Batteria commestibile creata in Italia: come funziona

Batteria commestibile creata in Italia: come funziona

Il concetto di batteria ricaricabile non è certo nuovo: difatti, già a metà dell’ottocento il fisico francese Gaston Planté ne realizzò un modello funzionante, l’accumulatore al piombo-acido.

Ora i ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Milano hanno aggiunto un nuovo, importante capitolo alla storia, con la creazione della prima batteria ricaricabile e commestibile al mondo.

Ma come si fa a realizzare una batteria del genere e quali sono i suoi possibili utilizzi, che rendono l’invenzione degna di nota?

Andiamo a scoprirlo insieme nei paragrafi successivi.

🔋 Batteria ricaricabile commestibile: cos’è e come funziona

Come spiega lo stesso IIT sul suo sito (qui l’articolo completo), un gruppo di ricerca coordinato da Mario Caironi ha realizzato e messo assieme i componenti tipici di una batteria ricaricabile, utilizzando solo sostanze commestibili.

In particolare, per l’anodo (il polo negativo della batteria) è stata usata la riboflavina (vitamina B2), mentre per il catodo (il polo positivo) si è ricorso alla quercetina, una sostanza presente in mandorle e capperi.

Gli elettrodi (conduttori elettrici) sono incapsulati in cera d’api, da cui escono due contatti in oro alimentare, cioè la pellicola usata per decorare i dolci.

Per aumentare la conducibilità elettrica è stato impiegato il carbone attivo (un comune farmaco da banco), mentre il separatore, indispensabile per evitare cortocircuiti, è fatto di alghe nori, usate nella preparazione del sushi.

Ovviamente, la cella della batteria ha un voltaggio sufficientemente basso (0.65 V) da non creare problemi al corpo umano dopo l’ingestione.

💡 Batteria ricaricabile commestibile: a cosa serve

L’elettronica commestibile è un settore piuttosto nuovo, ma in rapida ascesa. Come spiega Caironi, i possibili utilizzi di una batteria edibile sono molteplici.

Innanzitutto, essa potrebbe essere ingerita e usata per monitorare dall’interno lo stato di salute del paziente, in particolare per quanto riguarda la diagnosi e il trattamento di disturbi del tratto gastrointestinale.

Poi, potrebbe essere inserita in determinati alimenti per monitorarne lo stato di conservazione.

Inoltre, essendo estremamente sicura, potrebbe essere impiegata nei giocattoli per bambini piccoli, che sono ad alto rischio di ingestione.

Infine, come spiega il ricercatore Ivan Ilic, non è da escludere un possibile utilizzo come accumulatori di energia al posto delle batterie al litio, notoriamente tossiche.Insomma, magari non si riuscirà ad alimentare un’auto con questo tipo di batterie, ma di certo esse rappresentano un importante passo avanti per un futuro più sicuro e sostenibile.

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Pubblicato da Girolamo Castaldo

I miei interessi principali sono scacchi, sci, anime, manga, videogiochi, musica e (astro)fisica. Storie Semplici: http://storiesemplici.substack.com

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