Vincenzo De Luca: 30 anni fa iniziava l’ascesa dello Sceriffo

Vincenzo De Luca: 30 anni fa iniziava l’ascesa dello Sceriffo

Vincenzo De Luca può essere considerato l’ultimo prototipo del “politico vecchio stampo“. Radicato profondamente nel suo territorio, quasi fosse un don Rodrigo locale o un Ras di fascista memoria. Quei politici estinti insieme alla Prima Repubblica, quando poi al volantinaggio e ai comizi nelle sezioni di partito o nelle piazze, hanno sempre più lasciato il posto ai talk show televisivi prima e ai post sui Social poi.

Una politica diventata liquida, dove conta sempre meno l’esperienza e la carriera, e sempre più la capacità di sintonizzarsi con le persone toccando le loro corde sensibili. Una politica dunque “liquida“, veloce, sfuggente, che cavalca le mode, che genera personaggi con la stessa velocità con la quale li distrugge.

Vincenzo De Luca veniva eletto sindaco di Salerno nella primavera del 1993, emergendo mentre la politica locale, come quella nazionale, veniva affossata da Tangentopoli. E così, in questo trentennio Vincenzo De Luca è sopravvissuto al berlusconismo, al salvinismo, al grillismo, al renzismo e oggi combatte il melonismo.

🌆 Vincenzo De Luca ha trasformato Salerno

In questo trentennio Vincenzo De Luca ha utilizzato al meglio il plebiscito e la continua conferma di cui ha beneficiato (sia in prima persona sia alternandosi con sostituti in attesa di essere rieletto dopo 2 mandati consecutivi) per trasformare Salerno. Una città che fino a inizio anni ’90 viveva all’ombra di Napoli, con un degrado evidente anche nel centro storico, popolato anche da prostitute; un porto quasi inutilizzato; un lungomare poco attraente; una villa comunale preda di ratti e tossici; una posizione tra Napoli e la bellissima costiera amalfitana per nulla sfruttata.

Oggi Salerno attira migliaia di turisti l’anno, grazie all’invenzione dell’evento natalizio delle luminarie, sparse per tutta la città. Il centro storico è stato riqualificato, così come le zone più periferiche. Il lungomare regala piacevoli passeggiate, mentre il porto è molto più vivo dal punto di vista turistico e commerciale, non disdegnando la presenza della stazione FS vicina al centro e degli autobus della SITA che ben collegano la città con la costiera. Non è mancata poi la realizzazione di opere avveniristiche, come il Crescent, sebbene non siano mancate polemiche e problemi giudiziari.

👴🏻 La storia di Vincenzo De Luca

Come riporta Wikipedia, Vincenzo De Luca e nato a Ruvo del Monte l’8 maggio 1949, in provincia di Potenza, Basilicata. Ma si trasferisce a Salerno in tenera età con la famiglia. Si laurea in storia e filosofia all’Università degli Studi di Salerno e assolti gli obblighi di leva, intraprende l’attività di docente di filosofia e storia presso le scuole superiori di Salerno e provincia.

Ma la politica è stata sempre la sua passione. Si avvicina giovanissimo al Partito Comunista Italiano, focalizzandosi sulle problematiche del settore agrario aderendo all’Alleanza dei Contadini, organizzazione sindacale fondata da Emilio Sereni e Ruggero Grieco. Aderirà poi al Pds, diventandone segretario provinciale. In quegli anni, prima che ancora col soprannome di O’ sceriffo, gliene sarà attribuito un altro: “Pol Pot” (nome del dittatore cambogiano), per il suo temperamento non facile. Che non perderà di certo negli anni.

Il primo incarico istituzionale rivestito sarà quello di consigliere comunale a Salerno, nel 1990, ricoprendo gli incarichi di assessore ai lavori pubblici e vicesindaco.

Tre anni dopo, come detto, diventa sindaco della città per la prima volta, in conseguenza delle dimissioni del sindaco eletto, Vincenzo Giordano, coinvolto nell’inchiesta Tangentopoli, anche se in seguito sarà scagionato da ogni accusa.

Tuttavia, dopo un mese le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali causano lo scioglimento della giunta. Alle successive elezioni del 5 dicembre De Luca, a capo della lista Progressisti per Salerno, viene rieletto con il 57,8% dei voti al turno di ballottaggio contro Giuseppe Acocella.

Il 16 novembre 1997 è rieletto sindaco al primo turno raccogliendo il 71,3% dei consensi. Un vero plebiscito, con il quale i salernitani lo premiano soprattutto per il modo concreto con cui ha amministrato la città. Soprattutto riguardo la riqualificazione urbana.

Nel 2001, non potendo ricandidarsi a Sindaco, viene candidato ed eletto alla Camera con l’Ulivo, bissando nel 2006. Sebbene poco tempo dopo sarà eletto anche nuovamente Sindaco di Salerno. Quella legislatura durerà però solo due anni e nel 2008 non potrà ricandidarsi al parlamento complice l’incompatibilità tra i due incarichi. In quegli anni, De Luca risulta essere sempre tra i sindaci più apprezzati d’Italia.

Nel 2010 viene candidato dal centro-sinistra alle elezioni regionali come Governatore, ma perde la sfida con Stefano Caldoro già al primo turno. Pur ottenendo un plebiscito a Salerno (il 72,5% dei voti) e un buon risultato nella provincia salernitana, il 54%, non ha particolare seguito altrove.

L’anno successivo si consola con una nuova vittoria plebiscitaria a Sindaco di Salerno, sfiorando il 75% dei voti. Nel 2013 però il suo incarico decade per essere stato nominato Vice Ministro alle Infrastrutture e ai trasporti nel governo Letta per incompatibilità.

Nel 2015 viene eletto Governatore della Campania con il 41% dei voti, superando il governatore uscente Caldoro per soli 66mila voti (38%). Sarà riconfermato nel 2020 con un risultato molto più ampio: quasi il 70 percento dei voti.

Come Governatore non ha certo ottenuto i risultati conseguiti come sindaco di Salerno. Del resto, la regione è grande e popolata, mentre Salerno è di fatto paragonabile ad un quartiere di Napoli. Occorre poi tenere conto dei giochi di potere e gli interessi particolaristici che da decenni rovinano la regione Campania.

👩🏻🆚👴🏻 Lo sceriffo dovrà affrontare una nuova sfida: Elly Schlein

L’attuale segretaria del Pd, Elly Schlein non vorrebbe una sua ricandidatura tra 2 anni. Vedremo se lo Sceriffo di Salerno avrà la meglio anche contro di lei. Sebbene si parli di un premio di consolazione all’Europarlamento nel 2024. Fermo restando che occorre anche vedere se la Schlein resti come segretaria del Partito democratico, visti i tantissimi precedenti e come sia in corso già una fuga dal partito

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