La BRICS rappresenterà il 36% del PIL mondiale e quasi la metà della popolazione mondiale. Punta a sganciarsi dal dollaro americano.
A leggere certe notizie si comprende ancora di più perché gli Stati Uniti stiano provando a inglobare totalmente l’Unione europea, e a mettere le mani sulla Russia. Ormai i paesi un tempo chiamati “in via di sviluppo” prima ed “emergenti” poi” siano una grande realtà. E comandino sempre di più non solo l’economia mondiale, ma anche la geopolitica del globo.
Basti vedere le relazioni che la Cina sta tessendo con Israele e altri paesi mediorientali, un tempo prerogativa degli Usa. O di come stia conquistando l’Africa, dove gli europei contano sempre meno (vedi Francia in Niger in queste settimane). E cosa dire poi dell’India, arrivata pure sulla Luna in queste ore. E pure l’America latina vede sempre più diffondere il ritorno del socialismo, per anni combattuto dagli statunitensi a colpi di golpe e armamenti vari.
Bene, questi due paesi, oltre a Russia, Brasile e Sudafrica fanno parte della BRICS. A cui si sono aggiunti altri sei paesi: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi e Arabia Saudita. E così hanno raggiunto quasi il 40% del PIL mondiale e quasi la metà della popolazione mondiale. Del resto, Cina e India da sole fanno quella cifra (1,5 mld + 1,3 mld, su 8 mld totali).
Quali sono i paesi che compongono la BRICS
Ricapitoliamo dunque i paesi che compongono ad oggi la BRICS:
- Brasile
- Russia
- India
- Cina
- Sudafrica
- Argentina
- Egitto
- Etiopia
- Iran
- Arabia Saudita
- Emirati arabi
Brics è l’acronimo dei primi cinque paesi e si è allargato sempre più in questi anni. Nel 2009 è stato fondato da Brasile, Russia, India e Cina. Ai quali nel 2010 si è aggiunto il Sudafrica. Da allora nessun allargamento più è stato effettuato. E oggi si allarga di ben 6 paesi, segno che il mondo si sta spaccando e vive un multipolarismo.
Cosa cambia con BRICS allargata di 6 paesi
Come riporta Il fatto quotidiano, e come già accennato in precedenza, i BRICS sono sempre più rappresentativi del mondo antitetico a quello occidentale: il 36% del Pil mondiale e il 47% della popolazione dell’intero pianeta. E già si annunciano ulteriori ampliamenti (sono già 40 i paesi che si sono detti interessati).
Percentuali destinate comunque ad ampliarsi da sole, visto che i paesi occidentali fanno sempre meno figli e il loro PIL pesa sempre meno su quello mondiale.
L’obiettivo dichiarato dei paesi è quello di de-dollarizzare la propria economia, visto che il dollaro americano è ancora la valuta utilizzata per gli scambi internazionali. Cosa che Xi Jinping, Modi, Lula e Putin non tollerano più.
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