Domenico Modugno è stato tante cose: cantautore, chitarrista, attore, regista, conduttore televisivo e perfino politico, avendo rivestito il ruolo di Deputato tra le fila dei Radicali. Partito del quale fu anche dirigente negli ultimi anni della sua vita.
Considerato uno dei padri della musica leggera italiana, nella sua carriera è stato piuttosto prolifico, avendo scritto e inciso circa 230 canzoni, interpretato 45 film in totale (38 per il cinema e 7 per la televisione), recitato in 13 spettacoli teatrali e condotto alcuni programmi televisivi.
Ha vinto quattro Festival di Sanremo, il primo dei quali, nel 1958, con la sua canzone più celebre: Nel blu dipinto di blu, nota soprattutto con il titolo di “Volare“. Il brano più eseguito nel mondo ancora oggi. Un brano ritenuto rivoluzionario, avendo dato vita alla cosiddetta canzone leggera italiana. Valendogli anche l’appellativo di Mister Volare.
Altro record per Modugno, il fatto di essere stato, con Renato Carosone, uno dei due cantanti italiani, ad aver venduto dischi negli Stati Uniti negli anni 50 senza inciderli in inglese.
In generale, è gli artisti italiani che hanno venduto più dischi, con oltre 70 milioni di copie.
Tuttavia, intorno a Domenico Modugno c’è un curioso aneddoto legato alle sue origini, che riportiamo di seguito.
Perché Volare viene ritenuta una canzone rivoluzionaria
Come riporta Wikipedia, con la canzone Nel blu dipinto di blu, Modugno trionfa al Festival di Sanremo 1958 insieme con Johnny Dorelli. Il testo di questa canzone fu scritto insieme con Franco Migliacci, con il quale cooperò in molti momenti della carriera, giungendo ad altri risultati di successo come Addio addio.
I critici musicali sono unanimi:
Quella di Modugno è senza dubbio la canzone più nuova, più originale e più estrosa di questo Festival: estrosa nella musica, dove la caratteristica vera e propria è data dalla frase iniziale del ritornello, ed estrosa nel soggetto
E ancora
La vittoria di Modugno può significare finalmente una rottura di quel clima di artificio nel quale naviga, grazie agli interessi delle case discografiche ed editrici, e alla scarsa preparazione di buona parte di autori e cantanti, la canzone italiana: Modugno ha dimostrato che una bella canzone, cantata bene, può essere apprezzata dal pubblico, e ha dimostrato che due cantanti seri e preparati come lui e il giovane Johnny Dorelli hanno la possibilità di imporsi sui “divi” costruiti e artificiosi, dai milioni in banca e dalle lacrime nel fazzoletto
La fortuna della canzone è dovuta, comunque, anche ad altri aspetti, non solo al testo o alla melodia: in particolare è da citare l’arrangiamento, opera di Alberto Semprini, e l’interpretazione di Modugno che, durante l’esibizione a Sanremo, accompagna con la mimica la sua voce per arrivare, nel celebre ritornello, a una liberatoria apertura delle braccia. Mentre prima i cantanti erano piuttosto fermi e ingessati davanti al microfono.
Le contese origini di Domenico Modugno
Domenico Modugno nacque a Polignano a Mare il 9 gennaio 1928. Tuttavia, il successo dei primi brani eseguiti in lingua salentina fecero sì che molti scambiassero il dialetto salentino di questa e di altre canzoni come lingua siciliana. Il cantautore, almeno in quel periodo, non smentisce, affermando poi di averlo fatto perché costretto dai dirigenti Rai e dai discografici. Inoltre, spacciarsi per siciliano gli consentiva anche un certo successo oltreoceano, data l’alta presenza di siciliani emigrati negli Stati Uniti.
Infine, ad alimentare ulteriormente il mito delle origini siciliane di Modugno ci fu il fatto che la moglie fosse proprio siciliana, originaria di Messina: l’attrice e soubrette Franca Gandolfi.
Ma oltre a scatenare un certo astio da parte dei polignanesi nei suoi confronti, si crea un certo malumore anche tra gli abitanti di San Pietro Vernotico, dove Modugno, a soli 6 anni, fu costretto a trasferirsi poiché il padre aveva vinto un concorso per guardie municipali. Fu qui che passò la giovinezza e pose concretamente le radici del suo incredibile successo, dedicandosi al teatro e imparando a suonare con maestria chitarra e fisarmonica.
Come racconta Bari inedita, basta recarsi in via Brindisi, la strada principale del paese, per osservare nei bar le foto esposte con orgoglio del concerto tenuto dall’artista nel 1958, nella stessa piazza del Popolo, subito dopo la prima vittoria al festival di Sanremo. In piazza del popolo, nel palazzo dell’ex municipio, è sorta la casa dell’associazione Domenico Modugno, per raccogliere in un unico spazio immagini e cimeli preziosi legate all’ascesa del chitarrista. Qui è possibile ammirare le foto del poeta che cammina in un bagno di folla, fuma una sigaretta con un giovanissimo Al Bano, sorride con alcuni amici e posa per un fotografo. Su una di esse c’è anche il suo autografo.
Spicca, tra i cimeli, il cilindro che usò nel film autobiografico “Tutto è musica” del 1963.
Per quanto riguarda Polignano a mare, splendida località sul mare, invece, la riappacificazione avvenne nel il 26 agosto 1993, quando Domenico Modugno tenne l’ultimo concerto, alla presenza di 70.000 persone. Durante il concerto si rivolge alla corposa platea, dicendo:
Chiedo scusa, ma per la fame avrei anche detto di essere giapponese!
Nel 2009 gli sarà dedicata anche una statua sul lungomare, con la famosa posa delle braccia spalancate.
Domenico Modugno morirà proprio in Sicilia
Destino vuole che però che Domenico Modugno morisse proprio in Sicilia, per un infarto, il 6 agosto 1994, all’età di 66 anni, nella sua casa di Lampedusa.
Fu portato nella sua villa sull’Appia Antica per la camera ardente e il funerale fu celebrato nella basilica di San Sebastiano fuori le mura. Riposa nel cimitero Flaminio di Roma.
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