Governo Meloni spiazza tutti e tassa gli extraprofitti delle banche

Governo Meloni spiazza tutti e tassa gli extraprofitti delle banche

Come già fatto dai socialisti in Spagna, il governo Meloni ha introdotto una tassa sugli extraprofitti delle banche. Ecco come funziona.

Una misura che da un governo di centro-destra non ti aspetti, generalmente benevola con le banche e l’alta finanza, tanto da alzare le barricate ogni qualvolta da sinistra parte qualche proposta di introdurre patrimoniali.

Infatti, il Governo Meloni ha introdotto una tassa sugli extraprofitti delle banche, un po’ quanto fatto dal governo socialista in Spagna guidato da Pedro Sanchez. Sebbene la misura nostrana sia pure più pesante: infatti, nel calcolo sono inclusi pure i guadagni da commissioni e non solo da margine di interesse.

Per avere un’idea di quanto hanno guadagnato le banche tra il 2022 e la prima metà del 2021, basta dire che lo scorso anno solo le prime 5 banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper, BancoBpm, Mps) hanno incamerato profitti per quasi 12 miliardi di euro, di questi oltre 4 miliardi sono riconducibili al margine di interesse e in tutti e 5 i casi con incrementi superiori al 3% rispetto all’anno prima. Il tutto, grazie soprattutto ai rialzi dei tassi Bce che aumentano la differenza tra gli interessi che le banche chiedono ai clienti e quelli che pagano ai depositanti, questi ultimi rimasti praticamente a zero.

Per quanto riguarda invece la prima metà del 2023, le stesse 5 banche hanno messo a bilancio utili per circa 12 miliardi, che potrebbero superare i 20 miliardi a fine anno. Tuttavia, stando alle prime simulazioni, gli utili potrebbero ridursi di circa il 10% per effetto della nuova imposta.

Come funziona tassa sugli extraprofitti delle banche

Come spiega Il fatto quotidiano, il prelievo previsto nella norma è del 40% non sui profitti ma sugli extra profitti del 2022 e 2023. Per extraprofitti si intendono le somme attribuibili al margine di interesse (differenza tra incassi dei tassi praticati e interessi pagati) che superano quelle dell’anno precedente di almeno il 3% per il 2022 (rispetto al 2021) e di almeno il 6% per il 2023. In ogni caso il prelievo non potrà superare il 25% del valore del patrimonio netto.

Il ricavato sarà destinato agli aiuti per i mutui prima casa e alla riduzione generale delle tasse. La misura sulla banche vale però al momento solo per due anni.

Ad onor del vero, lo schema ricalca una proposta presentata alla Camera da 10 parlamentari del Pd tre settimane fa. Una tassa sugli extraprofitti bancari è allo studio anche in Gran Bretagna e potrebbe diffondersi in altri paesi europei.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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