Caos passaporti: qual è la situazione e come risolvere

Caos passaporti: qual è la situazione e come risolvere

Un caos da mesi è in corso un autentico caos passaporti. Ma qual è la situazione reale? Vediamo cosa dicono le istituzioni e come risolvere.

L’Italia sta vivendo da tempo un autentico caos passaporti, innescatosi con la riapertura delle frontiere dopo la Pandemia. Il che ha provocato un accumulo delle pratiche, tra quelle che erano state congelate durante quel periodo e le nuove di chi vuole concedersi un viaggio verso mete lontane. Ma qual è la situazione? E come risolvere?

Da diversi mesi prenotare un appuntamento in questura è diventata una vera impresa, soprattutto nelle grandi città del Nord Italia, dove si arriva perfino alla primavera del 2024.

Da parte delle istituzioni, di recente, sono arrivate delle rassicurazioni. Ma come stanno le cose? Di seguito cerchiamo di capire perché in Italia c’è un caos passaporti, qual è la situazione al momento della scrittura e qualche testimonianza.

Perché in Italia c’è un caos passaporti

Come spiega Siviaggia, e come abbiamo già accennato nell’incipit, la scorsa estate la ripresa del settore turistico ha spinto moltissime persone a concedersi finalmente una vacanza. Dato il lockdown pressocché mondiale, molti sono stati costretti o hanno preferito concedersi una vacanza in Italia. Ma ora molti vogliono espatriare, anche per motivi di lavoro, al di fuori dei confini dell’Unione Europea. E per farlo hanno bisogno del passaporto.

Tutto ciò ha portato a un aumento esponenziale delle richieste di rilascio del passaporto, il che ha mandato in tilt gli uffici. Anche perché, alla domanda di chi vuole ottenere un passaporto per la prima volta, si aggiungono le domande di chi vuole rinnovare il passaporto scaduto durante il periodo Covid.

Qual è la situazione passaporti in Italia

A maggio, Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, intervistato su Radio 24 ha denunciato:

Quello che dovrebbe essere un diritto sancito dalla Costituzione – ovvero la libertà di movimento – viene di fatto negato in molte regioni. In Europa si è tornati a viaggiare e il tempo medio per il rilascio del documento è di tre settimane. In Italia non è così

Enrica Montanucci, presidente di Maavi, ha invece fatto notare che

Esiste una circolare del Ministero dove è chiaramente indicato il turismo fra i motivi d’urgenza, necessario e sufficiente per il rilascio immediato – o al massimo nell’arco di 3 giorni – presentandosi in questura senza appuntamento

Per urgenza significa che bisogna chiedere il passaporto entro i 20 giorni prima della partenza, con biglietto aereo o certificato di viaggio a testimoniare la data. Se ci si presenta in questura mesi prima, si viene semplicemente invitati a prendere appuntamento, andando incontro a tempi biblici.

Non tutti sono però d’accordo su questo allarme. Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet, riteneva già a maggio che il caos passaporti sia ormai un problema risolto:

Al momento, la media dei tempi di rilascio dei passaporti dei clienti che devono partire è intorno ai 25-30 giorni, niente a che vedere con i problemi di fine anno. Vorrei invece segnalare un dato, segnalatomi da diverse questure fra le quali quella di Firenze. Nei primi tre mesi del 2023, questa questura aveva in custodia più di 500 passaporti, rilasciati e mai ritirati

Caos passaporti: come risolvere?

Verso fine giugno, come riporta AGI il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo ad un’interrogazione nel corso del Quetion Time alla Camera, ha rassicurato sul rientro del problema:

Nella fase post pandemica, è di nuovo possibile avvalersi di una pluralità di canali di accesso per consentire la presentazione delle domande – ha spiegato il ministro Piantedosi – e la conseguente rapida trattazione per coloro che documentano situazioni di urgenza, legate a malattia, lavoro, studio e turismo. Tra di esse, figurano gli Open Day, gli sportelli urgenze, gli indirizzi telematici e telefonici dedicati

Circa i tempi per il rilascio del passaporto, in quasi tutte le Questure essi si attestano su quelli previsti dalla normativa di riferimento (15 giorni e, in caso di ulteriori accertamenti, 30 giorni) – ha detto ancora il responsabile del Viminale – consentendo, per le ipotesi di urgenza, di consegnarlo senza ritardo rispetto alle prenotazioni esibite o alle motivazioni addotte a sostegno della domanda. Sul piano organizzativo, poi, oltre all’aggregazione di personale appartenente ad altri settori e al maggior ricorso ad ore di lavoro straordinario, e’ stata ultimata la sostituzione delle postazioni front office e back office degli uffici passaporti con nuove soluzioni piu’ performanti

Dunque, a detta del titolare del Viminale, il sistema è stato potenziato. C’è comunque la soluzione dell’urgenza prima accennata, che ripetiamo: chiedere il passaporto entro i 20 giorni prima della partenza, con biglietto aereo o certificato di viaggio a testimoniare la data.

Una testimonianza

Tutto risolto? Insomma. Di seguito riporto la testimonianza di Januaria Piromallo, scrittrice e giornalista, la quale sul blog de Il fatto quotidiano ha raccontato l’odissea patita dal figlio:

Oggi mio figlio compie 25 anni, ma per la legge italiana non esiste. O meglio non esiste più. Ha sempre avuto passaporto italiano, l’ultimo è scaduto durante la pandemia, mentre studiava in America. Per il rinnovo santi in paradiso (aspettando la beatificazione di B.) non ne abbiamo. Ho un cugino, vice questore a Milano, si è arreso anche lui. Davanti alla granitica burocrazia.

Procediamo in ordine cronologico, vado al Comune di Milano, dove io e la sorella siamo residenti. Di Federico non c’è traccia, mi spediscono al Comune di Napoli per richiedere il certificato storico di nascita, visto che è nato in loco (…)

Non potevo immaginare che sarebbe stato l’unico tassello di un puzzle per risalire alla storia anagrafica di Federico.
Da Napoli, Federico ritorna a Milano, l’agenzia delle entrate gli nega il tesserino con il codice fiscale, perché appunto “non esiste” per la legge italiana. Di tessera sanitaria non se ne parla neanche, sarebbe come un miraggio nel deserto.

Lampo di genio (che non viene di certo a me): Federico si presenta al consolato tedesco a Francoforte. Al telefono una voce sconsolata: mamma mi hanno chiesto una quantità di documenti, non ci capisco niente… Intanto lampo di genio numero due: iscrizione all’Aire, Associazione italiana residenti all’estero. La pratica è ancora arenata su qualche scrivania.

Non sono un’esperta in materia ma la Costituzione italiana si richiama alla tradizione dello status activae civitatis, il diritto alla cittadinanza per chi, nato in Italia, ha un genitore italiano. Sono per la politica dell’accoglienza, ci mancherebbe… ma se mio figlio entrasse in Italia da clandestino sarebbe più facile per lui avere la cittadinanza italiana?
Chi ha una risposta me la dia per favore!

P.S. Fine anni 80, New York, stage al Corriere della Sera grazie a Renzo Cianfanelli. Mi rubano il passaporto, l’allora console generale Alberto Boniver, in 24 ore, me ne consegna uno nuovo. Altri tempi quando la burocrazia non c’accideva ‘a salut (credo non ci sia bisogno di traduzione).

Se avete testimonianze dirette in merito, raccontatele con un commento all’articolo.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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