Olimpiadi 2026 Milano e Cortina: si preannunciano altri sprechi

Le Olimpiadi invernali 2026 che si terranno in tandem a Milano e Cortina (c’era anche Torino, ma i Cinquestelle che amministravano la città hanno preferito restarne fuori) rischiano di essere un’altra fonte di sprechi di denaro pubblico.

A denunciarlo è Paolo Martini su Il fatto quotidiano, il quale cita il fatto che la gara per aggiudicarsi la costruzione del primo stralcio del nuovo impianto di bob a Cortina è andata deserta. Cosa significa? Che nessuna ditta si è presentata e adesso la Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa (Simico) potrà avviare a ‘una procedura negoziata’, cioè diretta, con i futuri possibili appaltatori, ‘senza previa pubblicazione di un bando di gara’.

La Simico dichiara che assegnerà i lavori e stipulerà un contratto in ‘tempi contingentati’ per rispettare le scadenze. Il decreto legge Semplificazioni del 2020 indica in quattro mesi il termine entro il quale la procedura negoziata si dovrà concludere. Cioè entro novembre, quando mancheranno solo 12 mesi alla consegna della pista per il collaudo.

Un soffio, considerando che le imprese che saranno contattate chiederanno tempo per studiare i progetti e formulare l’offerta.

Olimpiadi invernali 2026: gli sprechi che si profilano

Ed è qui che si insinua il rischio sprechi. Proprio la fretta garantirà un’assoluta e lecita opacità, come ha notato subito l’esperto ambientalista Luigi Casanova. Parliamo, oltretutto, di un impianto folle, per uno sport che avrà sì e no un’ottantina di praticanti, con costi di manutenzione altissimi, destinato ad essere lasciato andare in rovina come il precedente.

Oltretutto, si è già proceduto con la distruzione di un parco giochi tra gli alberi e a decidere l’abbattimento di uno storico lariceto, con piante duecentenarie.

Proseguendo con l’analisi dell’articolo sul Fatto, se la situazione a Cortina è questa, Milano non è da meno con i ritardi. Il PalaItalia per l’hockey, progettato dallo studio di David Chipperfield a Santa Giulia, si è sbloccato solo recentemente, dopo mesi di tira e molla tra finanziatori. Mentre in luogo del Palasharp a Lampugnano si è già deciso di spostare le gare nel nuovo spazio dei padiglioni della Fiera di Rho, dove si disputerà già il pattinaggio saltato a Baselga per l’inadeguatezza dell’impianto.

Non va meglio per il laboratorio antidoping: se è vero che le Olimpiadi sono a Milano il Coni lo vuole a Roma, e all’Aquacetosa non c’è spazio. Il tutto considerando poi la cornice entro la quale i giochi si terranno: le infrastrutture, i trasporti pubblici e le strade sono molto carenti.

Un quadro impietoso, dunque, considerando pure che mancano solo 3 anni all’inizio. Il rischio è che le Olimpiadi finiscano a Innsbruck, in Austria. Il che sarebbe una brutta figura, l’ennesima.

Lasciando poi anche perdere la solita spartizione di poltrone, che secondo i maligni, sarebbe alla base della rielezione di Fontana alla Regione Lombardia e di Sala a Sindaco di Milano. Due fazioni politiche sulla carta opposte, ma che potranno sedersi allo stesso banchetto. Tutt’al più seduti su due lati opposti. E qualche posto sembra esserselo assicurato pure Italia Viva, che si era giocata l’asso della “sciura” Moratti.

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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