A Sanremo italiani dipinti come xenofobi, omofobi e maschilisti

Sanremo 2023 volge al termine anche quest’anno. Un carrozzone mediatico del quale è difficile non conoscere almeno un ritornello, uno sketch, un aneddoto. Visto che al tradizionale bombardamento televisivo che subiamo da decenni, si è aggiunto quello dei tanti Social aggiuntisi all’ormai storico Facebook. Tra opinioni non richieste, sfottò, dinamiche costruite a tavolino affinché se ne parli.

Insomma, parafrasando Sergio Caputo diremo: “la radio mi pugnala con il Festival dei fiori“.

Ancora qualche giorno e anche di Sanremo 2023 resterà solo qualche canzone dal refrain orecchiabile, che sarà trasmesso per alcuni mesi nelle radio. Fino a quando dovranno cedere il posto ai tormentoni estivi.

Anche in questa edizione non sono mancati i soliti discorsi impregnati di buonismo e di retorica. Con una lunga panoramica a 360 gradi che va dal contrasto alla xenofobia alla omofobia passando per la violenza sulle donne.

Messaggi che ben si incastonano con lo show e producono un’ottima pubblicità per chi li tiene. Che ben impara il copione a memoria. O, laddove non vi riesce, lo legge con attenzione.

Sanremo 2023 e i soliti discorsi

Se questi messaggi potevano avere un senso qualche anno fa, quando il sociale entrò nella importante kermesse ligure, ormai da qualche tempo appaiono come una stanca ripetizione. Svuotata di senso e riempita di retorica e banalità.

Ed ecco che la Barbie pensante, Chiara Ferragni, ci dice che le donne devono “pensarsi libere“. Chissà se per esserlo devono acquistare il suo costoso corredo scolastico.

La campionessa di pallavolo Paola Egonu, bellezza tanto esotica quanto statuaria, ci dice che gli italiani sono razzisti e intolleranti. Per quei pochi italiani che si nascondono dietro una tastiera, piccola minoranza rispetto ai tanti che accolgono gli immigrati, fanno beneficenza per i meno fortunati a distanza, fanno volontariato in strada o nelle mense.

Un’altra Chiara, la Francini, ci dice poi che non avere un figlio dopo i 40 anni è visto dalla società maschilista e patriarcale italiana come sinonimo di inadeguatezza per una donna. Ancora?! Forse fino agli anni ’90, ma ormai sono sempre più le donne single senza figli. Per vari motivi. Scelta, sfortuna, esigenza. E nessuno le giudica più, anche in quella Italia che Sanremo 2023 vuol far credere ancora retrograda.

Sanremo 2023: si salva solo la Fragnani

A salvarsi da questa inondazione di retorica è stata Francesca Fragnani, co-conduttrice nella seconda serata. Quanto meno ha parlato di giovani e carcere e della necessità di dargli una seconda possibilità. Un problema, quello sì, reale e concreto.

Quanto meno, ci hanno risparmiato Zelensky, che ha mandato solo un messaggio di testo. Magari avrebbe potuto cantare: “grazie dei dron“.

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