Gabriella Ferri è stata una cantante, attrice e presentatrice che ha incarnato appieno la romanità. Interpretando anche altri dialetti.
Nel corso del ‘900, sono tante le artiste che hanno incarnato, vuoi per le doti attoriali, vuoi per le doti canore, la romanità. Diventando delle autentiche “Mamma Roma“. L’esempio che viene subito in mente è, ovviamente, quello di Anna Magnani, anche per l’omonimo film celebre interpretato. Ma anche Gabriella Ferri è stata senza dubbio un simbolo della romanità nel corso del ‘900.
Di seguito ripercorriamo la storia di Gabriella Ferri, interprete delle canzoni popolari romane, riuscendo a non farle perdere nel tempo. Ma brava anche a interpretare canzoni popolari in altri dialetti italiani: come il toscano, siciliano e napoletano. Oltre a essere un’intensa attrice teatrale.
La storia di Gabriella Ferri
Come riporta Wikipedia, all’anagrafe Maria Gabriella Ferri, nacque a Roma, quartiere Testaccio, il 18 settembre 1942. A 9 anni smette di studiare a causa di un incidente in moto. Ha ambizioni di essere un’indossatrice, aiutata da un aspetto fisico gradevole, ma si aiuta svolgendo molti lavori. Del resto, ha origini modeste: il padre è un venditore ambulante di dolci, appassionato della canzone popolare romana. Avvicinandola di fatto a essa.
Proprio nella boutique del centro dove lavora, conosce Luisa De Santis (figlia del regista Giuseppe, celebre per il film Riso amaro) diventandone molto amica. Entrambe creeranno un duo, “Luisa e Gabriella“, proponendo un repertorio folk romano.
Una sera del 1964, nel corso di una esibizione all’Intra’s Club di Milano conoscono il produttore discografico Walter Guertler che le mette sotto contratto con la casa Jolly. Il primo lavoro è una rielaborazione del noto brano popolare La società dei magnaccioni.
Sempre quell’anno, hanno la prima esperienza in televisione, nella trasmissione La fiera dei sogni presentata da Mike Bongiorno. Quella apparizione fa in modo che il disco venda un milione e settecentomila copie, diventando inoltre uno degli inni dei giovani di quegli anni, portandolo anche alla ribalta nazionale.
L’anno seguente esce nelle sale cinematografiche italiane ed estere il loro primo e forse unico filmato musicale contenuto nel film “008 Operazione ritmo“, una sorta di parodia del famoso James Bond, del regista e produttore Tullio Piacentini.
Approfittando dell’onda del successo, la Jolly immette sul mercato un nuovo singolo del duo, questa volta basato suil folk siciliano incidendo una loro personale versione di Ciuri ciuri e Vitti ‘na crozza. Incideranno poi un terzo 45 giri composto da La povera Cecilia sul lato A ed È tutta robba mia sul lato B, quest’ultimo su una base di Ennio Morricone.
La carriera solista
Il duo, nonostante il discreto successo, però si scioglie, a causa del fatto che Luisa non ami esibirsi in pubblico. Un ostacolo non di poco conto. Gabriella continua quindi da sola, incidendo anche un album nel 1966. Nello stesso terrà anche una tournée teatrale in Canada per la regia di Aldo Trionfo, assieme ad altri esponenti del folk italiano dell’epoca.
Nel 1966 approda al Bagaglino di Roma, di cui diventa la cantante ufficiale. Conoscerà Piero Pintucci, che diventerà un suo collaboratore musicale abituale, e proprio il lato B del 45 giri È scesa ormai la sera, ovvero Ti regalo gli occhi miei, raggiunge i vertici delle classifiche in Sudamerica tanto che la cantante lo incide in lingua spagnola con il titolo Te regalo mis ojos, e ottiene altrettanti successi di vendite. Intraprenderà così una tournée in vari paesi sudamericani.
In questo periodo si sposerà con il giovane diplomatico Giancarlo Riccio, seguendolo in Congo, dove però non riuscirà a restare, decidendo di tornare a Roma. Di fatti, il matrimonio durerà solo 3 anni, dopo varie separazioni e riconciliazioni.
