Mariarca lascia due bambini di 10 e 4 anni, Martina e Federico, ed un marito che nonostante il dolore ha deciso di donare i suoi organi.
Secondo il parere dei medici però, a causare la morte di Mariarca non è stato il prelievo di sangue, poiché come spiega Bruno Zuccarelli, ematologo del Monaldi e sindacalista dell’Anaao Assomed (associazione medici dirigenti), visto che una donazione di sangue è di 500ml, la donna ne ha “sacrificati” 600 dilazionati in 4 giorni; quindi almeno che le condizioni cliniche della donna non fossero già di per sé compromesse, a causare il malore è stato soprattutto il disagio di una famiglia, magari monoreddito, che si trova a dover affrontare scadenze e pagamenti. Dello stesso avviso anche Maurizio Di Mauro, direttore sanitario dell’ospedale San Paolo di Napoli.
In effetti, stando a quanto raccontano la madre e alcuni suoi familiari, Mariarca aveva deciso insieme al marito di trasferirsi da Secondigliano, quartiere a rischio di Napoli, a Giugliano; quindi comprare casa e affrontare un mutuo, e lo stipendio di Mariarca era l’unica entrata fissa, sicura, poiché il marito è un architetto ed è libero professionista.
Forse è vero che il privarsi del sangue non abbia ucciso Mariarca, o quanto meno ha inciso in minima parte, mentre hanno pesato altre concause quali soprattutto lo stress dell’affrontare un mutuo ed un futuro senza un reddito certo; tuttavia resta la gravità dell’accaduto, scaturito dalla cattiva gestione di una sanità campana allo sfascio, che ha reso l’Asl Napoli 1 (10mila dipendenti, la più grande d’Italia), insieme ad altri Enti, dei “carrozzoni pubblici” utilizzati come luoghi per voti di scambio, sprechi di denaro pubblico, spartizioni di poltrone e incarichi.
E chi confida nell’entrante maggioranza di centro-destra per futuri miglioramenti nella gestione della “cosa pubblica”, rischia di restare altamente deluso, giacché alcuni “padrini” facenti parte dell’uscente centro-sinistra, e che hanno tenuto il seppur disposto Bassolino sotto scatto a colpi di richieste e minacce, adesso sono passati dall’altra parte; su tutti gli “evergreen” De Mita (che aveva piazzato all’assessorato della sanità proprio un suo uomo di fiducia, Montemarano) e Pomicino, o i fedelissimi di Mastella, tanto per fare qualche esempio. Tutti personaggi “in cerca d’autore” buoni per tutte le stagioni; stagioni ovviamente tristi e grigi per noi campani.
Ancora, spietata ironia della sorte ha voluto che la tragica morte di Mariarca sia avvenuta proprio quando la Campania, insieme a Lazio, Calabria e Molise, si è vista negare dal Consiglio dei Ministri l’accredito dei fondi FAS, i fondi destinati alla realizzazione di interventi nelle aree sottoutilizzate, poiché tali Regioni hanno i bilanci della Sanità in rosso. Tagli che sicuramente graveranno sui cittadini con l’aumento delle tasse o l’inserimento di nuove. Come al solito, il danno e la beffa: i politicanti che eleggiamo gestiscono in modo scandaloso i fondi pubblici e poi siamo sempre noi a dover riparare i loro gravi errori. La Grecia non è lontana, non solo geograficamente…
Chi ha amministrato la Regione Campania negli ultimi vent’anni, ma anche chi è stato all’opposizione senza mai alzare particolarmente la voce (forse perché “appagato” anch’egli in qualche modo) si senta responsabile della morte di Mariarca, e dello stato disperato di centinaia di migliaia di lavoratori e disoccupati campani.
Come scrisse Moro ai vertici della Dc che lo avevano di fatto condannato a morte: “il mio sangue ricadrà su di loro”. Come quello di Mariarca pioverà sulle teste responsabili dei nostri politicanti.
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