Nato nel 1977, in una zona ancora poco sviluppata e priva di complessi commerciali di un certo livello, tanto da rendere la sua presenza avveniristica e suggestiva, a fine anni ’90 fu rilevato dalla multinazionale francese Carrefour, che rappresenta il secondo più grande gruppo al dettaglio nel Mondo in termini di reddito e vendite dopo l’americana Wal-Mart, ed il primo a livello europeo (è presente in 30 Paesi, principalmente nell’Unione Europea, Brasile e Argentina, oltre che in Nord Africa e Asia; in Italia è il secondo distributore nazionale). Oggi invece, sembra sempre più vicino un passaggio di proprietà al gruppo “GS”, una società napoletana le cui dimensioni relativamente ridotte rispetto alla multinazionale francese preoccupa i dipendenti; i quali, già provengono da anni di incertezza e ansia per il proprio futuro lavorativo, costernato anche da alterne “casse integrazioni”.
In questi giorni ci saranno nuovi incontri tra la società venditrice ed acquirente e i sindacati per tentare un nuovo accordo. Intanto, i lavoratori recriminano il fatto che i vertici di Carrefour non siano stati in grado di gestire al meglio l’attività commerciale, sebbene il complesso si trovi ubicato in una posizione strategica, ben collegata alla tangenziale e alla rete autostradale, quindi accessibile da vari punti della Campania. Bisogna anche dire però che sia nei pressi dello stesso commerciale (vedi nascita in questi anni di Ikea, Leroy Merlin, Decathlon, Mediaworld, tanto per citare i più rinomati), che nei Comuni limitrofi e non, sono sorti nell’ultimo decennio tantissimi altri centri commerciali pronti a soddisfare la sete di consumismo e la voglia di svagare della gente, che per forza di cose hanno ridotto di gran lunga la clientela dell’ex Euromercato; situazione peggiorata anche per le mancate strategie di innovazione da parte dei suoi nuovi vertici.
Senza voler sentire romantiche nostalgie del passato, sono piacevoli i ricordi d’infanzia legati alle visite di quell’unico centro commerciale sito in Casoria e limitrofi; quando un grande centro commerciale ti affascinava ancora e ti dava l’impressione di essere in un mondo a parte. Ma eravamo negli anni ’80, epoca in cui le multinazionali non invadevano un Paese con le proprie sedi per poi sparire con la stessa rapidità, facendo spuntare come funghi grossi complessi ai confini dei centri urbani, ma in un batter d’occhio, creando poi nuovi disoccupati.
(Fonti: articolo di Cronache di Napoli del 09/05/2010, http://it.wikipedia.org/wiki/Carrefour)