La carriera professionale invece procede molto bene, tentando con successo anche il genere beat molto in voga alla fine degli anni ’60, esibendosi anche al Piper Club, dove conosce e stringe amicizia con Patty Pravo. Partecipa nel 1969 al Festival di Sanremo, presentando in coppia con Stevie Wonder Se tu ragazzo mio, ma il brano sarà eliminato al primo turno. Una delusione che spingerà la Ferri a non partecipare più al Festival.
Il disco sarà invece un successo, e la RCA deciderà di pubblicare alla fine del 1969 l’album Gabriella Ferri, in cui canzoni più moderne si affiancano a brani della tradizione.
Gli anni ’70 in Tv
Nel frattempo, il suo fisico cambia in modo evidente, da magro a robusto, portando così anche maggiore fisicità nelle sue interpretazioni. Si ricorderà l’interpretazione di brani napoletani come Dove sta Zazà? o Ciccio Formaggio, che nella sua reinterpretazione divennero più amari e cinici degli originali.
Intraprende anche un duello a colpi di stornelli con un altro grande interprete romano: Claudio Villa. Un po’ quanto accade, per intenderci, nelle faide (in gergo dissing) tra rapper nei giorni nostri.
Negli anni settanta è molto presente in Tv: nel 1971 le viene dedicata una serata speciale, dal titolo “Questa sera… Gabriella Ferri“. Brilla anche nelle vesti di conduttrice televisiva in due varietà: Dove sta Zazà (1973) e Mazzabubù (1975). Il primo è passato alla storia per la struggente sigla finale: Sempre, che forse è il brano che più la rappresenta; il secondo perché si evidenziano anche le sue doti di intrattenitrice, affiancando comici di razza come Enrico Montesano e Pippo Franco.
Sempre in Sudamerica conoscerà un nuovo amore, che finirà per sposare: Seva Borzak, presidente della divisione sudamericana della RCA. Dal quale avrà un figlio: Seva junior.
Nel 1976 partecipa al film brillante Remo e Romolo – Storia di due figli di una lupa. Cinque anni dopo si trasferisce negli Stati Uniti d’America, lasciando televisione e cabaret per dedicarsi unicamente alla musica.
Rientrata in Italia, nel 1986 partecipa alla gara televisiva Premiatissima, presentando nel corso delle serate sei canzoni, alcune tratte dal suo repertorio, altre preparate appositamente per la trasmissione. Nel 1987 incide la sigla del varietà televisivo del Bagaglino, Biberon.
Gabriella Ferri come è morta
A partire dagli anni ’90 le sue apparizioni si diradano sempre più, complice un aggravamento della depressione che la perseguitava da tempo. Tuttavia, nei primi anni Duemila sembrava aver ritrovato una certa serenità, tornando in televisione come ospite di Pino Strabioli nella rubrica Cominciamo bene, e poi nel varietà Buona Domenica di Maurizio Costanzo.
Il 3 aprile 2004, all’età di 61 anni, Gabriella Ferri muore per le conseguenze di una caduta dalla finestra della sua casa di Corchiano, in provincia di Viterbo. Migliaia di romani resero omaggio alle sue spoglie mortali presso la camera ardente allestita in Campidoglio.
Per la sepoltura occorrerà invece attendere fino a un mese, complice una lunga ricerca del luogo dove concedergli il riposo eterno. La sede sarà il cimitero monumentale del Verano di Roma. L’epitaffio sulla sua tomba recita la poesia del marito Seva Borzak:
Di notte i tuoi occhi brillavano più forte della luce di giorno, il tuo amore riscaldava più del sole
La famiglia ha sempre smentito ogni ipotesi di suicidio (già tentato dalla cantante nel 1975, dopo la morte del padre Vittorio), ipotizzando che l’incidente potesse essere stato conseguenza di un malore, causato probabilmente dai medicinali antidepressivi di cui la cantante faceva uso. Così come ha smentito che non abbia lasciato nessun biglietto di addio.
Negli anni a seguire sono state diverse le trasmissioni che le hanno reso omaggio, mentre l’11 maggio 2021 le è stata dedicata una piazza nel Municipio Roma XI, presentata da una apposita cerimonia alla quale hanno partecipato i parenti, le autorità locali, colleghi e amici, oltre che tanti fan.
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