Sanità allo sfascio: tra 2 anni 5 milioni di italiani senza Medico di base

Vediamo di seguito i numeri relativi ai medici di base e ai pediatri che mancano sempre più e le ragioni del fenomeno.

Che il Servizio sanitario nazionale non versi, è proprio il caso di dire, in buona salute, è un fatto noto. Basta prenotare una visita presso una struttura pubblica per accorgersene o per i costi che ormai anche nel pubblico occorre affrontare. Tra ruberie del passato, politiche sanitarie sbagliate e una tendenza alla privatizzazione che riguarda tutti i settori, la Sanità italiana è sempre più al collasso. Anche i medici di base si stanno riducendo sempre più.

Già ad oggi sono circa 2 milioni i cittadini italiani che non hanno più un medico di famiglia, perché si è ritirato senza lasciare un sostituto o perché ha optato per il (più redditizio) settore privato (qui abbiamo parlato della fuga in Medio Oriente).

Per il futuro le prospettive non promettono nulla di buono: si prospettano addirittura 5 milioni di italiani che entro due anni non avranno un medico di base. E l’emorragia riguarda anche i pediatri.

Perché in Italia non ci sono medici di base

Come riporta Tgcom24, secondo la Fondazione Gimbe, nel 2025 ci saranno 3.452 medici di base in meno rispetto al 2021. Questo significa che circa 5 milioni di italiani potrebbero rimanere come detto senza un riferimento sanitario. La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri è ancora più allarmista e stima che servirebbero oltre 10mila medici di base in più.

La regione più colpita è il Lazio, dove mancano 350 medici di base. Mentre il comune di Roma è quello messo peggio (e parliamo della Capitale): ne mancano quasi 800.

Le ragioni vanno ricercate negli stipendi poco stimolanti rispetto a un carico di lavoro sempre maggiore (tra tante scartoffie da compilare e sempre più pazienti da gestire), ma anche dal turnover scarso dovuto al numero chiuso della Facoltà di Medicina che per anni è stato troppo severo e selettivo.

Il Ministero della salute sta correndo ai ripari con un ritocco verso l’alto degli stipendi e una selezione meno ristretta degli aspiranti medici. Da qualche anno si parla della soppressione del Test d’ingresso.

Quanto ai carichi di lavoro, per avere una contezza del problema, basti pensare che se il numero massimo di assistiti di un medico di famiglia è fissato a 1.500 pazienti, ma può essere aumentato fino a 1.800, secondo Agenas, quasi un medico di famiglia su due (il 42%) ha più di 1.500 assistiti, mentre il 36,7% ne cura tra mille e 1.500. Quindi quasi tutti i medici di base devono gestire una grossa mole di pazienti.

Di qui la conseguente scarsa qualità del servizio offerto. Il che è anche inquietante, perché parliamo di pazienti seguiti poco e male nelle loro problematiche. E il nostro paese invecchia sempre più e alla vecchiaia ci arriva molto male (come spiegato qui)

Perché mancano i pediatri

Male anche i pediatri, fondamentali per la crescita dei più piccoli, che già in tenera età patiscono l’assenza di un medico che li segua. Da 7.408 sono scesi a 7.022 (386 in meno). Un problema evidenziato anche nel Rapporto civico sulla Salute 2023 di Cittadinanzattiva: la maggior parte dei medici in servizio, infatti, ha oltre 25 anni di anzianità di servizio.

E anche qui, tra pensionamenti, carichi di lavoro insostenibili, adempimenti burocratici che richiedono sempre più tempo, molti alla fine decidono di smettere.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

2 Risposte a “Sanità allo sfascio: tra 2 anni 5 milioni di italiani senza Medico di base”

  1. Conviene aprire un ambulatorio di medicina di famiglia? Questa è la prima domanda da porsi e la risposta dopo le mie considerazioni la farete voi.
    1 Quando un medico apre il suo studio di convenzionato, lo fa completamente a suo carico. Tutte le spese deve piangersele lui, come se stesse aprendo una impresa privata che non è. Sei sempre e comunque un pubblico ufficiale che lavora per un ente pubblico, però a differenza dei dipendenti pubblici le spese lo stato le scarica tutte su di te.
    2 Quando apri uno studio convenzionato sei senza alcun tipo di remunerazione, ovvero sei a costo zero, senza stipendio, perché quello dipende dal numero di pazienti che hai, quindi nel momento in cui apri sei a zero, perciò zero ricavi.
    3 Ciononostante devi comunque avere uno studio aperto per almeno 5 ore a settimana, come da convenzione, sprecando soldi per tutte le spesso che questo comporta: luce, affitto, acqua, rifiuti, telefono e in alcune zone d’Italia anche il programma per fare le ricette è a pagamento e a tuo carico.
    4 Quando apri uno studio di medicina di famiglia questo deve essere come dice la ASL e non è facile trovare un luogo, pagare diverse centinaia di euro di affitto, che sia perfettamente a norma con addirittura il bagno accessibile ai disabili che non è facile da avere in una casa.
    Quindi ricapitolando, ci sono molte difficoltà che rendono l’apertura di un ambulatorio molto ma molto problematica e questo scoraggia perché ripeto, prima, dopo e durante la tua attività per la ASL hai solo doveri, mentre a te eccettuati gli emolumenti non restano che gli oneri.
    Ditemi conviene aprire una impresa del genere?

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