Alieni più simili a noi di quanto pensiamo: i tratti comuni

Alieni più simili a noi di quanto pensiamo: i tratti comuni

La somiglianza tra noi e gli alieni deriva dal fatto che alcune “leggi universali” della biologia impediscono l’esistenza di forme di vita intelligente troppo dissimili da quelle conosciute

Nell’immaginario popolare, gli alieni sono visti solitamente come una creatura di colore verde o grigio, deforme o addirittura mostruosa in base ai nostri modelli estetici, e dotata di un’intelligenza spesso impenetrabile.

Questa visione, insita nel significato stesso della parola “alieno”, deriva ovviamente da opere artistiche e letterarie, non avendo finora trovato nemmeno forme di vita extraterrestre elementari.

Ma non è necessario essere così pessimisti; anzi, ammesso che esistano altre forme di vita complesse, esse potrebbero rivelarsi sorprendentemente simili a noi.

Infatti, sebbene sia prudente considerare anche casi estremi, la biologia ci insegna che ci sono comunque dei limiti invalicabili, in particolare quando si tratta di forme di vita intelligenti.

La selezione naturale alla base dell’evoluzione anche degli alieni

La vita sulla Terra si è evoluta tramite un processo di selezione naturale, in base al quale le creature più in grado di adattarsi all’ambiente in cui vivevano erano quelle che sopravvivevano, perpetuando la propria specie.

Si ritiene che tale processo non sia esclusivo alla Terra, ma sia invece universalmente necessario affinché emergano forme di vita complesse.

Dato ciò, siamo in grado di stabilire con fiducia alcune caratteristiche fondamentali per la vita in generale.

La più semplice di queste è probabilmente la capacità di riprodursi.

Infatti, è solo avendo una discendenza, per di più diversificata, che la vita può diventare sempre più complessa, generazione dopo generazione.

In particolare, i tratti genetici più adatti alla sopravvivenza saranno quelli maggiormente trasmessi alle future generazioni.

Vita complessa per problemi complessi

Come spiega lo zoologo e astrobiologo Arik Kershenbaum su BBC Sky at Nightla complessità non emerge naturalmente senza un motivo valido.

Al contrario, la vita diventa più complessa quando c’è bisogno di affrontare problemi complessi, come procurarsi il cibo o sfuggire a un predatore.

Più precisamente, la complessità emerge solo in presenza di relazioni complesse tra varie forme di vita.

Ciò ha una conseguenza molto importante: nel caso in cui dovessimo trovare una forma di vita complessa su un altro pianeta, potremmo stare certi che oltre ad essa esiste anche un ecosistema complesso a contorno.

Alieni: esistono altre forme di vita intelligente?

L’intelligenza, nelle sue forme più semplici, si è sviluppata piuttosto rapidamente sulla Terra, proprio al fine di affrontare problemi complessi.

Difatti, tutti gli animali posseggono un certo livello di intelligenza e la loro esistenza sulla Terra risale a più di 600 milioni di anni fa.

D’altro canto, ci sono voluti proprio 600 milioni di anni perché l’uomo fosse in grado di mettersi in ascolto di eventuali messaggi dallo spazio e inviarne di propri.

Ciò induce a pensare che questo tipo di intelligenza “tecnologica” possa essere piuttosto rara nell’universo.

Ma non bisogna disperare: se esistono altri mondi in cui è presente un ecosistema complesso, allora è solo questione di tempo perché tale tipo di intelligenza si sviluppi anche lì.

E non è escluso che essa possa già aver raggiunto un livello più avanzato della nostra.

(Originariamente pubblicato su Storie Semplici)

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Pubblicato da Girolamo Castaldo

I miei interessi principali sono scacchi, sci, anime, manga, videogiochi, musica e (astro)fisica. Storie Semplici: http://storiesemplici.substack.com

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