Donald Trump fa paura all’establishment. Tanto che alcuni stati gli stanno vietando di candidarsi alle primarie repubblicane. Il primo è stato il Colorado e altri potrebbero seguire.
E’ la prima volta nella storia delle elezioni presidenziali statunitensi che un candidato viene dichiarato ineleggibile in base al 14mo emendamento: quello che esclude dalle cariche pubbliche i funzionari coinvolti in “insurrezioni o rivolte” contro il governo americano, con chiaro riferimento all’assalto di Capitol Hill.
Donald Trump, non a caso, risulta in testa a tutti i sondaggi, sia interni al Partito repubblicano che rispetto all’attuale presidente in carica Joe Biden. Del resto, l’economia americana sotto la sua guida è cresciuta esponenzialmente. E’ stato il primo presidente statunitense a non ordinare nuove guerre. Ha riscritto molti accordi internazionali bilaterali sconvenienti per gli americani.
Tuttavia, è andato contro l’Agenda 2030, in primis lockdown e vaccinazioni anti-covid. E questo non va bene.
Perché Colorado vieta a Trump di candidarsi
Come riporta Il Primato Nazionale, la decisione dello stato del Colorado si applica solo alle primarie repubblicane nel Super Tuesday del prossimo 5 marzo.
Occorre anche aggiungere che il Colorado è considerato uno Stato saldamente democratico e quindi Joe Biden lo vincerà a prescindere dalle sorti del tycoon. Il caso è stato portato avanti da un gruppo di elettori, aiutati dall’associazione Citizens for Responsibility and Ethics di Washington. La loro richiesta è stata bocciata in prima istanza.
Casi analoghi, basati sul 14mo emendamento, sono stati promossi in Minnesota e in Michigan, non a caso altri due stati democratici, ma per ora sono stati respinti. Non si escludono altre richieste da altri stati. Trump ha giudicato questa scelta “sbagliata” e “antidemocratica” e farà ricordo presso la Corte suprema federale.