Bonus vacanze: come funziona, a chi spetta e dove sta il bluff

Come funziona il Bonus vacanze? A chi spetta il Bonus vacanze?

Il governo Conte firma l’ennesimo decreto ai tempi del Coronavirus. Alla faccia delle critiche a chi, come per esempio Orban in Ungheria, aveva accentrato i poteri nelle sue mani per gestire al meglio l’emergenza. Ma anche governare a colpi di Decreti, senza il confronto in Parlamento, è di stesso.

L’indecisione regna comunque sovrana. Per esempio, inizialmente si era detto che nei ristoranti la distanza tra i tavoli doveva essere di 4 metri. Ora invece li hanno ridotti a uno. Oppure che all’estero avremo potuto viaggiare dal marzo 2021. Ed invece, potremo farlo dal prossimo mese di giugno (in quest’articolo c’è la mappa aggiornata dei Paese dove non conviene andare)

Probabilmente, si vuole sperimentare come sarà la curva del contagio. Del resto, siamo solo numeri e cavie, questo si sapeva.

Questa volta il nome scelto è di quelli che fa faville: Rilancio. Un’altra pioggia di soldi – ben 55 miliardi, forse più annunciati o comunque ingiustamente distribuiti – che ci faranno indebitare ulteriormente con l’Unione europea.

Tra le varie decisioni prese, a questo giro c’è anche un Bonus vacanze. Uno strumento per stimolare le persone ad andare in vacanza, scegliendo l’Italia.

Vediamo come funziona, a chi spetta e perché c’è il solito bluff [sta_anchor id=”bonus”]all’italiana[/sta_anchor].

Bonus vacanze come funziona

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Come funziona il Bonus vacanze? Come riporta Il Giornale, il buono si potrà utilizzare dal primo di luglio al 31 dicembre 2020. Per il Bonus vacanze è stata fissata una quota di 2,5 miliardi di euro.

Attenzione però. Il denaro spettante al beneficiario dovrà essere utilizzato per l’80% (di 500, 300 o 150 euro) come sconto sul prezzo totale che si deve alla struttura ricettiva (albergo, agriturismo, campeggio, bad&breakfast). Mentre il rimanente può essere recuperato come detrazione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi sul 2020 che si farà nel 2021.

Quindi, non bisogna credere che l’importo intero possa essere spalmato tra le varie voci di spesa di una vacanza. Come possono essere, oltre al pernottamento, anche ristoranti, lidi, discoteche, ecc.

Quando si usa il bonus vacanze in sede di pagamento, il pagamento stesso deve avvenire in modo tracciabile. Dunque con fattura elettronica e indicando il codice fiscale di chi lo ha attivato. Inoltre, cosa molto importante, il bonus può essere utilizzato solamente in una struttura. Non è quindi “spacchettabile“.

Bonus vacanze a chi spetta

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A chi spetta il Bonus vacanze? Alle famiglie con un Isee medio o basso, quindi non oltre i 40mila euro. La cifra massima dell’aiuto è di 500 euro, se la famiglia è molto numerosa.

Quindi, il bonus si abbassa in modo proporzionale a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare ed è previsto in tre forme: 500, 300 e 150 euro.

Per l’esattezza, la cifra massima di 500 euro è corrisposta solo alle famiglie costituite da almeno tre persone, quindi i due genitori e un figlio. Qualora invece la famiglia fosse composta solamente da una coppia senza figli, il bonus vacanze si riduce a 300 euro.

In realtà, un benefit è previsto anche per i single, sempre con un Isee che non superi i 40mila euro. L’assegno però in questo caso si riduce a 150 euro.

Bonus vacanze si può usare con Booking o Airbnb?

Dove sta il bluff di questo Bonus vacanze? In primis, come detto, sul fatto che possa essere fruito solo per pagare la struttura. Il che è pensato per aiutare le strutture ad ottenere comunque una clientela dopo una primavera così economicamente e psico-fisicamente difficile causa Lockdown.

Ma il problema sta anche lato albergatori. Dato che dovranno loro anticipare il bonus vacanze per il 90 percento, per poi reperire i soldi in fase successiva.

Perché in Italia i soldi non vengono mai dati cash o con meccanismi immediati?

Ma il bluff non finisce qui. In molti infatti si chiedono: Bonus vacanze si può usare con Booking o Airbnb? La risposta è purtroppo no.

Infatti, il bonus vacanze non può essere fruito utilizzando portali come Booking.com, Airbnb o Expedia. Giusto per citare i portali più utilizzati per prenotare l’alloggio. Portali che hanno fatto sentire subito tutto il loro dissenso.

Infatti, nel decreto è previsto che:

senza l’intermediazione di soggetti che gestiscono piattaforme o portali telematici diversi da agenzie di viaggio e tour operator

Con i portali si risparmia, c’è ampia possibilità di scelta. Ciò comporterà anche pagare di più e avere un ventaglio di soluzioni ridotto.

Insomma, come al solito in Italia: fatta la legge, trovato l’inganno.

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