C40, progetto inquietante per il 2030: come saremo costretti a vivere

C40, progetto inquietante per il 2030: come saremo costretti a vivere

Si chiama C40 Cities Climate Leadership Group ed è il progetto fissato per il 2030, introdotto nel rapporto “The Future of Urban Consumption in a 1.5°C World”.

Il progetto C40 ha già avuto molte adesioni nel Regno Unito, in Francia, in Scandinavia (soprattutto in Danimarca), in Austria (a partire dalla capitale Vienna), in Germania, ecc.

Anche il progetto “città 15 minuti” fa parte di questo progetto. Una sorta di lockdown climatico, che abbiamo presentato qui. Vediamo meglio cosa prevede il progetto C40 e chi c’è dietro.

Cosa prevede il progetto C40

Come denuncia Maurizio Blondet, il progetto C40 prevede di vietare la carne, i prodotti caseari e le auto private entro il 2030. Quindi, vuole imporre di condurre una vita vegetariana (meglio, o peggio, ancora se vegana) e dove il trasporto è pubblico e condiviso.

Ecco una serie di obblighi per raggiungere questo mondo “perfetto“:

  • 0 kg di consumo di carne
  • 0 kg di prodotti caseari
  • 3 nuovi capi di abbigliamento a persona all’anno
  • 0 auto private
  • 1 volo di breve distanza (meno di 1500 km), una volta ogni 3 anni per persona

Sono già nati dei comitati, soprattutto contro il divieto di circolazione di auto ritenute vetuste, che ovviamente penalizza i meno abbienti. Una delle denunce partite da Torino sottolinea:

una fiat punto del 2003 (euro 3) produce emissioni attorno ai 138 g/km di CO2, una BMW X6 (euro6) ne produce intorno ai 280 g/km di CO2, EPPURE a Torino dal 15 settembre potrà circolare la BMW e non la Punto.. Valutiamo iniziative giurisdizionali ma riteniamo di dover dare subito spazio a questa convocazione dei cittadini torinesi che si oppongono oggi ad una follia giuridica-politica che se non bloccata immediatamente riguarderà domani tutte le aree metropolitane (e Roma da ottobre 2023)

Chi c’è dietro il progetto C40

Veniamo ora al fautore del progetto C40: ovviamente non può che essere un miliardario, certo Michael Bloomberg, che ha pubblicato nel 2019 lo studio: “C40-The-Future-of-Urban-Consumption-in-a-1- 5C-World“, traducibile in “Il futuro del consumo urbano in un mondo a 1,5°C“.

E’ presidente del C40 Climate Leadership Group, che sorveglia l’esecuzione del progetto; nel 2014 si è fatto nominare dal segretario dell’ONU (all’epoca, Ban Ki-Moon) “special envoy per le città e i cambiamenti climatici”, il che gli dà un potere globale simile a quello che Bill Gates ha sulla OMS. Ha un patrimonio stimato a 94,5 miliardi di dollari ed è capo della più potente e influente agenzia di informazioni economico-finanziarie, che è la nota “Bloomberg”.

Tra il 2002 e il 2013, è stato sindaco di New York City, ovviamente nelle fila dei democratici, e ha ridotto l’impronta di carbonio della città del 19%. Andando ancora più a ritroso, il primo ruolo degno di nota è giunto nel 1973, quando Bloomberg è diventato socio accomandatario di Salomon Brothers, una banca d’investimento di Wall Street, dove ha diretto il trading azionario e, successivamente, lo sviluppo di sistemi.

Nel 1981, con 10 milioni di dollari avuti come partner della banca di investimento, Bloomberg ha fondato una società chiamata Innovative Market Systems, per fornire a Wall Street (e alla comunità finanziaria in generale) informazioni commerciali di alta qualità, il più rapidamente possibile e in quante più forme utilizzabili possibili.

Nel 1982 Merrill Lynch diventa il primo cliente della nuova società, installando 22 terminali Market Master e investendo 30 milioni di dollari nella società che è stata ribattezzata Bloomberg LP nel 1987. Nel 1990 aveva già installato 8.000 terminali.

Nel corso degli anni sono stati poi lanciati prodotti accessori tra cui Bloomberg News, Bloomberg Message e Bloomberg Tradebook. Ed è su questa tecnologia finanziaria che ha costruito il suo attuale impero: nel 2010 la rivista Forbes aveva classificato Michael Bloomberg al decimo posto tra i 400 uomini più ricchi d’America. Nell’ottobre 2015 l’azienda aveva in tutto il mondo oltre 325.000 abbonati ai terminal.

Da giugno 2022 è presidente del Defense Innovation Board , un comitato consultivo indipendente che fornisce raccomandazioni su intelligenza artificiale, software, dati e modernizzazione digitale al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Nato nel giorno di San Valentino del 1942 (ma di romantica questa storia ha ben poco), oggi è un arzillo 81enne che vuole disegnare il mondo di domani. E che lui probabilmente vedrà, da 90enne, vista la durata vitale di certi miliardari (come Soros o Buffet).

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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