Scary Barbie, la “bambola” più spaventosa dell’universo

Scary Barbie, la “bambola” più spaventosa dell’universo

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 16 Maggio 2023

In un tipico giorno di lavoro alla Purdue University dell’Indiana (USA), i ricercatori del dipartimento di Fisica e Astronomia stanno esaminando i risultati di varie osservazioni al telescopio, quando si imbattono in una sorgente di luce incredibilmente luminosa.

E’ assurdo”, dichiara l’astronomo Danny Milisavljevic. “Se prendiamo una tipica supernova e la moltiplichiamo per mille, ancora non raggiungiamo questo livello di luminosità – e le supernove sono tra gli oggetti più luminosi nel cielo”.

Come si può spiegare, dunque, questo sbalorditivo fenomeno? E cosa c’entra la bambola più famosa al mondo?

Proviamo a fare luce (letteralmente) sul mistero.

Scary Barbie: la tragica fine di una stella

I buchi neri sono tra gli oggetti più spaventosi dell’universo (ne abbiamo parlato qui), e quelli supermassicci lo sono ancora di più.

Come spiega Live Science (qui l’articolo completo), se una stella ha la sfortuna di incrociarne uno, il suo destino è segnato: grazie alla sua immensa attrazione gravitazionale, il buco nero la trascinerà sempre più verso di sé, fino al punto da “spaghettificarla.

In sostanza, poiché la gravità esercitata sulla parte della stella più vicina al buco nero è nettamente superiore a quella esercitata sulla parte più lontana, la stella viene trasformata in una sorta di spaghetto di plasma incandescente, che inizia ad arrotolarsi attorno al buco nero.

Durante questo processo, il plasma accelera vorticosamente ed emette un enorme getto di energia e materia, che produce un luminosissimo raggio di luce, detto evento transitorio, rilevabile dai telescopi.

Ma nel caso di Scary Barbie tale evento non sembra affatto transitorio.

Scary Barbie: un evento record ancora incompreso

Scary Barbie (letteralmente “Barbie spaventosa”) è un soprannome affibbiato dai ricercatori all’evento, aggiungendo l’aggettivo “Scary” alla sua denominazione casuale (ZTF20abrbeie).

E si tratta di un soprannome estremamente appropriato: non solo è un evento transitorio decisamente più luminoso dei suoi simili, ma dura ininterrottamente da due anni, quando gli altri hanno una longevità dell’ordine delle settimane o al più mesi.

Non resta che attendere ulteriori osservazioni, magari coi telescopi spaziali Hubble e JWST, in modo da avere immagini più dettagliate da cui ricavare una possibile spiegazione per questo straordinario evento.

Ma, come afferma Milisavljevic, non è detto che ce ne sia una: l’universo è pieno di misteri e meraviglie ancora tutte da scoprire.

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Pubblicato da Girolamo Castaldo

I miei interessi principali sono scacchi, sci, anime, manga, videogiochi, musica e (astro)fisica. Storie Semplici: http://storiesemplici.substack.com

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