Il comandante della milizia mercenaria russa Wagner, Yevgeny Prigozhin, dopo varie minacce ha deciso di agire contro i vertici della Russia.
Ore concitate in Russia. Il comandante della milizia mercenaria russa Wagner, Yevgeny Prigozhin, dopo varie minacce in questi mesi ha deciso di agire contro l’establishment russo. Ce l’ha in particolare con il Ministero della difesa. Più volte accusato di boicottare il suo esercito e di essere responsabile di molte morti tra le sue fila.
La Wagner è molto importante per l’esercito russo, visto che è stato già impegnato, con grande successo, in altri territori di guerra come Siria e Afghanistan. Mentre in Ucraina controllava zone strategiche diventate di fatto le basi militari russe nel territorio invaso dal 24 febbraio 2022.
In un discorso alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin ha richiamato all’unità della nazione e ha già proclamato misure anti-terrirostiche contro Prigozhin e la sua Wagner.
Cosa sta succedendo in Russia con Prigozhin
Come riporta AGI, Yevgeny Prigozhin dice di essere al quartier generale dell’esercito russo nella città di Rostov, centro chiave per l’assalto dell’esercito di Mosca all’Ucraina, e di aver preso il controllo di siti militari, compreso un aeroporto.
Queste le sue parole su Telegram:
Siamo al quartier generale (…) i siti militari di Rostov sono sotto controllo, compreso l’aeroporto
Prigozhin ha inoltre confermato che la sua forza di 25.000 uomini è “pronta a morire“, per roversciare l’establishment russo. Promette poi che se ne aggiungeranno altri 25mila:
Stiamo morendo per il popolo russo
In Russia intanto hanno preso già le contromisure: chiusi Piazza Rossa, Mausoleo di Lenin e la necropoli vicino al muro del Cremlino a Mosca.
Ribellione Wagner, come può cambiare guerra in Ucraina
Ovviamente, queste tensioni interne alla Russia possono aiutare l’esercito ucraino in grande affanno in queste ultime settimane, a rialzare la testa e rendere la propria controffensiva più consistente. Del resto, gli Usa hanno fatto capire di essere stufi e pronti all’abbandono.
Vedremo come evolverà la situazione. Ovviamente, gli occidentali sperano che questa ferita apertasi in Russia possa dilatarsi e creare uno squarcio importante che faccia cadere l’attuale establishment in Russia, con Putin ovviamente in testa. Un po’ quanto accadde giusto trent’anni fa contro Boris Eltsin e due anni prima contro Gorbacev.
Tentativi allora falliti. Non è da escludere che a fomentare, con denaro e armi, i rancori di Prigozhin non siano stati gli occidentali stessi. Molto bravi a rinforzare quanti possano aiutarli a rovesciare gli ordini politici altrui per poterci mettere le mani. Parliamo pur sempre di mercenari, ovvero gente pagata per combattere. Che può rimpinguare il proprio esercito con persone da tutto il mondo. Potrebbe poi crearsi una saldatura tra loro e l’esercito ucraino stesso.
Rostov potrebbe insomma essere la “breccia di Porta Pia” verso Mosca, separata da essa da 500 km di distanza. Ma la Russia sa ben respingere i nemici in casa, come già fatto con Napoleone prima e Hitler poi.