scarsa mobilità e il fatto che le sue mosse non siano sempre facili da eseguire. Insomma, un bel personaggio, complicato da affrontare, ma anche da maneggiare. Dalle grandi potenzialità devastanti se si è abili.

M. Bison

Curioso vedere qui il malvagio Top del gioco, colui che ha ideato il Torneo, perfino sotto a 2 dei 3 del suo clan. Ma tant’è.

Certo, il fatto che sia il Boss finale non è un caso e affrontarlo è un vero stress. Vanta le mosse caricate più potenti (cioè quelle che, ricorderanno i gamer, per essere effettuate richiedono di spostare per due secondi la levetta direzionale dal lato opposto a quello verso cui è rivolto l’attacco). Mentre la sua mossa più nota è la Psycho Crusher, una carica frontale devastante, ma anche la forza psichica che avvolge i suoi colpi con auree scintillanti. I quali permettono di portare gli avversari in stato confusionale e di diventare inermi per qualche secondo al fine di poterli colpire facilmente.

Offre una vasta tipologia di colpi, per una sorta di Mago di Oz versione malvagia. Ma patisce anche delle pecche che non lo rendono il Top dei Top. Anzi, perfino fuori dal podio.

Infatti, oltre ad essere lento, è anche piuttosto complicato da adoperare. Ciò significa che se ad utilizzarlo è la CPU, come ultimo boss, è un conto. Ma diventa difficile da gestire se ad usarlo è un Player in carne ed ossa. Inoltre, non riesce a districarsi in caso di attacchi a breve raggio o se afferrato da prese. Insomma, chiuso in un angolo soffre molto.

Vega

Siamo giunti finalmente al podio. Il più intrigante e misterioso, individualista, narciso, sfuggente. Vega (che, come detto, avrebbe dovuto chiamarsi Balrog), è agilissimo, velocissimo, elegante nei movimenti, capace di mettere insieme i movimenti di un torero (come il suo costume, molto bello, palesa), con 2 antiche arti marziali nobiliari europee, la zipota e la savate, con la ninjutsu. La presenza degli artigli lo rendono un mix tra un elegante torero e uno spietato Wolverine.

La portata dei suoi calci e dell’artiglio consentono di tenere a distanza gli avversari. Mentre il suo calcio potente basso è fastidioso e piuttosto devastante. La mossa più nota è la dive jump, con cui sfrutta il limite del quadro per darsi lo slancio e caricare il nemico, colpendolo direttamente o con l’artiglio.

Insomma, davvero un bel personaggio, sebbene sia complicato da adoperare. Una volta conosciuto a fondo, diventa davvero difficile da sconfiggere. Non manca però qualche pecca, come il fatto che non abbia colpi a distanza da lanciare e che patisca una scarsa resistenza. Il che lo rende vulnerabile nello scontro ravvicinato.

Sagat

Siamo al secondo posto e ci troviamo un altro scagnozzo di M. Bison. Il personaggio di Sagat, di origini thailandesi, è ispirato ai lottatori della muay thai, in particolare al campione Sagat Petchyindee, reso però mistico e fantasioso con altre fattezze: quelle di Reiba, personaggio di un popolare manga degli anni ’70.

Il suo corpo è un richiamo plastico al primo capitolo, visto che vi riscontriamo la cicatrice sul petto, frutto del Metsu Shoryuken, il pugno distruttivo del drago nascente con cui Ryu lo sconfigge nel primo World Warrior Tournament. Infatti, tra i due c’è una forte rivalità presente anche in questo secondo capitolo.

Rispetto a Ryu (e Ken), Sagat ha dalla una potenza superiore, così come un fisico prestante, che gli permette di infliggere all’avversario attacchi molto profondi. Se i primi due rievocano il drago come simbolo delle proprie mosse, Sagat invece rievoca la tigre (scelta non casuale, dato che i due animali nella cultura asiatica rievocano lo yin e lo yang).

Tra le mosse più importanti di Sagat troviamo il Tiger Shot e il Ground Tiger Shot, l’equivalente dell’Hadoken. Molto particolare la seconda: la palla di fuoco vola leggermente più in basso di un normale proiettile energetico. Così da poter alternare palle di fuoco alte e basse a velocità differente. Altre mosse sono la Tiger Uppercut (il corrispettivo dello Shoryuken, a conferma che Sagat è stato pensato come alter ego di Ryu) e la Tiger Knee Crush. Non mancano poi, a completamento del suo patrimonio di mosse, diverse combinazioni di mosse di base.

Non manca comunque qualche pecca, come la sua reattività non eccessiva, quindi può andare in difficoltà contro avversari veloci. Ecco perché, nonostante sia un lottatore completo (piuttosto facile da usare, potente nel combattimento ravvicinato e a distanza) non si trova al primo posto.

Chun-Li

Con non pochi sforzi, i giapponesi hanno dovuto rappresentare anche la vicina-nemica Cina con un combattente, sebbene abbiano deciso di farlo con una donna. Chissà se involontariamente, però, lo hanno fatto con un personaggio che alla fine risulta più forte dei giapponesi stessi e di tutti gli altri combattenti, tanto da finire al primo posto.

Ha forte il senso di giustizia e combatte per vendicare la morte del padre a opera di Bison. Tanto da allearsi con Ryu e Guile per sconfiggere le sue malvage ambizioni di potere, in una sorta di Avengers ante litteram. Infatti, a Torneo vinto, la vediamo pregare sulla tomba del padre e vestire panni da “ragazza semplice”.

Chun-Li è un personaggio devastante e completo: lancia colpi a distanza rapidi ed efficaci, mitico poi l’iconico Spinning Bird Kick, una fatale mossa basata su calci rapidi, continui e potenti. Così come lo Hyakuretsu Kyaku, un colpo vincente pure facile da eseguire: basta premere in continuazione uno dei tasti di calcio. Così come un efficacissimo gioco di proiezioni tipico del judo.

Bene anche in fase difensiva, visto che è una dei pochi personaggi in grado di effettuare un doppio salto sfruttando proprio il bordo nero. Il che fanno sì che possa divincolarsi anche nelle situazioni peggiori.

Insomma, difficile trovare dei punti deboli a questo personaggio: potente e varia nei colpi, agile, efficace in fase difensiva, facile da usare.

La classifica finale

street fighter II più forte
Screenshot da https://www.youtube.com/watch?v=yvRDWu29y_E
  1. Chun-Li
  2. Sagat
  3. Vega
  4. M. Bison
  5. Dhalsim
  6. Ken
  7. Ryu
  8. E. Honda
  9. Guile
  10. Blanka
  11. Balrog
  12. Zangief

Se sei appassionat* anche di Manga, qui abbiamo stilato la classifica del più forte tra i cinque Cavalieri dello Zodiaco.

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