Mykonos, un paradiso distrutto dal racket del turismo

Mykonos, un paradiso distrutto dal racket del turismo

Vediamo la storia del turismo a Mykonos e come il profitto stia distruggendo questa meravigliosa isola greca.

Mykonos è un’isola greca dell’Egeo che si trova nell’arcipelago delle Cicladi. E’ una meta turistica ambita anche dagli italiani, soprattutto i giovani che vogliono divertirsi, per la vasta scelta di locali dove passare la sera. Ma è molto frequentata anche dai Vip, attirando i lussuosi yacht di imprenditori, reali, calciatori e le star di Hollywood.

Ma oltre alla vita mondana, Mykonos è famosa, o almeno dovrebbe, anche per la sua sabbia bianca, il mare cristallino, gli armonici edifici che si distendono lungo la sua collina regalando paesaggi unici, nonché una serie di mulini a vento che furono costruiti nel XVI secolo.

Una esplosione di attrazioni dunque, che però fanno pagare un prezzo altissimo a quest’isola. Poiché c’è chi vorrebbe spremerla come un limone per trarre il massimo profitto da facoltosi e meno ricchi che ogni anno affollano il suo territorio, soprattutto tra giugno e settembre. E così il turismo la sta distruggendo, finito com’è in mano al racket.

🏝 La storia del turismo a Mykonos

Il Post ha ricostruito la storia del turismo a Mykonos. Tutto ebbe inizio negli anni Trenta, quando questa piccola isola (che ricordiamo avere una superficie di soli 86 chilometri quadrati, praticamente un terzo dell’Elba) aveva iniziato a farsi conoscere a chi andava a visitare la vicina Delo. Quest’ultima altra piccola isola greca considerata sacra in antichità e legata al culto del dio Apollo. In quel periodo ci furono infatti alcuni ritrovamenti archeologici a cui seguirono molti spostamenti da e verso Delo.

Dopo la devastante, anche per la Grecia, Seconda guerra mondiale, la svolta si ebbe a partire dagli anni Cinquanta, in concomitanza con la ripresa generale del paese. Ma è tra gli anni Sessanta e Settanta che furono costruite alcune strutture per il turismo, sia dalla comunità locale che con investimenti mirati da parte del governo greco.

Mykonos divenne un simbolo di libertà, tolleranza e scambio culturale, anche un importante punto di riferimento per la comunità LGBTQ+, accogliendo persone che nei loro paesi di origine non avrebbero potuto godersi le vacanze in piena libertà.

Mykonos fece così anche da apripista per le altre isole greche, che capirono l’importanza del turismo.

🏴‍☠️Mykonos vittima del turismo di massa finito in mano al racket

Tuttavia, quella che sembra una love story tra una bellissima isola e il turismo, in realtà cela una realtà tutt’altro che fiabesca.

Come denuncia LaRepubblica, a Mykonos è irregolare l’80 per cento delle nuove costruzioni. E chi protesta lo fa a proprio rischio. Il governo greco, infatti, sembra non fregarsene più di tanto, rovinato com’è dai debiti che la malapolitica da un lato e la cura da cavallo dell’Unione europea dall’altro e quindi ci vede soprattutto un motivo di guadagno.

Della questione “turismo a Mykonos” se ne è occupato anche il New York Times, che in un articolo ha scritto:

investitori arrivati in massa, smaniosi di guadagnare grazie a una miniera d’oro di sviluppo di proprietà di lusso, alberghi enormi e discoteche

In molti casi le costruzioni di nuove strutture sono state fatte attraverso abusi edilizi o pratiche poco trasparenti, spesso legate alla necessità di aggirare i controlli per evitare che le costruzioni danneggino reperti archeologici, presenti in grande quantità: solo negli ultimi otto anni, durante i lavori per altre costruzioni, ne sono stati scoperti 12.

A denunciare questa situazione è stato un gruppo di archeologi alle dipendenze del ministero della Cultura, con a capo il 53enne Manolis Psarros, da diversi anni a capo della divisione che concede i permessi di costruzione. Prima parlavamo di rischi personali di chi denuncia. Già, perché proprio Psarros è stato aggredito nel marzo scorso nella capitale Atene fuori dalla sua abitazione poco dopo le otto di sera. In un attacco che lo aveva lasciato incosciente, con il naso rotto e diverse costole fratturate. Nei mesi precedenti Psarros aveva preso più volte posizione contro le irregolarità e in diverse occasioni bloccato lavori di costruzione di nuove strutture.

Koutsoumba, la presidente dell’associazione degli archeologi, aveva così commentato l’increscioso accaduto ai danni del collega:

La situazione a Mykonos è ormai fuori controllo, l’attacco è stato di stampo mafioso e aveva lo scopo di intimidirlo

Ovviamente, di casi come questo della piccola isola greca ce ne sono tanti in tutto il mondo, anche in Italia. L’ingordigia umana distrugge natura e storia.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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