Milano come Gotham city, crescono stupri e rapine

Milano come Gotham city, crescono stupri e rapine

A Milano sta divampando la criminalità, che non risparmia i Vip. Ecco le zone più pericolose e le cause di questa recrudescenza.

Milano, zucchero e catrame” cantava Lucio Dalla, sebbene oggi prevalga il secondo. La città, infatti, è sfociata in una spirale di criminalità incontrollata, che non risparmia neppure i Vip, come Flavio Briatore, Chiara Ferragni, Corrado Tedeschi, Elenoir Casalegno e ultimo, in ordine di tempo, Carlo Verdone.

Incide sicuramente molto l’immigrazione incontrollata che ha invaso la città, una delle più note nel mondo, per la moda, l’alta finanza, il calcio.

Cerchiamo di capire cosa sta accadendo nella città meneghina.

I numeri della criminalità a Milano

Come riporta Milano Post, nel corso degli ultimi dodici mesi, sono state denunciate oltre 2.700 rapine. Alle quali vanno sommate le rapine non denunciate, da quanti sono sconfortati dal farlo. Restando sul tema di furti, aggressioni, scippi risse e rapine, si registrano 5.985 reati all’anno ogni 100.000 abitanti. Milano detiene il primo posto nella classifica delle città d’Italia più pericolose.

Inquietanti poi i dati sulle aggressioni, anche a sfondo sessuale. Nel 2022, in tutto l’anno, si sono contati ben 600 stupri denunciati, in città e in provincia.

Quali sono le zone di Milano più pericolose?

La Stazione Centrale è diventato l’epicentro della criminalità milanese, soprattutto in zone come Via Padova, Via Giambellino e Corvetto. Persino luoghi più frequentati, come Corso Como, la Darsena e il centro storico, molte persone sono state vittime da aggressioni ai danni dei passanti. Ovviamente, soprattutto nelle ore notturne.

La droga viene venduta alla luce del sole, manco si fosse a Chrisitania, quartiere di Copenaghen. I mercatini del weekend abusivi rivendono merce rubata o di dubbia provenienza.

Perché a Milano è aumentata la criminalità

C’è un’indubbia correlazione tra criminalità e immigrazione. Negli ultimi tre anni, più del 60% degli arrestati sono clandestini. Sono colpevoli di rapine, scippi, aggressioni e abusi sessuali.

Ma, oltre a essere carnefici, sono anche vittime. Di un sistema che non offre loro un’accoglienza adeguata, li fa sbarcare in Italia e poi, dopo i primi mesi di monitoraggio, li lascia liberi nel paese senza offrire loro un’alternativa a delinquere o, quanto meno, a lasciare il paese per mete a loro più gradite (anche se quest’ultimo punto dipende dalle porte chiuse degli altri paesi europei). Perché un lavoro lo trovano e per ricongiungersi coi propri cari.

Del resto, i dati diramati di recente dal Ministero della Giustizia evidenziano che un terzo dei reati commessi in Italia è attribuibile agli extracomunitari.

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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