Grano contaminato dall’Ucraina in Italia: come stanno le cose?

Grano contaminato dall’Ucraina in Italia: come stanno le cose?

Un paio di mesi fa abbiamo parlato del blocco del grano ucraino da parte di alcuni paesi Ue – ovvero Slovacchia, Polonia, Romania e Ungheria – poiché danneggerebbero il mercato interno.

La guerra del grano tra i paesi ex sovietici che ne producono tanto è stato innescato dall’accordo di associazione che dal 2014 lega l’Unione europea e l’Ucraina. Equivale ad un accordo di libero scambio: le merci ucraine possono entrare liberamente nell’Ue, e non devono pagare tariffe doganali.

In Italia, invece, il grano ucraino continua ad arrivare e forse più di prima. Del resto, come ricorda Il Fatto quotidiano, l’Unione europea e i governi italiani ‘europeisti’ susseguitisi in questi anni, hanno costretto gli agricoltori del sud Italia (soprattutto della Sicilia) ad abbandonare circa 600 mila ettari di seminativi (regime agronomico Set-Aside) per fare arrivare il grano duro canadese e ucraino. Dato che conveniva all’industria della pasta nel suo complesso.

Ma, d’altronde, siamo solo dinanzi a una delle tante ingiustizie ai danni di agricoltori e artigiani nostrani piovutaci in testa dall’Ue. Ma torniamo al grano ucraino e ai rischi legati al fatto che sia contaminato.

Grano ucraino contaminato?

Il fisico nucleare Maurizio Martellini già lanciò l’allarme quasi un anno fa: non c’è soltanto la minaccia nucleare in Ucraina, tornata in auge in queste ore con la distruzione della Diga di Kakhovka, ma anche il problema più grande relativo ai bombardamenti che ogni giorno rilasciano uranio impoverito e altri metalli che inquinano pesantemente l’ambiente. L’uranio impoverito, come detto anche qui, provoca danni al patrimonio genetico umano.

Le bombe certamente non si possono equipaggiare con tute di protezione al fine di proteggere il terreno e prevenirne la contaminazione. Terreno, quello ucraino, tra i più grandi produttori di grano e altri cereali. Solo nel periodo che va dal 24 febbraio al 15 marzo, la Russia ha lanciato oltre mille missili sul territorio ucraino. Da allora, tanti altri bombardamenti sono stati eseguiti. Ed è passato quasi un anno e mezzo dall’inizio del conflitto.

Ora, il grano che arriva dall’Ucraina è controllato a dovere? O abbiamo degli obblighi -commerciali e geopolitici – che non lasciano spazio alla difesa della salute del consumatore finale? Proprio ieri abbiamo parlato di test sui pesticidi occultati.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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