Introduzione
Quando si muovono i camionisti sono ca**i. Del resto, data la mole dei loro mezzi, nonché il servizio fondamentale di consegna di merci di prima necessità (dai farmaci agli alimenti, passando per il vestiario) che svolgono, non può essere altrimenti.
Ed ora, stanno svolgendo un ruolo altrettanto delicato nella lotta alle restrizioni contro il Covid-19. Lo hanno già dimostrato in Canada quando, arrivando dopo chilometri di viaggio nella capitale Ottawa, hanno messo in fuga il Premier Trudeau e la sua famiglia (ne ho parlato qui).
Ed ora la protesta dei camionisti contro le restrizioni del Covid-19 è giunta in Europa. I prossimi giorni potrebbero essere decisivi.
Ecco cosa sta succedendo e potrebbe succedere.
Protesta dei camionisti arriva in Europa
In questi giorni la protesta dovrebbe raggiungere il suo apice. I due paesi europei che più stanno emulando il Canada sono Francia e Olanda.
Come riporta AGI, ancora una volta Telegram è diventato lo strumento principale per organizzarsi. E’ stata annunciata una grande giornata di manifestazioni il 14 febbraio. Un canale in particolare, ‘Euro Convoy‘, fornisce i link a tutti i gruppi a carattere nazionale sotto lo slogan “hanno provato a incatenarci ma non abbiamo padrone“. Diversi canali contano migliaia di iscritti.
Oltre ai paesi europei, troviamo anche Usa, Brasile, Australia e Israele. Del resto, questi ultimi due, sono quelli che, insieme all’Italia ed escludendo i paesi a regime dittatoriale o semi tale, hanno applicato le restrizioni più pesanti.
La Francia si distingue ancora una volta, come è stato per i Gilet gialli. Del resto, lì hanno inventato la rivoluzione e sempre lì tra qualche mese si vota. La versione francese del canale succitato contiene già un’accurata mappa di tutti i punti di raccolta nelle varie città transalpine, con tanto di orari. “Convoy France Officiel” promette già da mercoledì “convogli“, non solo camion ma automobili in condivisione, che si sono radunati a Parigi venerdì sera per chiedere il “rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali“.
Ed infatti, si sono già verificati disordini da ieri, con la inviata per la Rai Giovanna Botteri già sconvolta. Le autorità hanno assicurato di prendere seriamente una protesta che, per stessa ammissione di alcuni aderenti, raccoglie il testimone dei “gilet gialli“.
Occhi puntati anche sui Paesi Bassi, teatro di alcune delle manifestazioni ‘no vax’ e ‘no pass’ più violente. Proteste dimostrative si sono già verificate ieri nella capitale Amsterdam.
Tra le tante incognite, la maggiore riguarda il 14 febbraio, quando dimostranti da tutta Europa, a partire da quelli raccolti in Francia e Olanda, si daranno appuntamento a Bruxelles per una “convergenza europea“.
Occorre però capire come queste proteste si svolgeranno, visto che la struttura dei centri delle città europee, più ristretta, rende difficile immaginare colonne di mezzi pesanti che assediano i palazzi del potere come a Ottawa. È possibile che, accanto a cortei più tradizionali, si verifichino blocchi delle principali arterie all’esterno dei centri urbani.
Del resto, data la facilità di consultazione dei gruppi Telegram, è molto arduo che azioni eclatanti vengano comunicate in tale sede. Anzi, i toni sono raramente bellicosi o violenti dato che le forze dell’ordine osservano e prendono appunti.
Quando ci saranno le proteste dei camionisti in Italia?
Il canale Telegram italiano ‘Italian Freedom Convoy‘ viaggia verso i 17.700 iscritti al momento della scrittura. Ma, a leggere i post, non sembra in arrivo una colonna di mezzi pesanti pronta a bloccare Roma.
Anzi, un messaggio avverte che l’ordinanza della prefettura, che ha vietato i raduni no vax previsti lunedì prossimo, ha costretto ad archiviare il “piano A”.
Nel nostro paese, ad oggi, la protesta più simile a quella dei camionisti è stata quella dei portuali di Trieste. Poi sedata tra promesse e divieti. Del resto, il porto di Trieste è fondamentale per il paese capostipite dell’Unione europea: la Germania. Visto che è gestito dal porto di Amburgo.