Ucraina sì, Brasile no: quando Golpe riesce grazie a Ue e NATO

Ucraina sì, Brasile no: quando Golpe riesce grazie a Ue e NATO

Il tentativo di golpe in Brasile ai danni del redivivo rieletto Presidente socialista Lula è fallito. Già era noto che i sostenitori del Presidente uscente Jair Bolsonaro avrebbero tentato la spallata, non accettando l’esito del voto, fomentati dallo stesso leader. Il quale qualche giorno prima ha trovato riparo in Florida, ricoverato per poco chiarite “forti fitte all’addome“.

Tentato Golpe in Brasile: la situazione

Quando un Golpe fallisce si sa che poi arrivano le dure conseguenze. E così, come riporta Ansa, 1.500 manifestanti sono stati arrestati e portati via su una quarantina di autobus. Mentre il governatore di Brasilia, dove ha sede il parlamento brasiliano, Ibaneis Rocha, è stato deposto per non aver preso le dovute contromisure. Benché ci fossero tutti gli indicatori che qualcosa di simile sarebbe accaduto. Rischia una indagine anche il ministro della Sicurezza uscente, Anderson Torres, fedele di Bolsonaro.

In effetti, anche l’esercito brasiliano è stato alquanto morbido rispetto ai manifestanti. Tanto che qualche manifestante ha parlato di tradimento.

L’occidente si congratula con Lula e condanna Bolsonaro, confrontando quanto accaduto nella capitale carioca Brasilia con quello che successe la notte della Befana di due anni fa a Capitol Hill, per opera dei supporters di Trump. Anche loro non disposti a riconoscere la vittoria del vincitore, Joe Biden. Non solo. Qualcuno ha prodotto la fake news che anche in Brasile vi fosse uno sciamano versione carioca, prendendo una foto del 2021. Ma tant’è.

Bolsonaro prenderà la cittadinanza italiana?

In questi giorni è circolata anche la notizia che Jair Bolsonaro potrebbe chiedere la cittadinanza italiana, sfruttando le origini italiche dei suoi nonni, emigrati come molti in Brasile. Erano originari del Veneto, come egli stesso fieramente disse in un post quando venne in Italia per ricevere la cittadinanza onoraria di Anguillara Veneta. Mostrò la foto della nonna Olinda e con il brano “Mamma“, emblematico brano del 1940 eseguito per la prima volta da Beniamino Gigli.

Il Governo, nella persona del Ministro degli esteri Tajani, ha però fatto sapere che da parte dell’ormai ex presidente brasiliano non sia arrivata alcuna richiesta ufficiale. E che la cittadinanza non viene data in modo automatico, ma va fatta una regolare procedura.

Sulla testa di Jair Bolsonaro pendono diversi capi di accusa, tra cui quelli riguardanti la discutibile gestione della Pandemia. Soprattutto agli inizi, che avrebbe condannato a morte milioni di persone, soprattutto, manco a dirlo, i più poveri e gli indigeni.

Bolsonaro vorrebbe così ottenere la cittadinanza italiana per poter così ottenere riparo definitivo nel nostro Paese. Una situazione, seppur inversa, a quella del terrorista Cesare Battisti. Che proprio egli ha fatto estradare dopo anni inutili di richieste.

Tra Kiev e Brasilia non metterci la NATO

Agli occidentali che il tentato golpe dei bolsonaristi non sia andato a buon fine sta più che bene. I governi liberalprogressisti americani ed europei non hanno mai digerito Bolsonaro, ritenuto troppo simile a Trump, mentre Lula è più collaborativo. Anche se sono evidenti le cose positive fatte in favore dei poveri e l’ingiusta incarcerazione che ha subito quest’ultimo.

Ed il fatto che Lula piaccia in primis agli americani democratici lo dimostra il fatto che non ci sia stato alcun intervento in Brasilia da parte loro. Un fatto strano, alla luce della evidente intromissione “a stelle e strisce” rispetto alle dinamiche politiche dei paesi latinoamericani.

Proprio quest’anno ricorreranno, l’11 settembre, i 50 anni dal golpe ai danni di Salvador Allende, Presidente del Cile. Per dirne una.

Cosa che invece non è accaduta pure dalle nostre parti. Vedi Piazza Maidan a Kiev nel 2014. Anche allora a manifestare vi erano estremisti di destra. Ma bisognava rimuovere il presidente filo-russo in carica per avviare tutto quanto poi successo negli anni a venire. Tra cui i bombardamenti della popolazione filo-russa nel Donbass. Sfociato poi nella guerra che sta per compiere un anno.

Ma lo storytelling dell’occidente preferisce partire dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Dimenticando tutto il pregresso, che loro stesso hanno contribuito a generare.

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