Airbnb, Inc., con sede a San Francisco, gestisce un mercato globale online e un servizio di ospitalità accessibile tramite i suoi siti Web e app mobili. I membri possono utilizzare il servizio per organizzare o offrire alloggio, principalmente soggiorni in famiglia o esperienze turistiche. La società non possiede nessuno degli annunci immobiliari, né ospita eventi; agisce come un broker, ricevendo commissioni da ogni prenotazione.
Il nome della società è una versione abbreviata del suo nome originale, AirBedandBreakfast.com; l’azienda ebbe il suo inizio dopo che i suoi fondatori misero un materasso ad aria nel loro soggiorno e trasformarono il loro appartamento in un bed and breakfast.
Da un paio di anni, i proprietari iscritti su Airbnb devono anche pagare regolarmente le tasse.
Tuttavia, è esploso un autentico allarme privacy. Relativo al ritrovamento di videocamere nascoste negli appartamenti dati in [sta_anchor id=”airbnb”]affitto[/sta_anchor].
Airbnb rischio privacy per telecamere
Come riporta QuiFinanza, il sondaggio,condotto negli Usa dalla società IPX su oltre 2 mila utenti americani della piattaforma di affitti brevi, mostra come l’11% degli intervistati abbia scoperto sistemi video in aree proibite dalle norme di Airbnb. Che – nelle condizioni di policy definite sul suo sito – spiega di chiedere a chi mette a disposizione il proprio appartamento (gli host) “di indicare negli annunci tutti i dispositivi di sorveglianza presenti”. spesso posizionati per verificare il comportamento e l’effettiva ‘consistenza numerica’ degli ospiti.
Nonostante questa premessa, però, Airbnb vieta espressamente
“qualsiasi dispositivo di sorveglianza posto all’interno di determinati spazi privati (come ad esempio camere da letto e bagni) o per il loro controllo, indipendentemente che ne siano informati o meno gli ospiti”.
Insomma, chi entra in un appartamento gestito da Airbnb deve sapere in partenza se e dove sono piazzati sistemi di videosorveglianza (comunque vietate nelle aree ‘sensibili’). Il problema – a giudicare dal 58% di intervistati che si dice preoccupato di violazioni della privacy – sta diventando sempre più ‘scottante’, anche se il 24% degli utenti afferma di accettare sistemi di videosorveglianza in salotto o in cucina.
Ma – come spiega il sito Airbnbhell, che raccoglie le ‘peggiori’ testimonianze di host o clienti – a volte l’affittuario è innocente: a piazzare le videocamere nascoste potrebbero essere anche precedenti inquilini, con il vizietto di ficcare il naso nelle vite private degli altri.