Il Lime è un frutto che ormai spopola anche in Italia. Ma il prezzo sta aumentando veriginosamente a causa dei cartelli sudamericani.
Il Lime è un frutto sudamericano ormai entrato da anni a pieno regime nelle nostre abitudini alimentari e nelle nostre ricette, vuoi per il colore verde che mette allegria e ottimismo, vuoi per il gusto più intenso di un normale limone.
Il nome ufficiale è limetta, ma è noto anche come lima, ed è derivato da diverse specie del genere Citrus. Si presta bene a più utilizzi: sebbene venga coltivata soprattutto per la produzione dell’olio essenziale che si ricava dalla buccia, viene usato per macedonie, cocktail (come Caipirinha, Daiquiri e Mojito), torte (in Florida sono molto diffuse) e gelati. Contiene vitamina C ma in quantità inferiore rispetto ad altri frutti. In forma essiccata viene utilizzato come spezia nella cucina mediorientale, in particolare nei paesi del Golfo Persico.
Proprio la sua introduzione in altri mercati oltre a quelli di origine, ha fatto sì che pure il Lime finisse preda dei temibili cartelli messicani. Con il rischio che ne arriveranno in quantità ridotta e a prezzi maggiori.
Il prezzo del Lime in costante aumento a causa dei Cartelli
Sebbene le origini del lime risiedono in India e Malesia, è coltivato in molti paesi caratterizzati da clima tropicale, come il Sud America. Che ha fiutato l’affare favorito dalle proprie condizioni climatiche. Tanto da finire nelle grinfie dei cartelli sia in Messico che in Perù.
E così i cartelli stanno facendo schizzare in alto i prezzi del Lime. Ciò è accaduto prima in Perú, con i prezzi che sono schizzati alle stelle passando da 4 soles (i nostri 0,40 centesimi di euro col cambio attuale) a 26 soles (praticamente 8 euro!). Praticamente i prezzi sono aumentati di 20 volte!
Ma ora sta accadendo anche in Messico, dove nel mese di settembre il rincaro è stimato del 58,5 per cento nei primi nove mesi di quest’anno! Quindi si potrebbe parlare di oro verde, dopo l’oro nero costituito dal petrolio e quello blu dall’acqua.
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